8. Vieni con me?

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"Con il presente invito, la famiglia Martin, ha il piacere di invitarvi alla cena di beneficenza il giorno 18 novembre, là dove ogni notte, si può ammirare Central Park nel suo splendore. Vestite eleganti, l'amore è imprevedibile."

Resto un attimo attonita, sorpresa forse, ma vengo pervasa per lo più da eccitazione e curiosità. Non sono mai stata inviata a nulla del genere, gli unici ad aver frequentato le alte società sono stati i miei genitori. Andavano ai ricevimenti organizzati dalle famiglie più rinomate e, ad ogni invito ricevuto, c'era la loro risposta positiva. Ci tenevano a fare una bella impressioni, mia madre sosteneva sempre che da quelle scelte lei traeva solo vantaggio e si avvicinava sempre di più alle famiglie conosciute, non che la nostra non lo fosse, ma lo era molto meno rispetto ad ora. Un po' perché lei aveva ragione, accettare tutti gli inviti, ci ha fatto bene, e un po' perché con il tempo sono cresciuta e ho portato avanti il loro nome come potevo. Ad esempio, aprire l'atelier è stato un progetto che ha portato riconoscimento a me e alla mia famiglia. Farsi un nome è importante oggi giorno, essere qualcuno al di fuori del tuo cognome è più gratificante se dietro a tutto quel lavoro, ci sei solamente tu. Ma questo biglietto bianco avorio, con la calligrafia ordinata e dal colore nero, so per certo che è opera di mia madre. Mi domanda cosa abbia promesso a quella povera donna, sempre che lei non sia stata d'accordo con mia madre con il suo piano di sistemarmi, o qualsiasi esso sia. Ho come l'impressione che in realtà tutto questo sia un loro assurdo complotto, i loro sguardi quella mattinata in ufficio, non mi sono sfuggiti. Ma per quale motivo?

«Grace!» esclama Chloe, quando entra come una furia dentro l'ufficio. Prende posto in una delle sedie e inizia a muovere nervosamente le mani e accavalla le gambe. «Sto iperventilando. Dimmi che hai ricevuto anche tu questo invito così formale. Non era più facile presentarsi qui?»

Alzo le spalle e scuoto la testa. La guardo mentre non riesce a stare ferma neanche un secondo e prende a parlare da sola. Alza e abbassa le dita in modo frequente, muove il piede come se avesse un ragno sopra lo stivale verde e, quando non le tiene occupate, passa le mani sul pantalone nero skinny indossato stamani. «Cosa ti turba così tanto? Il vestito? Lo possiamo rivedere insieme, lo sai.»

Lei alza lo sguardo e mi osserva stranita con un cipiglio in volto. Nega con il capo più volte prima di parlare. «Lo so che penserai tu ai vestiti, ma i nostri cavalieri?»

«Ehi, calma Cenerentola, non abbiamo bisogno di accompagnatori. È una cena C, e l'invito dice chiaramente "l'amore è imprevedibile"» cito, testuali parole mentre sorrido divertita. «Magari trovi quella sera un accompagnatore.»

Il suo sguardo torvo, mi fa capire chiaramente il suo disappunto e sento già le sue parole rimbombare in testa, quelle che usa sempre per mettersi in cattiva luce ma con scarsi risultati. «Tu ce l'hai già, ecco perché non ti fai problemi! Mentre io? Quello stupido di Marcus non è riuscito a tenere la bocca chiusa dopo la mia bravata, e lo so cosa pensi, che ha fatto bene e sai perché lo so? Perché avrei fatto la stessa cosa io, cazzo.»

Sospiro avvicinando il mio corpo all'altra sedia dove, in un secondo momento, prendo posto e né approfitto per appoggiare la mano sulla sua coscia coperta ma fredda al tatto. La guarda negli occhi, cercando in qualche modo di trasmetterle qualcosa, di farle capire che questo non cambia niente, perché ormai dovrebbe saperlo, noi andiamo bene così per noi stesse, ma certe volte, sembra mettere al primo posto questo suo desiderio di essere amata, sul serio. «Può darsi, ma tu hai fatto la cosa giusta. Te lo dico sempre C, io sono con te perché appoggio la tua scelta. Non tutti sono in grado di scegliere il bene per se stesse, tu l'hai fatto. Voglio che tu pensi ad altro, non pensare a lui, perché finirai come me senza neanche accorgertene.» Chloe sbuffa e porta le sue piccole mani sul volto fino a coprirlo. «Per favore, per una volta, non preoccuparti di quello che gli altri pensano di te, se lui ha dato troppa aria alla sua bocca, peggio per lui. Tu verrai con me e ti mostrerai invincibile, fantastica e sexy da paura. Oggi noi disegneremo qualcosa, ci proveremo tutti gli abiti presenti se necessario, chiaro?»  Annuisce semplicemente senza dire una parola. Mentre lei resta ancora seduta, io allungo una mano fino alla scrivania e recupero il telefono per chiamare mia mamma che rispondo nell'immediato. La sua voce squillante e felice arriva dritta alle mie orecchie facendomi alzare gli occhi al cielo.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora