45. Segreti svelati.

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Arriva davvero la fine di tutto? Io penso di sì.

Certe volte ci fermiamo a pensare che il destino ci abbia giocato un brutto scherzo, diamo la colpa ad esso oppure a qualsiasi cosa, tranne a noi stessi. Noi non siamo mai i colpevoli. E quanto sbagliamo senza neanche accorgercene. Anzi, ce ne accorgiamo, ma è sempre troppo tardi per fare un passo indietro. Ormai abbiamo perso tutto.

È proprio quello che sta succedendo adesso davanti ai miei occhi. Io non volevo assistere, io volevo restarne fuori il più possibile, ma non me l'hanno permesso. Mi sento di troppo, in soggezione e nessuno se ne accorge, sono tutti impegnati a guardarsi male, a scambiarsi insulti silenziosi. Tranne me. Rimango appoggiata contro lo stipite della porta e osservo i presenti nella stanza senza fiatare, anche perché non saprei cosa dire. Non dopo che Ella si è presentata a casa dei genitori di Robert pensando di ricevere un po' di compassione.

Che assurdità, no? La donna che ha gradito non solo la fiducia del fidanzato ma anche della suocera, torna da loro per ricevere compassione. Ci sperava, ma ha ottenuto solo silenzio e sguardi incazzati, eccetto per Alan perché beh, lui non c'era. Almeno fino a prima...

Fa il suo ingresso nel grande salone di casa sua e si guarda attorno, proprio come sto facendo io. Forse pensa che nessuno si accorga di lui, ma si sbaglia di grosso e se ne rende conto troppo tardi. È spacciato. I suoi occhi si riducono in due fessure piccole e si posano solo su Ella la quale tiene le braccia incrociate e un broncio lungo due metri. Si guardano per un secondo e quello basta per innescare una bomba.

«Mi ha obbligata lui, io non volevo assolutamente» singhiozza Ella, fingendo di piangere. Ma non si ferma. «Vi giuro, lo giuro sul bambino che porto in grembo.»

A udire quelle parole faccio una smorfia e sento un peso gigante alla bocca dello stomaco. Non posso credere che arrivi a tanto, che giuri qualcosa di evidente sulla vita di un povero feto. Però mi conferma che è vero: è incinta. Per un momento mi destabilizza ma cerco di riprendermi e sposto lo sguardo su Robert che tiene una postura più rigida di prima. La notizia deve aver sconvolto anche lui, tuttavia non si scompone.

«Dite qualcosa, dite che mi credete!» quasi urla, ma dal suo tono si capisce che in realtà è solo frustrata. Deve essere dura ritrovarsi davanti ad un muro. «Robert, io ti amo, ti amo da impazzire e non posso crescere questo bambino da sola! Ti prego.»

«Mi fai quasi pena...» Finalmente ha aperto la bocca, certo non mi aspettavo queste parole e manco Ella. «Però non ti credo Ella, e ti prego, non giurare su quel povero bambino. Ammesso che esista davvero, non mi hai ancora portato nessuna prova.»

Con la coda dell'occhio riesco a vedere Brooke portare il palmo della mano sul viso e sfregarlo con forza. Vorrei tanto correre da lei e abbracciarla, farle sapere che non è sola, dirle che non deve perdonare suo marito... ma non mi muovo. Ho paura che se lo faccio qualcuno potrebbe notarmi ed è l'ultima cosa che voglio in questo momento. Dopotutto sono problemi praticamente familiari e io non voglio intromettermi. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che stare insieme a Robert, dalla mattina alla sera, ho conosciuto un lato di lui che teneva nascosto davanti a terzi, perché lui non solo riesce a farmi star bene con le parole e il tocco, lui riesce a capirmi, a leggermi dentro e per quanto faccia paura pensare di aver qualcuno così al mio fianco, al tempo stesso non riesco a farne a meno. È diventata la mia quotidianità, una routine che non posso lasciare. Sarò egoista a volerlo solo per me, in fondo mi sembra di averlo sottratto ad un'altra donna, però ho imparato una cosa: lui mi ha scelto nonostante tutto e ha messo me al primo posto come non succedeva da tanto tempo. Ed è strano. Talmente strano da sentirmi volare, letteralmente.

«L'ho portata, ma non è questo il punto. Robert per favore, io non avrei mai potuto tradirti.» 

«Non ti credo Ella.» La spiazza con quelle parole fredde e sincere. La sua ormai ex ragazza indietreggia con lo sguardo perso. Robert non si muove di un centimetro, la osserva impassibile in attesa -molto probabilmente- che lei vada via. Ciò non avviene però e anzi, il suono del campanello rimbomba per tutta la casa silenziosa facendo sussultare tutti. E proprio tutti si accorgono della mia presenza. Non riesco a decifrare molto bene i loro pensieri silenziosi, perciò mi precipito alla porta e apro. Avrei preferito non farlo, perché ricevere mia madre e mio padre era l'ultimo dei miei desideri.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora