10. Soffocare

97 3 14
                                    

2 Dicembre 1970, Vezza D'Alba (Langhe), Piemonte.

Quale forza interiore consente di provare una feroce rabbia? È forse l'amore? Il desiderio? L'ossessione? L'invidia? L'odio? Il rancore?

A Valeria è impossibile riconoscerlo, perché provando una simile frustrazione è angosciante anche solo il pensiero di concentrarsi su altro.

Quella mattina era giusto riuscita a notare l'assenza di Diego in qualsiasi angolo della casa e sbuffare in una mancanza di sorpresa, in merito alla sua codardia.
Altro magnifico pregio del cognome Grimaldi: la capacità di saper scappare dalle conseguenze di certe azioni. Certo, rispetto al fratello, Diego aveva agito secondo il buon nome della legalità ma era stato comunque mosso da un bisogno meschino.

Se c'era qualcosa che Valeria aveva rispettato del loro matrimonio era stato il bisogno di non mentirsi a vicenda, essendo complici di una frode ai danni di Mattia. Quella fiducia basata sul rispetto di considerarsi alla pari. Non era roba da poco ma nel corso della notte scorsa si era rivelata un assurda delusione. Ora Valeria sa di non potersi fidare di nessuno altro che non siano le sue sorelle. Loro si che l'avrebbero spalleggiata e difesa. Diego sta giocando invece, secondo Valeria, nel modo opposto; lasciandola indifesa e quasi spingendola a ricordare la vita lasciata alle spalle, in modo da farla tornare da lei e abbandonare per sempre la difficoltà delle Langhe. Probabilmente l'ha sottovalutata, il che sarebbe sciocco dal momento che più volte Valeria gli ha mostrato di non voler fuggire. Solo questo, dunque? Un ultimo tentativo patetico di allontanarla dalla famiglia?

Non può impedirselo; Valeria è delusa, si sarebbe aspettata di meglio, almeno da lui.

«Tutto questo è ridicolo» dice a se stessa mentre avanza come una furia all'interno dell'azienda ma sfortunatamente incrocia gli occhi di Emma, seduta alla propria postazione, ricordando di colpo le lacrime della donna e quel compianto.

Capisce in un attimo come una donna perfetta come Emma, ottima segretaria e ottima moglie, non si sia trattenuta un solo attimo a scoppiare a piangere di pietà all'annuncio di un loro possibile divorzio.
Valeria prova un'orrore profondo immaginando come anche altri possano considerarlo un'ennesima vergogna da farle aderire all'anima, pensando bene di attribuirle la colpa per quell'atto estremo. Magari pensando che Diego si fosse stancato di accudirla o avesse perso, nei suoi confronti, ogni speranza. Valeria sente accrescere la rabbia.

Lei non dipende da lui, non vuole farlo, non lo farà mai. Detesta non essere stata la prima a proporre quel divorzio, lei che aveva lottato tanto in passato per tenerlo lontano da sé!, così come odia l'idea di essersi adagiata troppo alla sua vita, pensando di avere già la vittoria in tasca contro Mattia.

Non la ha. Non ha nemmeno Diego, se per quello. I loro anelli di matrimonio continuano a non valere niente.

Lo ripete a se stessa ma di colpo il fiato le viene a mancare ed una violenta crisi respiratoria la raggiunge vicino all' ingresso dei bagni.

No, ti prego, no! Urla dentro di sé, tentando di ispirare con forza mentre il corpo si riversa in avanti nel tentativo di spalancare la porta delle donne. Non ancora, no!

Riconosce l'attacco di panico troppo bene. Sa che è la paura a fomentarlo e lei ne prova fin troppa. Assieme all'ansia e alla mancanza di controllo che le precipitano addosso di colpo.

Riesce ad entrare nella toilette e dirigersi verso i lavabi. Si fissa nello specchio, presente al di sopra di essi, tentando di regolare l'attacco con la calma data dal riflesso. Inchioda gli occhi a quelli del suo doppione, tenta di non registrare la visione di tutto il resto, della bocca spalancata, delle vene lungo il collo, della pelle arrossata, delle mani che sono divenute artigli ad afferrare la ceramica di quel sanitario.

Marchiati dal peccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora