21. Non dovresti stare qui.

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Potrei dire che sia stato un attimo, un battito di ciglia, una folata di vento che batte sull'albero più fragile, una debolezza, ma la verità è che non è così.

Le cose non succedono sempre per caso, e anche se ad alcuni costa ammetterlo, noi stessi creiamo le situazioni. Noi scegliamo il nostro destino.

Il mio? È iniziato proprio in quella stanza d'albergo, quella mattina in cui il sole si alzava e New York si svegliava del tutto. È successo mentre tutti erano distratti, in un letto King size dell'uomo più sfacciato sulla terra. Ho lasciato, per mia volontà, che finalmente ponesse fine alla sofferenza che sentivo, ai dubbi che disturbavano la mia quiete e che una volta per tutte ponesse fine a quel desiderio, quello che bramavo con veemenza, il sogno che mi teneva sveglia, e l'ho fatto con un solo intento; farlo smettere.

Ma non è successo.

Uscita da quella stanza, con indosso i miei vestiti, non riuscivo a smettere di pensare a quanto in realtà io sia stata bene lì, con lui, a come il desiderio non è svanito, ma è aumentato pregandomi di avere di più. La mia pelle desiderava sentire ancora una volta il suo tocco caldo, i suoi baci lascivi, il calore del suo corpo a contatto con il mio, i lunghi brividi e quella pressione al basso ventre, colmata dai suoi centimetri, lentamente come una tortura senza fine che si diramava fino all'apice. Un doloroso piacere di cui voglio il bis.

Ma oggi questo non è possibile, non per il momento. Mi ritrovo seduta un'altra volta nel mio ufficio con il mal di testa e una richiesta particolare da parte di una sposa. Rendere il suo vestito colorato, ma non un colore particolare, una miscela di colori e non vuole l'organza già colorata di suo, quindi, mi dovrò rimboccare le maniche e fare a modo mio. Dovrò immergere il tessuto nei colori pastello, sono più delicati su un abito. Può sembrare un lavoraccio, la scelta dei colori è tutto, ma avendo carta bianca userò una scala di colori molto neutra. Avrà un abito proprio esclusivo, unico nel suo genere e per quanto l'idea sia allettante, dall'altra parte, ho paura di sbagliare e dare vita a qualcosa di orribile. Respira.

Lo scricchiolio della porta mi fa alzare la testa dal foglio bianco davanti ai miei occhi. Lo sguardo assottigliato della mia migliore amica, mi avverte che oggi non avrò proprio scampo. L'ho ignorata quasi due giorni dopo essere tornata a casa quella mattina, anche se le lancette segnavano le 10 passate, dentro di me c'era ancora l'alba e non riuscivo a parlare con lei, sarebbe stato come confermare troppe cose.

Eppure lei qualcosa l'ha capita solo guardando i miei occhi.

«Buongiorno Grace. Oggi posso entrare?» Sento nel suo tono sento una nota di divertimento nonostante il suo viso sia accigliato.

«Entra» le dico, con un sorriso. «Scusami, sono stata impegnata con questo abito.»

Prende posto davanti a me accavallando le gambe. Annuisce poco convinta e allunga la mano per prendere il foglio.

«Non c'è ancora niente, mi ha dato carta bianca eccetto per i colori dettagliati.» Lei annuisce solamente. «Ad ogni modo, dovevi dirmi qualcosa?» Non risponde subito, ma il suo sorriso si allarga a dismisura.

«Mi stai ignorando come la peste, cosa hai fatto?» domanda, puntandomi un dito contro. «Perché mi ignori? Ti conosco come le mie tasche, non puoi continuare così, ricordatelo.» Presa alla sprovvista e messa un po' alle strette, mi trovo costretta ad annuire.

«Ti sto dicendo che sono stata molto presa da questo incarico, come vedi sono pure chiusa qui dentro per questo. Oggi non posso uscire e aiutare le spose, questo tra l'altro mi dispiace molto, ti affido l'incarico però.» Chloe assottiglia lo sguardo. Non si trova molto d'accordo con le mie parole e lo capisce subito.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora