20. Amore Proibito.

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Il sole splende in alto nel cielo, o almeno spero. Le tende della grande stanza non mi permettono di vedere assolutamente niente il che mi rende un po' nervosa. Una luce soffusa rossa dona vita alla stanza priva di oggetti, eccetto per una scrivania.

Sono sdraiata su un grande letto, le lenzuola profumano di lavanda, hanno un odore fresco e pulito, come i cuscini. Non so il perché io mi trovi qui, non so neanche come ci sono arrivata e di certo non era mia intenzione venire fino a qui.

Di fronte al letto, sopra una scrivania in legno, giace un foglietto che non ho la forza di aprire. È vero che voglio sapere dove mi trovo, ma è anche vero che ho paura di scoprire chi mi ha portato qui.

Cosa è successo ieri?

Non lo ricordo. La mia mente non vuole ricordare nulla se il bacio con Robert al quale arrossisco. Lui riesce a smuovere qualcosa in me, riesce a farmi eccitare solo con lo sguardo ed io, per quanto mi diverta nel sentirmi così, non riesco a trovarlo giusto, non del tutto, ma ho deciso che mi lascerò andare proprio come mi ha chiesto lui. Il suo tono basso e caldo, il suo viso così perfetto e quelle labbra, Dio, quelle labbra che sono state in grado di zittirmi e di farmi volere di più, sempre di più.

Ha mandato in fumo la parte razionale, quella che pensa prima di agire, quella che non bacia i ragazzi già fidanzati, anzi, quasi sposati, ma è uscita una nuova versione, che esisteva già ma doveva trovare il giusto momento per uscire allo scoperto.

Io lo desidero, più di quanto mi piaccia ammetterlo e dirglielo, lo so, è stato un grosso errore. Eppure la cosa è reciproca. Lui mi desidera, mi vuole, e quelle parole uscite dalla sua bocca sono state l'ennesima conferma di ciò che sostiene e vuole; avrò ogni parte di te. Questo è uscito da quelle labbra perfette, io non sono riuscita a dire niente... Mi blocco al suono della porta e strabuzzo gli occhi alla vista di Robert privo di camicia. Le braccia incrociate al petto mettono in risalto i bicipiti nudi e il suo corpo sinuoso mi mette in agitazione. Mi sdraio a pancia in giù e premo il volto contro il cuscino nella speranza di non vedere più nulla, non so neanche il perché lui si trovi qui.

«È inutile biondina, non andrò via.» Sento i passi pesanti avvicinarsi sempre. «Grace, ho bisogno di vederti. Voltati.»

«Perché sei qui? Anzi no, perché io sono qui?» La sua dolce risata si diffonde per la stanza e mi fa rabbrividire. Scuoto la testa e mi volto lentamente fino a sedermi sul bordo del letto. La maglia oversize che indosso, si tira leggermente su e mostra troppo le mie gambe.

«Perché è questo che vuoi.» Alzo un sopracciglio confusa, in parte, dalle sue parole. Lo vedo avvicinarsi con passo sicuro, le braccia oscillano e un sorriso sghembo prende vita sul suo volto. Non mi muovo di un millimetro, resto a guardarlo in attesa di avere più risposte, lui si avvicina sempre di più fino ad arrivare a me. Sono costretta ad alzare il capo, il suo corpo tonico dinanzi a me mi mette agitazione, accavallo le gambe e sistemo la maglia per coprire di più le cosce. Sento il suo sguardo addosso, mentre io cerco di evitarlo, lui sospira pesantemente e si inginocchia ai miei piedi. Posa le sue mani sulle mie gambe e quel calore mi fa contorcere tutta dentro, stringo le cosce involontariamente e lui non si risparmia una risatina.

«Cosa stai facendo, Robert?» domando, con un filo di voce.

«Mi prendo ciò che voglio» risponde, con voce sicura. Solleva le mani per spostarle sulle mie braccia che accarezza con cura, poi, le sposta più in su sul mio viso su cui si sofferma per vari minuti. Mi fissa con i suoi occhi scuri, le sue iridi si dilatano quando si lecca il labbro inferiore e lo morde, senza però lasciarlo, lo tiene stretto tra i denti e un luccichio malizioso attraversa i suoi occhi. «Tu sei quello che voglio.»

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