Amore Proibito

Extra - Chloe.

Un anno dopo l'epilogo.

Da piccola mi hanno sempre raccontato la storia della principessa e del principe, del loro amore grande e incantato, delle quotidianità che ogni principessa doveva affrontare. Con il tempo però, ho capito che a quelle favole mancava la vera vita, quella che dobbiamo affrontare ogni giorno, sole o con qualcuno al proprio fianco.  Le principesse non sono poi così fortunate e l'ho capito da sola, man mano che crescevo e ne ho avuto la conferma quando ho conosciuto Nicholas.

Lui non ha l'aria del principe azzurro, con i capelli sbarazzini, con la ricrescita della barba molto visibile, con il corpo tonico in grado di farmi girare la testa, i suoi occhi ipnotici e scuri... no, decisamente lui non è il principe azzurro però mi piace pensarlo. Io sarò sempre la sua principessa e lui il mio principe, il padre di mio figlio.

Anni fa, prima di trasferirmi da Grace, la sola e unica migliore amica mai avuta, avevo deciso di non dedicarmi più all'amore. Era un sentimento troppo grande per cui avevo sofferto tanto. Nella mia testa io non meritavo più di provare qualcosa di così, o meglio, avevo deciso di non lasciarmi più trasportare dalle emozioni. Che senso aveva? Dopo aver deluso i miei genitori, mollato il mio quasi marito all'altare ed essere scappata con la coda fra le gambe, come avrei trovato qualcuno in grado di amarmi?

Un pensiero folle, lo ammetto, ma in quel momento era il più giusto. Quanto mi sbagliavo... Nicholas è arrivato nel momento migliore della mia vita, quello in cui ormai mi ero praticamente rassegnata e avevo accettato l'idea di fare solo la zia -se mai Grace avesse avuto dei figli-, e sarei stata la migliore. Ma questo potrò metterlo in pratica a breve. Mancano ancora cinque mesi, ma nella mia testa il mio futuro nipotino sceglierà sempre me e mai Jacob o Trevor. Almeno spero perché i maschi trovano sempre il modo per vincere. Dannati e belli. Com'è possibile?

«Ehi, rischi di consumare tutta l'acqua se continui così.» Alle mie spalle, sento la risata ironica di Nicholas. Forse ero troppo concentrata nei miei pensieri.

Chiudo l'acqua e appoggio il biberon -ormai splendente- sull'apposito recipiente vicino al tostapane, poi mi giro verso mio marito e sorrido.

«Volevo lavarlo bene, sai, poi puzza.» Alzo le spalle e lo sorpasso. «Comunque, i tuoi genitori lo tengono fino a questa sera» alzo e abbasso le sopracciglia facendo ridere anche lui.

I genitori di Nicholas sono due persone graziose e meravigliose. Fin dalla nascita di Matthew sono sempre stati presenti per me e lui. In parte, hanno assunto il ruolo di genitori anche per me. Già, quella figura che da tempo è praticamente inesistente. Ormai sono abituata alla loro assenza, il mio cuore non sente più quel dolore soffocante, il mio corpo non reclama più il tocco leggero e dolce di mio padre, proprio come non reclama le parole di conforto di mia madre. Ho imparato, con il tempo, che sono in grado di bastarmi. Io e basta. O almeno finché non ho sposato Nicholas.

A proposito di mio marito, non appena alzo lo sguardo, noto i suoi occhi fissi sui miei con l'intento di leggermi dentro. È un gioco che lo aiuta a capire realmente il mio stato d'animo.

«Non mi piace quell'espressione...» sussurra, facendo due passi verso di me.

«Non è nulla» sorrido, ma non crederei nemmeno io alle mie parole. Proprio come lui. Arriccia il naso e scuote il capo fino a raggiungermi e bloccare il passaggio.

«Non ti credo» soffia, proprio sopra il mio labbro inferiore. «Dovresti saperlo, ti conosco, davvero troppo bene.» Usa un tono compiaciuto e, questa volta, sono io a compiere un passo per catturare le sue labbra carnose e rosee.

«A volte penso troppo ai miei genitori. Come sarebbe potuto essere se solo fossero rimasti con me.» Allaccio le braccio dietro al suo collo e guardo in basso. «Però hanno scelto altro. Hanno preferito voltarmi le spalle e fregarsene...» Scrollo le spalle, proprio come se avessi un peso enorme sopra e torno a sorridere come prima. L'ultima cosa che voglio è far preoccupare Nicholas per una cosa passata.