48. Marchiati dal peccato

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10 Gennaio 1971, Vezza D'Alba (Langhe), Piemonte.

Solo un ristretto numero di scettici è in grado di affermare che niente al mondo possa davvero cambiare. Continuerebbero a ripetere che certo, c'è chi può fare la differenza, cambiare l'opinione pubblica e risultare un vincente, ma davvero qualcuno è in grado di mutare il pensiero che gli altri si sono fatti di quella persona? Davvero qualcuno può essere in grado di ribaltare una situazione scomoda a proprio favore, riscattandosi completamente senza far rendere agli altri conto di essere stati manipolati, al fine di cambiare di opinione?

Gli scettici lo affermano con chiarezza; no, non è possibile, eppure esistono un sacco di cose impossibili che il mondo non sa spiegarsi. Non si riesce a credere pienamente ad una vita aliena ma se ne ha paura. All'oppressione dei poteri forti che ci controlla e ci deruba della volontà. Al fatto che il pudore sia stato inventato. Alla possibilità che la religione sia nata solo come condotta etica per non assassinarsi tra popoli. A come una sola donna sia stata in grado di modificare per sempre la vita ed il rispetto che il mondo deve a tutte le altre.

Lo riporta il giornale che Valeria stringe tra le mani, rimanendo in piedi accanto al gate dell'aeroporto, "Coco Chanel è morta", eppure qualcosa di intramontabile è rimasto in suo ricordo e ha dato il potere a tutte le altre donne di combattere pur di schierarsi per la propria femminilità e i propri diritti. Figure del genere non se ne vanno mai quando riescono a vincere.

«Va tutto bene?» Le domanda Diego, comparendole vicino in un mezzo sorriso. Vale ripiega il giornale, ponendoselo sotto un braccio come un uomo di affari che aspetta la metro per poter andare a lavoro, incrociando per giunta i piedi così da accavallare le gambe nei morbidi pantaloni dal taglio dritto.

«Il suo stile mi piaceva molto.»

«Rimarrà immortale, vedrai.»

«Lo credi davvero?»

«Una donna del genere con abiti simili e tutta quella caparbietà? Ne conosco un'altra altrettanto testarda, piuttosto difficile da dimenticare.»

L'affermazione la fa sorridere, ancora di più non appena vede suo marito porgerle il braccio piegato.

«Allora, che cosa ne dici? Partiamo?»

Non esitano ulteriormente, iniziando a camminare insieme verso l'imbarco del loro volo. La meta palermitana viene riportata a fianco all'orario d'arrivo, provocando in Valeria un leggero batticuore.

«Sicuro di avere tutto con te?»

«Non preoccuparti, Valeria. Non torneremo.»

«Emma si è assicurata di dirti che le ultime pratiche che ti ho dato sono particolarmente importanti, le hai prese?»

«Sono con me nel bagaglio a mano. Le leggerò in aereo, stai tranquilla...»

Le hostess li accompagnano fino alla loro postazione, in un insieme di saluti e docili sorrisi. Diego lascia che Valeria recuperi il posto accanto all'oblò, sperando che il paesaggio esterno e l'imminente partenza possano calmare il suo nervosismo.

«Gaia dove è? Non è ancora arrivata?»

«Lei e Silvia ci raggiungeranno tra pochi minuti, cerca di stare serena.»

«Continui a ripeterlo ma non mi aiuta.»

«Credo che sia la sola cosa da fare, dal momento che anche le hostess si sono accorte del tuo nervosismo. Temo possano scioglierti un calmante nel primo bicchiere d'acqua che ti offrono.»

«Che cosa ridicola» commenta lei, riuscendo però finalmente a sorridere della stranezza di suo marito. Non è che un altro modo per cercare di distrarla.

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