27 Novembre 1970, Vezza D'Alba (Langhe), Piemonte.
Sofia Grimaldi aveva sempre ottenuto tutto dalla vita: un bel lavoro, una bella villa, una buona eredità, un buon matrimonio, nonostante la tristezza con cui la morte vi aveva messo fine, e due splendidi figli che l'avevano fiancheggiata e protetta sempre, almeno finché uno dei due non era stato intrappolato tra le grinfie di una malvagia strega disposta a rovinarli tutti. Questo, ciò che la donna da tempo è arrivata a pensare.
Con furia celata, Sofia assapora un sorso del suo the verde su una poltrona nel suo ampio giardino ed osserva il dorsale scudo fornito dalle montagne, in contrasto con il cielo. Riflette su come sia fondamentale, per la natura stessa, possedere un esoscheletro in grado di sorreggere l'intero pianeta ed impedirne il crollo catastrofico. Allo stesso modo è necessario possedere dei valori, un carattere tenace, in modo da poter tenere tese le redini della famiglia. Identificare i problemi e sradicare il male pronto ad infettare come un tarlo è parte stessa dei problemi e dei doveri.
Stringendosi lo scialle sulle spalle, tenta di far fronte al gelido inverno che li sta attendendo alle porte.
Niente la dissuade dal sollevarsi dalla sua postazione o dall'allontanare lo sguardo: suo marito glielo diceva spesso che era sempre stata una donna troppo intensa, troppo coinvolta, implacabile ed irremovibile. C'era da credere che fosse la paura del controllo matriarcale da lei esercitato sulla famiglia ad aver fatto correre l'uomo tra braccia ben più docili delle sue, in un tradimento da Sofia mai del tutto perdonato perché rappresentativo dell'azione di un codardo, cosa che lei non era mai stata.
Aveva da sempre saputo far fronte ai problemi, dimostrandosi pronta come sta facendo adesso nonostante il suo controllo abbia assunto nuove forme, affini al silenzio. Era da sempre lei la vera Grimaldi, il vero sangue, la donna di tempra che suo padre aveva messo a capo dell'azienda appena superata la pubertà e lo sarebbe rimasta, nonostante le retrovie. Lasciare che una ragazzina mandasse sul lastrico la sua famiglia non è parte delle alternative e nemmeno un opzione: Sofia non lo permetterà. Riconoscere il vero carattere delle persone è una sua dote e quello di Valeria Greco era risultato da subito intriso nell'odio. E l'odio, sì sa, può accecare al tal punto da far compiere un gesto irrazionale.
La Grimaldi non aspetta che quello, un minuscolo sbaglio da parte di lei, allegato alla possibilità di allontanarla per sempre dalle loro vite.
Il male avrebbe dovuto essere estratto dalla radice.
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Avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altra parte del mondo, Valeria, piuttosto che dinanzi alle inferiate del gigantesco cancello principale della villa ma suo marito l'aveva convinta. In piedi al suo fianco, Diego ha le mani nelle tasche ed il volto rivolto nella sua direzione, ad aspettare probabilmente che sia lei, indispettita come una bambina, a compiere la prima mossa.
Non vuole procedere, per cui anche lei volge il viso in direzione di lui.
«Ricordami perché siamo qui» gli domanda e Diego non si sottrae dal riferirle una risposta.
«Perché siamo scappati tanto velocemente dalla festa delle promesse di Maurizio da non aver saputo ciò di cui mia madre voleva parlarci.»
«Cosa può essere? Il nostro allontanamento dalla società?» Valeria sbuffa fuori le frasi, terminando con un ghigno divertito. «Non mi sorprenderebbe, nonostante non abbia del tutto bandito nemmeno Claudio.»
«Credo che non riguardi solo noi e che ci siano anche gli altri.»
«Claudio compreso?»
«Mi è parso di vedere la sua auto sul retro.»
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Marchiati dal peccato
Romance*Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Italia, 1970, Piemonte. Valeria Greco era sempre stata una ragazza molto forte, combattiva e brillante, finché il suo cuore non era stato traumatizzato dalla malvagità di un uomo e costretto a muta...