31. Sorelle

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Quando erano bambine, Valeria e Margherita facevano spesso un gioco tra i campi di ulivi della loro casa. Si fissavano spesso negli occhi per disputare chi per prima, tra le due, avrebbe riso. La sfida durava sempre molto tempo e non perché nella vita delle due sorelle maggiori mancasse l'allegria ma perché il contatto tra i loro sguardi favoriva in entrambe la creazione di un equilibrio che trasmetteva loro calma.

Trovando la sorella dinanzi a sé, sulla soglia della sua nuova vita, Valeria cade nel nero inchiostro del suo sguardo, ritrovandovi il calore di quei tempi andati, la severità che ha dovuto vestire per tenere in piedi ciò che resta della loro famiglia ed anche la commozione nell'essere di nuovo con lei. Una di fronte all'altra, cuore a cuore, in una vicinanza di anni che le hanno sempre rese simili, ritrovano il loro equilibrio ed una serenità che pareva essere persa da tempo. Ritornano sedute su quell'erba di campo, dipinte dalle ombre di quegli alberi secolari, a fissarsi negli occhi mentre la loro madre stendeva i panni ed il padre leggeva, comodamente su una delle sedie del giardino, una pagina del giornale locale.

«Siete qui» sussurra Vale, non riuscendo poi ad impedirsi di fissare con stupore anche il resto delle sue sorelle. Angela le sorride con dolcezza, Carla ha un'espressione astuta e Rita... Rita è cresciuta così tanto da sembrare già una donna.

«Ciao, sorellona» la saluta Margherita, riuscendo a far trasparire un sorriso nella sua autorità e Vale la stringe di colpo tra le braccia. Si uniscono anche le altre, teneramente, creando intorno a lei un'armatura in grado di proteggerla. Non riesce a crederci.

«Che cosa ci fate qui?» Domanda con il respiro spezzato da un piccolo principio di pianto pieno di gioia, non appena si allontana da Margherita così da interrogare con lo sguardo tutte quante.

«Siamo venute a trovarti» le continua a rispondere la maggiore mentre nel resto dei sorrisi delle sorelle sembra calare una piccola ombra, forse dovuta alla malinconia. «Non ci lasci entrare?»

«Sì... sì, certo che vi faccio entrare.»

Vale si sposta di lato in modo da poter seguire con gli occhi la fila di sorelle che le sfila di fronte. Angela, passando, le stringe dolcemente una mano mentre Carla le fa un occhiolino, nel procedere. Quando spetta a Rita l'ingresso, Vale si china verso di lei per poterle lasciare un bacio sulla guancia.

«Quanto ti sei fatta bella» le sussurra, non potendo credere al dolore causato dalla sua assenza. Solo in questo momento, vedendole tutte insieme, diverse, cresciute, abbronzate dal sole della Sicilia, sembra accorgersi di quanto il tempo stia passando velocemente e di tutto ciò che si sta perdendo.

«Mi sei mancata» le dice Rita, in una dolcezza che nei suoi quindici anni si interfaccia a momenti di tristezza.

«Anche tu mi sei mancata. Tutte voi, tantissimo.»

Non appena anche l'ultima delle sorelle supera l'ingresso, Vale chiude la porta di casa con lentezza, quasi imprigionandovi un tesoro all'interno.

Prima d'ora nessuna di loro aveva visto la loro casa arredata per cui si guardano intorno, curiose dello stile moderno dei mobili, una su tutte Margherita che, setacciando con lo sguardo ogni area, sembra cercare ben altro.

«Tuo marito non c'è?»

Al ricordo di Diego, gli occhi di Vale si calamitano sulla porta della propria stanza, ancora chiusa. «Ci raggiungerà tra un attimo, ne sono certa.»

E come richiamato dalla voce della moglie, Diego si affaccia nel soggiorno aprendo lentamente la porta della camera prima di scoprire, mostrando un pieno stupore, l'arrivo degli ospiti.

«Ciao, Diego!» Saluta prontamente Rita e Diego fissa prima lei, poi Clara, Angela ed infine Margherita, secondo l'ordine non solo di nascita ma di disposizione secondo la fila creata al centro del soggiorno, con la bocca appena aperta ed un sorriso sincero, divertito dall'averle con loro.

Marchiati dal peccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora