26. Ho il controllo.

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Mi capita di fermarmi a pensare a come sarebbe stata la mia vita se io non avessi deciso di buttarmi in un'esperienza nuova. Non avrei certo imparato tutto ciò che ogni giorno metto in pratica, non sarei stata neanche in grado di conoscere tutte queste persone che, giorno dopo giorno, si affidano alle mie mani e idee, ma cosa più importante, probabilmente non sarei così felice e non mi sentirei realizzata, tutto questo mondo mi appartiene come io appartengo a lui, una proporzione perfetta, certo, se non fosse per ciò che si nasconde dietro l'angolo.

A volte mi sento come cappuccetto rosso, dolce e indifesa attraversa il bosco da sola, deve solo arrivare a casa della nonna, quella è la sua meta, non aveva certo messo in conto di incontrare il lupo cattivo, e, nel mio caso non c'è nessun lupo; c'è solo Robert. Un frutto proibito da cui dovrei stare il più lontana possibile, almeno è quello che mi ripeto sempre, lo giuro, ma non riesco ad ascoltare quella piccola voce dentro di me, anzi, quelle poche volte che la sento il mio cervello si rifiuta in modo categorico. Lui è il mio lupo cattivo, e si sa, i cattivi attraggono molto di più per quanto nessuno voglia ammetterlo, è così.

Jacob è diverso, con il suo carattere particolare ma dolce, altruista, con un cuore grande e pieno di bontà, potrebbe essere davvero il ragazzo ideale per tutte, quello da presentare alla mamma per non rischiare grosso, insomma, è bello con i suoi capelli arruffati, soprattutto appena sveglio, con quelle labbra spesse e morbide, il suo fisico slanciato e tonico, eppure su una bilancia, il piatto più pesante sarebbe quello del fratello.

Così diversi, così simili, uno buono e uno cattivo, il sole e la luna, ed io mi ritrovo in mezzo a due strade. Alla mia sinistra c'è una strada corta; quella con Jacob, corta solo perché è più facile e senza rischi, non ci sono ostacoli nascosti e tanto meno mogli dietro l'angolo. Alla mia destra c'è quella lunga, tortuosa e più cupa; Robert e i mille problemi che ne comporta.

La scelta potrebbe essere meno dura...

Mentre nella mia testa si proiettano vari scenari sul mio futuro, al mio fianco Chloe non riesce a stare a farma, si muove sul letto come una formica rischiando di farmi pentire all'istante di aver accettato la sua proposta. Non la guardo, non subito, tengo gli occhi fissi alla tv a schermo piatto di camera sua e osservo Blair Waldorf atteggiarsi come solo lei sa fare, i suoi lunghi capelli si muovono e oscillano ad ogni suo passo, parla coma la vera regina e detta regole. Ogni tanto mi sento lei, davvero, con il carattere duro e sempre sicura di sé, altre mi rivedo in Serena più confusionaria e in cerca di avventure, ma quando metto in pratica entrambe faccio paura a me stessa e divento una Grace meno gentile e più stronza.

"Xoxo, gossip girl" la voce femminile alla fine dell'episodio, mi risveglia dal mio stato di trance e riesco a sentire ciò che farfuglia Chloe.

«Mi fai paura» le confesso, tenendomi a debita distanza. «Smettila di parlare così.» Tengo ancora gli occhi puntati sullo schermo e le braccia incrociate all'altezza dell'addome, ma sento i suoi occhi addosso che mi scrutano.

«Scusa» sospira, «ma temo di aver fatto un errore invitandolo qui.»

Allungo una mano verso il telecomando e metto in pausa l'ennesimo episodio di gossip girl con la faccia di Nate in primo piano. Credo proprio di avere più cosa in comune con Serena van der Woodsen.

«Perché lo pensi? Ti ha detto qualcosa?» Lei nega con la testa. «E allora? È solo una cena, sono sicura che a casa...»

«Proprio perché è una cena, non è troppo? Ci siamo solo divertiti e ora passiamo ad una cena.»

«Ma chi ti dice che una cena possa essere troppo? Lo sappiamo entrambe come può finire una cena, non deve essere qualcosa di serio e ordinario, subito dopo potrete bruciare tutte quelle calorie assunte con il cibo.» Chloe al mio fianco si muove ancora e ride di gusto prima di mettersi seduta e giocare con l'orlo della sua gonna corta. Sotto ad essa, indossa un paio di collant pesanti dal colore nero, e la maglia semi nascosta, è verde in tono con il colore nero della gonna. Sono certa che dopo andrà in crisi, deve pensare a cosa indossare stasera, tra poche ore, per l'arrivo del suo spasimante Nicholas. Non sono di preciso quando l'ha invitato, probabilmente una di quelle tante sere in cui lei non c'è, oppure il giorno in cui ho conosciuto il cugino, sì proprio quando ho combinato un disastro.

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