23. Ti voglio, ma non con lui.

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Robert

Non sono certo famoso per il sorriso di prima mattina, di solito sono un mix di tensione e rabbia, ma oggi, nell'aria c'è qualcosa di diverso. Una lozione dolciastra ma letale allo tempo stesso tempo è l'unica cosa che riesco a sentire in questo momento e no, non è il mio profumo.

Il corpo nudo di Grace è coperto da un lenzuolo grigio che ho tirato fuori questa notte, avrei preferito scaldarla io, ma la paura di svegliarla dal sonno profondo era più forte. Sono riuscito ad osservare il suo profilo più da vicino e, nonostante avesse le labbra gonfie a causa dei baci focosi, restano la cosa più bella che abbia mai visto. Ha quel nasino pronunciato che la fa sembrare ancora più piccina, con un'aria indifesa e soprattutto da brava ragazza, ma parliamoci chiaro, di bravo in lei non c'è niente.

Quel suo profumo così buono ed invitante riecheggia nell'aria da questa notte ed io vorrei riempire i miei polmoni solo di quest'aria, mi fa stare in pace con me stesso.

Le mie labbra si allargano nel momento in cui poso gli occhi su tutta la sua figura rilassata, non riesce a contenere l'euforia del momento e mi costringo ad abbandonare il letto su cui abbiamo consumato l'amore proibito.

È stata una serata così intensa, così viva da sentire ancora l'adrenalina scorrere nelle mie vene, e non credo di aver mai sentito una sensazione del genere con Ella. Stiamo insieme da un anno, eppure mi sento sbagliato vicino a lei, l'aria che si respira è pesante ed il suo modo di fare non piace a nessuno, solo all'idiota di mio padre il quale, con molte possibilità, la sposerebbe al mio posto solo per avere un socio in affari. Mi da il voltastomaco pensare tutte queste cose, ma solo perché in cuor mio so che è così, loro possono negare quanto vogliono, ciò non toglie il peso che sento, la competizione che mi tocca subire ogni volta e non con mio fratello, sarebbe più facile in quel caso. Mio fratello. Al suo pensiero mi irrigidisco sul posto abbassando lo sguardo verso il parquet scuro e, con un sospiro, mi spingo fino al bagno in fondo al corridoio. Attraverso il corridoio buio nel silenzio più totale, sarà ancora presto, ed io non voglio che si svegli Grace così, quando varco la soglia chiudo la porta in legno e mi appoggio ad essa.

Cosa penserà Grace di un uomo quasi sposato che passa le sue notti con un'altra? Io penserei solo che sia uno stronzo, perché è così che vengono definite queste persone, eppure, io non voglio essere chiamato così. I miei principi e i miei valori, non permettono tutto questo in genere, mi ero ripromesso di non cadere nella tentazione, che una proposta di matrimonio avrebbe cambiato tutto, soprattutto il suo essere così presa dalle azioni dei nostri genitori, evidentemente mi sbagliavo.

Mi sembra così surreale, e lo benissimo che ieri in macchina stava per dire la solita frase "lasciala allora", perché lo dicono anche altri, ma non voglio darla vinta a nessuno e, per tanto, voglio che questa farsa continui ancora finché non trovo una soluzione più a mio stile. Una piccola vittoria per me, Grace però non dovrà entrare a far parte di tutto questo schifo, anche se è coinvolta da più parti e con più parti intendo proprio me e Jacob.

L'idea di Grace e Jacob non mi entusiasma per niente, non che io possa protestare, ma questa assenza di mio fratello sta giocando a mio favore e gradirei che restasse così, ma so già che non succederà.

Tolgo i pantaloni i boxer nero e li appoggio sul lavandino in marmo lucido, lo specchio soprastante riflette il mio aspetto sano, rilassato e felice tanto da farmi paura così, mi allontano e vado ad aprire l'acqua della vasca posta ad angolo sotto alla finestra coperta da tende grigie.

Avevo pensato a questa casa, come la futura casa in cui avrei condiviso ogni bene con mia moglie. Lo scopo di questa casa, inizialmente, non era quello di usarla per fuggire perché non l'avrei mai voluto, era una sorpresa per Ella, ma questo ho risparmiato di confessarlo a Grace. Quando le cose sono cambiate, ho deciso comunque di tenerla e usarla davvero come rifugio per le giornate senza speranza, quelle che sembrano eterne e fredde, perciò l'ho presa più mia e meno nostra.

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