20. Blackout

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11 Dicembre 1970, Vezza D'alba (Langhe), Piemonte.

Ore: 11.20

Oltre le finestre della società Grimaldi il mondo sembra sull'orlo di far insorgere un temporale. Le nubi grigie minacciano una pioggia furente e nell'aria vi è l'odore acre di calore atmosferico mescolato alla nocività dei gas di consumo, rendendo l'ossigeno quasi impossibile da incanalare.

Molti dei dipendenti, rincuorati dal rifugio sicuro offerto dall'enorme castello in cui alloggiano ogni giorno, pagando il prezzo di una dose sempre maggiore di tristezza, ora ringraziano di non essere parte degli eventi. Di non essere l'adolescente ragazzo che con lo zaino in spalla sta attraversando la strada, intento a fissarsi attorno quasi pensasse sotto a quale cornicione potersi rifugiare nel caso la pioggia torrenziale arrivasse a scendere, così da non bagnare i fumetti con i quali ha riempito la cartella. Oppure la giovane signora che porta a passeggio il proprio cane: proprio quella mattina aveva fatto indossare alla povera bestia, lungo tutto il corpo, una mantella blu scura che potesse coprirla dalle intemperie, solo perché odiava l'odore di cane bagnato per casa. Sicuramente, una fortuna risulta quella di non essere nel corpo dell'anziano signore che, seduto alla postazione esterna di un bar, ha alzato gli occhi al cielo perché i dolori alle ossa avevano previsto con largo anticipo la precipitazione in arrivo. In guerra, dolori simili lo avevano risparmiato dalla polmonite.

Di fatti, se l'ossigeno non risulta respirabile a sostituirlo è in offerta la paura; avvertenze meteo di quella portata mettono a rischio coltivazioni ed impianti, rendono inaccessibili le strade e distruggono la tranquillità della quale Vezza dell'Alba vanta un primato assoluto, secondo standard di benessere. Chi resiste alla paura è considerabile un vincente ed i Grimaldi non hanno puntato a niente di meno.
Messi in sicurezza i campi di raccolto, hanno incaricato le figure di vetta dell'azienda di destreggiarsi in sorrisi di pura convinzione nei riguardi dei timorosi e dei complottisti in grado di dichiarare "al fallimento" prima della reale perdita di introiti.

Un vero regime di cui Pietro Grimaldi avrebbe potuto andare fiero e che pare osservare con divertito compiacimento dalla fotografia che lo ritrae in un tono autoritario, appesa quasi fosse di guardia, davanti alle scrivanie nell'open space degli impiegati.

Nonostante l'imposizione della tranquillità, però, qualcuno riesce ancora a ragionare di testa propria: Valeria mostra la preoccupazione senza alcuna dose di orgoglio, riflettendo su come i suoi ricordi abbiano sempre messo in relazione importanti precipitazioni ad eventi crudeli. Pioveva forte il giorno in cui i militari giunsero a casa dichiarando a sua madre la morte del proprio marito e pioveva il giorno in cui, da bambina, Valeria si accorse di come le persone più grandi di lei non fossero invincibili ma solo ricettacoli di preoccupazioni che ancora non conosceva. Pioveva persino il giorno in cui sua sorella Angela rimase coinvolta in quell'incidente che l'aveva portata a zoppicare per sempre. Era infatti stata colpita da una macchina mentre camminava sul ciglio di una strada.

Scuotendo energicamente la testa, Valeria convince se stessa che si tratta solo di preoccupazioni sciocche. Non era mai stata superstiziosa. Raramente tutt'ora cede l'interesse alle motivazioni che possono aver reso storta una giornata, quindi niente adesso a cui dover pensare.
Rincuorata da questo pensiero auto commissionato si concentra sulle parole di suo marito mentre questi si staglia, al di sopra del gruppo riunitosi, come una statua equestre, portatrice di nuovi comandi.

«L'azienda rimarrà aperta fino a che l'allerta meteo non sarà terminata e per il momento la fine del temporale è prevista per domani mattina. Dobbiamo garantire alle persone che non possono rientrare nelle loro case un posto in cui restare. Lasceremo a disposizione coperte e sposteremo la gran parte dei divani nella sala comune. Molti dei mezzi pubblici sono stati soppressi per cui, a gruppi, faremo in modo che le persone possano utilizzare gli stessi taxi. Sarà un pomeriggio lungo ma dovremmo assicurarci che torni la calma.»

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