Amore Proibito

22. Regalami una notte.

"Il destino è per perdenti. È solo una stupida scusa per stare ad aspettare qualcosa che dovresti andarti a prendere." Cita la regina dell'Upper East Side, Blair Woldorf, alla tv. Sdraiate sul divano in salotto, io e Chloe, trascorriamo la sera avanti a Gossip Girl, per la millesima volta.

Che sia un segno? Non credo molto a queste cose, sono onesta, ma dopo la scorsa volta le frasi motivazionali di Blair, penso di non aver scampo.

Mi alzo a sedere senza staccare gli occhi dalla tv catturando in parte l'attenzione di Chloe. Se la conosco abbastanza bene sta litigando con sé stessa; parlare con me o continuare a contemplare Chuck Buss? Un vero dilemma, per lei. Trattengo una risata quando prova a dire qualcosa, socchiude la bocca e impreca verso lo schermo.

«Cazzo Chuck!» alza le mani in aria. «Tanto lo sappiamo tutti come finirà.» Ecco un'altra frase che mi fa sospirare. Sarò melodrammatica, ma ormai ogni frase fatta sembra rivolta verso di me e la confusione che ho in testa, non è poca, ed è soprattutto perché non vedo Jacob da troppo tempo.

Ma cosa mi salta in mente? No, è giusto così, dovrei preoccuparmi per lui, non si fa sentire ma io non l'ho mica cercato.

Mi alzo in fretta e furia in cerca del telefono che giace sul tavolino e si illumina grazie ad una notifica. Lo prendo immediatamente non curante del messaggio e scrivono subito a Jacob per sapere se sta bene. Lo so, è un comportamento adeguato per il mio essere, ma ho deciso che smetterò di farmi complessi e inizio subito rispondendo alla chiamata di un numero sconosciuto che, una volta in attesa, tanto sconosciuto non sembra. 

«Buonasera, mio dolce proibito. In questo momento mi trovo sotto al tuo palazzo, se è quello giusto, vorrei portarti in un posto.»

Socchiudo la bocca, non sapendo cosa dire. Sento il respiro pesante di Robert, non aggiunge altro in attesa di una mia risposta. Sposto lo sguardo verso il divano e scorgo il volto di Chloe curioso che mima qualcosa.

«Adesso?» domando, quasi allarmata. «Voglio dire, dammi cinque minuti.» Non dico altro, butto giù la chiamata e corro in camera mia risultando una pazza. Ho davvero detto cinque minuti? No, ho davvero accettato di scendere?

Entro nella cabina armadio seguita da Chloe che, ridendo sotto i baffi, apre il cassetto dell'intimo e ne ricava uno rosso quasi inesistente. La osservo accigliata indicando il tessuto. «Non lo indosserò, devo solo scegliere qualcosa da indossare sopra.» In tutta risposta inizia ad agitare il suo dito.

«Allora metti una gonna, una camicetta e dei tacchi, dai, non vorrai farlo aspettare troppo.» Sospira, sorridendo e incrociando le braccia sotto al seno. Indossiamo ancora il pigiama coordinato di Victoria's secret, è una cosa nostra del sabato sera, ci prendiamo tutto il pomeriggio per curare la nostra pelle, trasformandola in una giornata sono per noi, e durante la sera ci sediamo sul divano con un cartone di pizza in attesa che cali la notte, ma oggi, sento proprio che salterò la pizza.

«Okay, ho capito, indosserò quello che dici tu.» Strizza l'occhio entusiasta ed esce lasciandomi sola, giusto il tempo per vestirmi. Dal cassetto in basso prendo una gonna nera attillata e dalla gruccia un top bianco a bretelle, ma decido di dare un effetto a sorpresa. Prima di uscire dalla stanza però, prendo un cappotto altrettanto nero e infilo un paio di stivali alti fino al ginocchio.

«Muoviti G, quei miseri cinque minuti sono passati» urla, dall'altra parte della stanza, facendomi ridere. Raggiungo il salotto e giro su me stessa per avere una sua approvazione che non tarda. Si complimenta per le mie gambe lunghe e per la scelta del top, ma non risparmia un occhiolino d'approvazione prima di salutarmi.

«Non fare tardi signorina e ricorda che, domani, dovrai raccontarmi tutto, non come la scorsa volta...» sorride, malvagiamente.

«No, tranquilla. Tu prova a svagarti, Nicholas magari può salire...» lascio la frase in sospeso e, dopo con un bacio volante, esco dall'appartamento.