26. La pietra

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Disteso lungo il corpo di sua moglie, Diego Grimaldi è intrappolato in un ricordo onirico, dipinto nell'inconsistenza dei sogni. Non vi è alcun contorno nel suo immaginario quanto piuttosto una sensazione di calore e tenerezza che pare risalirgli dalla mano lungo tutto il braccio. Nel sogno abbassa la testa verso quella percezione, registrando solo il nero scenario offertogli dalla mente senza poter capire da cosa provenga quel benessere e così continua a domandarselo, a guardarsi intorno, a cercare di focalizzare l'attenzione su qualcosa che sia presente o gli sia vicino.

Lo fa fino a che quel calore non pare concentrarsi sulla punta dei suoi polpastrelli per poi risalire, come le dita gentili di una mano in grado di segnalare il loro percorso con un sentiero di piccoli punti dorati, lungo il suo collo e poi il viso. Si tratta di una carezza e riconoscendone la provenienza Diego può finalmente chiudere gli occhi. Non vorrebbe mai privarsene perché lo ha capito, lo sente. Il leggero graffio delle unghie sempre più percepibili nel corso della risalita e quella dedizione, lenta, nell'accarezzarlo quasi come se fosse qualcosa di prezioso, sconosciuto, inestimabile, possono provenire solo da sua moglie, così come quell'incertezza donata dal timore di spingersi troppo oltre.

Diego prega che non sia solo un sogno e che sua moglie, addormentatasi con lui nella stanza degli ospiti di casa Agnelli, lo stia davvero sfiorando in maniera così amorevole, favorita dal pensiero di non poter essere spiata. Chissà dove si trova la verità e dove la bugia dal momento che ogni azione, divenendo più concreta, appare tanto reale. Volendo godere di quel tocco, Diego rilassa la testa inclinandola appena all'indietro e favorendo così la posa leggera delle dita di lei ai lati del collo. Deve prevalere la menzogna, in questo sogno: la testa, nell'azione, risulta pesante nella sua massa ma leggera nei pensieri al tempo stesso, come se in fondo non vi fosse né consistenza né gravità nel nero mondo presente. Le punte dei piedi impercettibili, le gambe appena presenti, quasi il corpo stesse lievitando, gliene offrono conferma ma la presenza di Valeria è calda come un incendio divampato senza controllo e dona concretezza.

La stanchezza scende su Diego donandogli la resa e ruba le parole dalle sue labbra lasciando il bisogno di percepire ancora, sempre di più, tutto quello che sua moglie può donargli. Dal collo, le mani di lei salgono verso la sua bocca, sfiorandola e vezzeggiandola quasi si trattasse di un bacio, prima di risalire verso le palpebre di lui ancora chiuse così da toccarne la morbida pelle e l'arcuatura ispida delle sopracciglia, curando come un balsamo ogni ferita interna.

Diego apre appena la bocca, ispirando l'ossigeno di cui la presenza di lei, vivida fiamma, lo priva per poi percepire come il corpo di sua moglie sembri avvicinarsi, fin tanto da incontrare il suo petto. 

Vive tutto questo come una benedizione per la quale non se ne riconosce a sè stessi il merito, fin tanto che quelle unghie non arrivano a sfiorare la cicatrice sulla sua tempia destra. Anche in questo caso accarezzano e graffiano appena, scorrendo lungo un sentiero inciso tra le rughe di espressione che ormai sembrano conoscere. Accade in maniera graduale, la fiamma diviene fredda e le unghie mutano la loro delicata consistenza in qualcosa di più grossolano, inanimato, gelido. Si allontanano per un solo istante, lo stesso in cui Diego perde il contatto con il corpo di lei, per poi abbattersi contro di lui, contro la sua cicatrice, non più come mani ma come il duro pugno di una pietra scagliata con tanta forza da far grondare sangue dalla sua tempia.

Diego si sveglia di colpo, emettendo dalla bocca un suono strozzato. Gli occorre del tempo per rendersi conto della realtà, dello sconosciuto profilo della stanza in cui ha dormito e del corpo di sua moglie, disteso sotto di lui, dormiente. Con il cuore ancora tramortito dal termine di quel sogno divenuto un incubo, l'uomo la fissa cercando un appiglio con un espressione intimorita e piena di domande, a suo modo distrutta, fino a che la porta della stanza si apre permettendo l'ingresso della piccola Gaia.

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