29. Quanto ti senti felice?

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«Quanto ti senti felice?»

È una domanda semplice a cui dovrei rispondere senza troppi giri, eppure, dinanzi ad essa, non riesco a proferire parola. Succede sotto lo sguardo vigile di Chloe, la quale ha posto la domanda del modo tutto innocente ai fini di conoscere realmente il mio stato d'animo molto attivo nell'ultimo periodo. Non è scema, sa benissimo il motivo del cambio repentino, ma sembra aver bisogno di conferme.

Scrollo spalle, proprio come se avessi qualcosa sopra, anche se l'unico scopo è togliermi di dosso una sensazione estranea e mai provata prima. Non riesco ancora a decifrarla, ad associare un sentimento che la contrasti, ma temo di non riuscire manco sotto sforzo perché la verità è solo una e non sono pronta ad ammettere nulla. Per adesso.

Questa felicità esplosa come un fuoco d'artificio, riscalda il mio cuore più del dovuto, lo stringe a sé e prova a prendersi tutta l'infelicità che vi è dentro, l'oscurità dell'organo più importante per scambiarla appositamente con luce abbagliante in modo da farlo presente a tutti. Ma non voglio che ciò avvenga, non può.

Le persone non sono stupide come sembrano, o voglio far credere, io sono una persona solare e gentile anche tutti i giorni, ma la trasformazione avvenuta in così breve tempo grazie ad una persona, è troppo evidente da fare domande, non per forza dirette, basta usare un passa parola ed ecco che tutto salta fuori, ogni dettaglio viene alla luce e posso dire addio al mio benessere.

«Forse troppo...» ammetto, a bassa voce. Con molta probabilità Chloe non ha sentito, ma era una risposta più utile a me che a lei. L'essere consapevole della felicità che mi scorre dentro mi scuote da capo a piedi. Per anni ho vissuto in una stanza buia, l'oscurità era la mia migliore amica, la mia quotidianità, prigioniera delle parole e succube delle parole di George convivevo con questo peso: io non meritavo una stanza diversa, baciata dal sole, dove le pareti erano decorate da disegni aggraziati, i fiori di tutti i colori e sfumature felici. Io non lo meritavo. Mi toccava guardare il muro nero

Ma ora, dopo essere stata abbattuta da una tempesta, dopo aver sconfitto l'oscurità, la luce è riuscita finalmente ad abbattere quelle mura impenetrabili. Ammetto però, di aver paura, non sono mai stata abituata a tanta luce, ad un sole così splendente e questo mi mette in allerta sulle possibili ricadute e sui problemi che potrebbero presentarsi davanti.

«E hai paura?» domanda Chloe, attirando nuovamente la mia attenzione. Con mia sorpresa era riuscita a percepire chiaramente la risposta data prima, anche se avrei preferito di no.

«Non ho mai trovato la felicità con nessuno, sono sempre stata un rimpiazzo.» La sento sussultare alle mie parole fredde, ma purtroppo vere e lei lo sa molto bene. Si tira su dal divano e fa suonare la suola dei tacchi indossati stamattina. «Vorrei che non fosse così...» sospiro, «ma questa nuova sensazione che si dirama dentro di me, mi agita. Potrebbe precipitare tutto, bastano pochi secondi, qualche occhiata di troppo.»

«Non pensare a quel coglione di George, non si merita neanche i tuoi pensieri più brutti. Non devi aver paura di essere felice, di assaporare anche un pochino quel sentimento che ti meriti, come ti dico sempre, vivi Grace e non pensare sempre al bene degli altri.»

Sorrido alle sue parole e lascio cadere lo sguardo nel nulla, in un punto indefinito nella stanza dove una volta c'era un quadro che rappresentava l'idea di famiglia e amore ideale. Non so di preciso quando sia sparita, sono riuscita solo a vedere l'impronta lasciata dalla cornice. Un segno indelebile.

«Lo faccio, lo sai, altrimenti non avrei trascorso due giorni interi insieme a lui. Per una volta non ho pensato al lavoro, nella mia testa esisteva solo il bisogno di liberare la mente e con lui ci riesco...»

«Anche con Jacob ci riesci» mi interrompe, «con entrambi riesci ad essere te stessa e non è una brutta cosa, ma colgo l'occasione per dirti una cosa.» Si interrompe da sola, batte il piede ripetutamente sul pavimento e sistema la ciocca di capelli ribelli dietro all'orecchio. «Jacob è venuto l'altra sera, ti cercava e non so il motivo.»

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora