Amore Proibito

18. Quasi nuda.

Mi era già successo di provare emozioni forti, con Jacob. Ogni volta che i suoi occhi percorrono il mio corpo, di conseguenza, esso reagisce e vengo pervasa da lunghi brividi. Il calore che si diffonde fino alla punta dei miei piedi privandomi del respiro e quel desiderio che attraversa le sue iridi, sono davvero in grado di farmi piegare a lui. Non riesco ancora a formulare, a voce, ciò che mi succede con lui, il mondo parallelo in cui mi fa sentire tutte quelle volte in cui le nostre labbra si incontrano, esistiamo solo noi due. Ma gli occhi di Robert, ciò che ha attraversato le sue iridi mi hanno fatto sentire nuda, letteralmente. Ha quel suo modo arrogante, che prova ad addolcire con un sorriso sghembo, ed è così terribilmente sbagliato anche solo pensare a lui, figurarsi pensare a lui in quel modo. Ma io ci ho provato, tutti questi giorni dopo Natale, ho provato a pensare al suo tono basso, alle sue mani strette a pugno che tenevano nascosto qualcosa di mio, al suo sguardo malizioso, ma non ce l'ho fatta e non so come uscirne fuori.

Lui sta per sposarsi, ripete la mia coscienza. Ma lui ci pensa?

Vengo svegliata dai miei pensieri da Chloe in modo brusco. «Grace, smettila.» Alzo un sopracciglio e la guardo. «No, non guardarmi così, lo sai molto bene di cosa parlo.»

«No...» provo a dire, ma lo sguardo truce non me lo consente. «E va bene, hai ragione, ma non pensavo a niente di male.» Il che è vero. Non pensavo a niente di male, solo ai suoi occhi penetranti, al suo sorriso eccitante e...

«Ancora!» sbuffa, «ascolta, lo so che non c'è niente di sbagliato nel pensare ad un uomo con lui, lo capisco, ma si sta per sposare, tu esci con suo fratello!» Posa una mano sulla mia spalla costringendo il mio corpo a sedersi vicino a lei. Ci troviamo in mezzo al salone dell'atelier che, ancora per qualche giorno, resterà chiuso. Dopo aver dedicato una settimana a Natale, ora tocca capodanno e non potevo tirarmi indietro. Con l'aiuto di Chloe sono riuscita a finire tutti gli abiti, eccetto il mio, ma questo non importa. La sua mano magica e professionale è stata in grado di fornire l'aiuto che mi serviva, ma ha lasciato un paio di domande in sospeso dentro di me.

Lo so, posso sembrare davvero noiosa, e lei lo penserà sicuramente, ma odio tantissimo il fatto di poter vedere all'opera le sue doti, e non solo perché non posso usufruirne, ma perché sta perdendo tempo. L'ho guardata durante questi giorni, ho assistito ai cambi radicali che ha fatto sulle balze, sull'orlo di più abiti e sui dettagli evidenti. Vorrei solo che lei potesse dare sfogo a tutta quella creatività, che liberasse le idee e disegnasse tutti i giorni, fino a stancarsi.

«Voglio capirci di più G e, per iniziare, partiamo proprio dal momento in bagno. Come diamine ci sei finita in bagno con lui?» Il suo tono non è duro, da rimprovero, è curioso in un certo senso. «Perché io ti ho visto con Jacob, ma Robert...» sospira, «come?»

Scuoto la testa e accavallo le gambe. «Io non sono andata in bagno con lui, hai detto bene però, sono salita con Jacob al piano di sopra e sempre con lui sono andata in bagno» sorrido, leggermente, al ricordo di quella sera. «Ma la porta non era chiusa a chiave e quindi poi è entrato Robert per dire a Jacob di scendere e lì, credimi, mi sono sentita così esposta, e non solo perché non avevo l'intimo...»

«Cosa?» strabuzza gli occhi. «In che senso?»

«Vediamo...» rido nervosa, «dopo che Jacob le ha tolte, sono rimaste per terra e quando lui è entrato le ha viste e le ha prese.» dico, tutto d'un fiato e sposto lo sguardo per evitare quello di Chloe. Emette un sospiro, forse anche un sorriso, non riesco a percepire bene il suo stato in questo momento, perciò, continuo a guardare altrove.

Può sembrare davvero una brutta cosa, lo ammetto, ma non è così terribile, in fondo. Si insomma, le mutandine le avevo tolte per Jacob se lui le ha prese...