46. Spari in cielo

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Che cosa è appena successo? Mattia non sa esprimerlo. Erano seduti tutti quanti a tavola prima che succedesse il finimondo. Di che cosa si è trattato? Insomma, non riesce a credere ad una sola parola e parte a ridere tra sé e sé, scuotendo il torace come se fosse trafitto da scariche elettriche.

Assurdo, tutto davvero assurdo. Quell'uscita di scena? Pura follia. E sua madre?

Si volta, ancora ridente, per vedere lo stato di sua madre e sconvolto si rende conto che la donna sta ancora piangendo con gli occhi chiusi ed il volto rivolto di lato.

«Mamma?» La richiama, ma la donna non le risponde. Che cos'è questo gioco? Stavano cenando tranquillamente, come tutte le sere, quando ecco che d'improvviso tutti sembrano essere impazziti. «Non crederai davvero a quello che hai sentito, vero?»

«Basta, Mattia... arrenditi. Valeria è andata via con tuo fratello.»

«Fratello? Quale fratello? Io non ne ho nessuno. Intendi quell'impostore che se ne è andato dalla stanza tenendola per mano? Avanti, mamma... è il momento di smetterla di fingere. Tutto questo non è divertente e sinceramente mi ha anche un po' stancato.»

Dal secchiello del ghiaccio Mattia solleva la bottiglia di champagne e la apre, essendo già scattata la mezzanotte. Si fissa intorno, verifica che non vi siano camerieri a spiarli prima di rovesciare un po' del contenuto nel proprio calice e assaporarne un diffidente sorso.

«Non hai un fratello?»

«Certo che no.»

«Dici sul serio, Mattia?... Non dovresti bere con le pasticche che prendi.»

Alla richiesta della madre, l'uomo abbassa la mano contenente il calice per poter rivolgersi completamente alla sua attenzione. La donna ha smesso di piangere ed è come se lo fissasse con una sorta di odio e malinconia. No, non riesce a spiegarselo, sua madre lo guarda sempre con amore e appoggia ogni sua constatazione.

«Non ne abbiamo già parlato, mamma?»

«Forse ho sottovalutato la cosa. Credevo lo dicessi con disprezzo, nell'odio con cui ho sempre tentato di proteggermi io ma tu, figlio mio, davvero credi di essere solo?»

Mattia si stringe nelle spalle, manifestando un sorriso che adesso sembra essere sporcato di rabbia.

«Lo sono sempre stato, no?» Sua madre lo fissa con preoccupazione, temendo per la prima volta l'espressione con cui lui la guarda. «Mi avete sempre considerato come un bugiardo ma non è quello che sono.»

«E sei solo?» Ribadisce nel chiedere lei, al che Mattia apre le braccia esausto.

«Cos'altro dovrei essere se non solo? Tu non mi credi e mia moglie se ne è appena andata con un altro solo per farmi impazzire!»

«Tua moglie?» Sussurra Sofia avvertendo una fitta al cuore ma è come se Mattia non fosse in grado di sentire la sua voce.

«Immagino che sia proprio da me e te innamorarsi di persone che finiscono per tradirci. Non faccio una colpa a nessuno di noi due ma quella donna... dovrebbe davvero darsi un limite, ci sono i nostri figli in gioco e con loro non si scherza!»

«Figli?» Sussurra ancora Sofia, ad un tono di voce ancora più basso. Solo ora Mattia si rende conto della sua confusione e la fissa annuendo concitamente, quasi fosse scioccato dalla precisazione.

«Ma certo, mamma, i tuoi nipoti. Gaia, Edoardo e Davide.»

«Certo... i miei nipoti» mormora lei, con le lacrime che le scendono ancora più copiose dagli occhi.
Mattia la fissa con tenerezza, non riuscendo a credere alla dolcezza di quella donna.
Anzi, non credendole affatto.

Marchiati dal peccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora