39. È giunta l'ora.

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Dicono che quando qualcosa di grande sta per succedere, lo senti. L'aria sembra soffiare in modo diverso, il cielo cambia in base a quello che sarà, ma nessuno ti prepara davvero. Nessuno sa quello ti colpirà. Potrebbe essere la fine, come l'inizio. È un tormento che non ti lascia, ti porta a farti molte domande specialmente quando ti alzi e capisci, perché una sensazione strana ti percorre da capo a piedi, lunghi brividi ti fanno accapponare la pelle e realizzi: cosa sta per succedere?

Nel mio caso potrebbero essere tante cose, partendo dal segreto più grande che custodisco e che nessuno ancora sa, se vogliamo essere ottimisti magari potrà essere anche qualcosa di bello ma, chissà perché quella sensazione che mi avvolge, non preannuncia nulla di buono, anzi, tutt'altro. Magari è la volta buona che qualcosa cambi, qualcosa di grande, tanto da lasciarmi senza parole. Forse c'entra davvero Robert, qualcosa cambierà nel nostro rapporto? Onestamente non lo so.

Ma qualcosa sta per succedere, l'ho capito subito, appena ho messo un piede fuori dal letto una sensazione strana mi ha colpito e la sento ancora solo che si è aggiunta una stretta allo stomaco strana. Faccio una smorfia mentre attraverso la strada e vado incontro alla grande vetrata di Starbucks. Il mio riflesso sul vetro fa aumentare quella strana sensazione che non ne vuole sapere di lasciarmi. Ho provato a mascherare le occhiaie, il volto stanco e provato con uno strato in più di trucco, ma non sembra aver funzionato alla grande. Passo una mano sulla gonna a tubino nera ed entro nel mio posto preferito. L'aroma di caffè invade i miei sensi, chiudo gli occhi per qualche secondo e respiro a pieni polmoni. Il locale non è molto affollato, pochi tavolini sono occupati e una leggera melodia esce dalle casse. Dietro al bancone tutti i dipendenti sono girati a parlare ma le spalle larghe e il corpo tonico di Jacob potrei riconoscerlo sempre. Mi avvicino nel momento esatto in cui lui si gira e alza gli occhi per incontrare i miei.

Non sono più riuscita a parlarci, non come avrei voluto a causa del fratello, ma ora ne ho l'occasione. Sorrido dolcemente e lui ricambia aggiungendo un tocco di malizia nei suoi gesti. Si lecca il labbro inferiore e mi squadra dalla testa ai piedi senza ritegno. Lo ammetto. Riesce ancora a farmi tremare le gambe quando mi guarda così.

«Ciao» lo saluto, abbassando lo sguardo e schiarendo la voce.

«Pensavo che non ti avrei più rivisto, anche se tua madre è passata l'altro giorno.»

Fantastico, se mia madre l'ha visto qui allora non potrò mai dirle che nel mio letto c'era lui, spero solo che non mi chieda mai niente.

«Sono stati giorni difficili» sospiro, alzando nuovamente lo sguardo.

«Aspetta, vai a sederti che ti raggiungo e ti porto qualcosa. Il solito?» Scuoto la testa indicando la tisana. «Vai che arrivo.»

Mi allontano facendo risuonare i tacchi e raggiungo il solito tavolino vicino al vetro. Appoggio la borsa sulla sedia al mio fianco e guardo il cielo chiaro. Ormai non c'è più traccia di quell'inverno torrido, fa ancora freddo nonostante aprile sia alle porte, ma le persone non sembrano più farci caso; c'è chi va ancora in giro con la giacca pesante e chi invece è pronto a lasciare New York per dirigersi sulla costa o all'estero. Questo però mi porta a domandarmi cosa ho intenzione di fare per le vacanze. Potrei affittare una casa negli Hampton e restare fino a settembre, oppure, se mai diventerà ufficiale, posso chiedere a Robert di fare qualcosa. Scuoto la testa e nello stesso momento suona il telefono dentro la borsa. Lo tiro fuori e rispondo alla chiamata in arrivo.

«Pronto?»

«Grace, scusami, ti sto chiamando dal mio ufficio perché ho il telefono morto.»

«Oh, Trevor, è successo qualcosa?»

Prima che lui possa rispondere, nel mio campo visivo appare Jacob con la tazza fumante e un biscotto grande. Con un gesto della mano lo invito a sedersi di fronte a me.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora