Amore Proibito

25. Starbucks?

È passata una settimana, sette giorni da quella mattinata, triste e malinconica, ma ora sembra essere passato tutto. Quel dolore che mi opprimeva, l'ho lasciato sulla sua lapide, le lacrime represse anche, ed ora, in me, vive la serenità di aver salutato parte del mio cuore.

Non mi sento più rotta come quel giorno, anzi, credo di sentire ancora più vicina la presenza di nonna ed è proprio quello di cui avevo bisogno. Credo sia la stessa cosa per mia mamma la quale, il giorno dopo, è tornata a splendere radiosa come sempre. Lei ci riesce sempre, il suo sorriso non l'abbandona mai, specialmente in occasioni del genere e ne sono felice, per andare avanti ho bisogno di lei, la mia fonte d'ispirazione. Oggi soprattutto, ma ciò non sarà possibile perché è partita con mio padre e pure i genitori di Jacob. Vorrei tanto conoscere la loro meta, ma nessuno vuole dirlo e, il ragazzo che dorme profondamente al mio fianco, sostiene di non saperlo. Si, al mio fianco c'è Jacob.

Dopo quel pomeriggio trascorso insieme, ce ne sono stati altri in cui semplicemente mi accompagnava al lavoro, mi aspettava fuori da Starbucks con un caffè bollente in mano, poi mi lasciava davanti all'atelier e tornava indietro. Non ci siamo mai soffermati a parlare del nostro allontanamento, ci veniva spontaneo comportarci come avevamo sempre fatto, ma nessuno dei due tentava un riavvicinamento fisico, camminavamo e basta, almeno fino a ieri sera.

Un lamento mi fa voltare la testa verso sinistra. Jacob tiene un occhio ben aperto e l'altro chiuso, il lenzuolo copre a malapena la parte inferiore del suo corpo.

«Stai già pensando a come mandarmi via?» domanda, con voce roca e ancora impastata. Nego con la testa e sorrido.

«L'ho mai fatto?»

Questa volta è lui a negare prima di rispondere. «No, hai ragione.» Sbadiglia stirando gli arti superiore e facendo scivolare ancora più il lenzuolo scuro. Deglutisco a vuoto e cerco di spostare lo sguardo dal corpo tonico e muscoloso, ma per qualche ragione, invece di farlo, mi ritrovo a paragonare le sue curve con quelle di Robert. Simili, a tratti, grazie alla corporatura, le gambe lunghe, quella v pronunciata nascosta che bramo, ma che riporta alla mia mente Robert e il desiderio che nutro verso di lui.

Mi maledico mentalmente, perché nonostante Jacob sia davvero fantastico, la mia testa mi riporta da lui e da ciò che mi ha detto mia madre. Vuole davvero anticipare le nozze?

Non sono affari miei e probabilmente non lo saranno mai, ma speravo... in cosa? In nulla, un tradimento da ambe le parti che deve smettere. Devo mettermi in testa questo pensiero, solo questo, o non riuscirò più ad andare oltre.

«I tuoi occhi oggi sono più azzurri del solito...» Sento i polpastrelli caldi di Jacob solleticarmi la pelle, intrufolarsi sotto al lenzuolo e risalire sul mio addome che accarezza. Lunghi brividi si diramano su tutto il mio corpo, trattengo il fiato e socchiudo gli occhi per pochi secondi, quanto basta per ritrovare il suo viso a pochi centimetri dal mio. Non ci penso troppo, lascio che ogni incertezza mi scivoli addosso e bacio con ardore Jacob, forse, nella speranza che riesca a far tacere quella vocina dentro di me. Il calore del suo corpo mi sfiora, brucia la mia pelle candida e se ne impossessa risvegliando quella scarica di desiderio, ma non è più lo stesso, per quanto mi costi ammetterlo, credo di aver ceduto quella parte ad un altro e proprio per quanto, non appena lo sento, mi stacco da lui come se mi fossi realmente bruciata. Tengo gli occhi chiusi, respiro a pieni polmoni e lo sento, il suo sguardo addosso che cerca di capire qualcosa, ma qui non c'è nulla da capire, la verità è così ovvia da far paura e ho paura ad ammettere di volere altre labbra in questo momento, perché la persona davanti a me non lo merita e ne sono consapevole, il cuore mi implora di rendere chiare le cose anche a lui, ma non ci riesco.

Riapro gli occhi e commetto uno dei miei mille sbagli che porterà altre conseguenze dietro, ma non voglio non pensarci ora, dopo tutto mi sembrava di essere stata abbastanza chiara con me stessa; non ci sarà mai più nulla.