Il rumore di sottofondo alla scena è un coro di voci dai toni provocatori ma troppo distanti per poter essere tradotte. O almeno a Valeria non interessa farlo, essendo appena entrata nella vecchia camera di Diego con lui al seguito, stanco e distrutto dalla cena che poco prima ha avuto termine, tanto da chiudere la porta alle proprie spalle con un gesto a malapena accennato e sdraiarsi l'attimo dopo sul letto, premendo con una mano contro il dolore percepito alla fronte.
Valeria rimane ad osservarlo, stringendo tra le mani lo schienale della sedia dietro di lei. Non è la prima volta che entrano insieme in quella vecchia stanza; era capitato molto spesso di dover scovare un luogo in cui parlare da soli, sottovoce, senza essere uditi da altri e la camera di Diego garantiva la perfetta intimità. Nessuno osava entrare in una stanza ospitante moglie e marito, tantomeno provava il desiderio di appoggiare l'orecchio contro la porta per poter venire a conoscenza di chissà quali segreti i due potessero celare poiché il matrimonio garantiva facilmente l'isolamento di una vita privata, assieme a tutti i doveri che comportava.
«Non resteremo molto, devo solo farmi passare questo mal di testa prima di mettermi alla guida» le comunica Diego, continuando a tenere gli occhi serrati e la mano premuta contro la testa, tanto da far sollevare la giacca al seguito e far restringere appena la camicia sul petto.
Valeria fissa il nodo della cravatta di lui domandandosi come non gli venga a mente di allentarlo. Sarebbe la prima cosa che farebbe lei, in caso di malessere. La sola idea di arrivare davvero a farlo però le fa abbassare gli occhi e la porta a sospirare, andando a caccia di nuovi pensieri.«Hai bevuto troppo» constata, senza però alcuna nota di giudizio nelle parole.
«L'atteggiamento di mia madre mi spinge a farlo, sì.»
«Te la sei cavata bene, riguardo la questione di Claudio.» Diego rimane in silenzio, forse a causa del mal di testa, dando modo poco dopo a Valeria di continuare. Non parlargli mentre è nella sua stanza la farebbe sentire strana, quasi stesse invadendo la privacy di un momento privato mentre innestare una comunicazione la fa sentire in contatto. «A che cosa pensi si riferisse tuo fratello, dicendo che eri "uno sbaglio"?» Ancora silenzio, dall'altra parte. «Diego?»
«Non voglio parlare di Mattia, Vale. Ho già il mio mal di testa.»
I limiti imposti da Diego nell'avanzare conversazione la portano a guardarsi attorno, familiarizzando con l'ambiente.
Assomiglia alla sua nuova camera, arriva a pensare Valeria, notando l'essenzialità data dai mobili, capendo come suo marito sia riuscito a farsi spazio con il proprio stile e carattere dentro quella villa austera e dall'animo antico.«Ma hai voglia di parlare con me, giusto?» Domanda con una nota di esitazione, non potendo fissarlo perché troppo concentrata sui libri classici di letteratura russa riposti in uno degli scaffali, anticipati da piccoli ricordi. Oggettistica per lo più di basso calibro, con l'eccezione di un paio di gemelli che Valeria riconosce: appartenevano al padre di Diego.
«Ho sempre voglia di parlare con te. Non parlare ci rende distanti.»
«Anche se siamo arrabbiati?»
Diego sorride ed abbassa la mano, fissando Vale mentre la testa gli riposa sul cuscino. Averla nella sua camera lo tranquillizza, quasi come se quella stanza fosse un porto sicuro nella tempesta. Possono essere loro stessi, solo qui. Possono dialogare con calma.
«Di che cosa vuoi parlarmi?»
Ci sarebbero tante cose da chiedergli, Vale ne ha un'infinità. Potrebbe aggrapparsi alla presenza dei gemelli sul ripiano e parlare del padre di lui, sapendo, seppur non abbastanza, quanto fossero legati e chiedere il perché abbia prevalso la voce di Pietro Grimaldi sulle attribuzioni della società. No, non quel perché. Quel perché era piuttosto chiaro; il capo era rimasto lui e tutti avevano dovuto obbedire. Il perché reale riguardava Mattia, perché proprio lui? Perché non Diego come proprietario della società?
Ma a suo marito viene mal di testa al solo sentir nominare il fratello per cui si esime dal farlo.
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Marchiati dal peccato
Romance*Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Italia, 1970, Piemonte. Valeria Greco era sempre stata una ragazza molto forte, combattiva e brillante, finché il suo cuore non era stato traumatizzato dalla malvagità di un uomo e costretto a muta...