Ogni tentativo di Diego di concentrarsi viene raso al suolo non appena sua madre entra come una tempesta all'interno del suo ufficio. Si avvicina con passo spedito, facendo risollevare la testa del figlio, per poi battere i palmi aperti contro il tavolo e far sobbalzare gli oggetti presenti.
«Devi rimettere in riga tua moglie. Adesso.»
«Che cosa ha fatto, stavolta?»
«Ohh. Non te lo immagini.»
Né curiosità né rabbia smuovono Diego che arriva solo a pensare a quanto poco diritto abbia sua madre di presentarsi sul suo posto di lavoro così: non tutto le appartiene, quel luogo è stato riservato unicamente al controllo del figlio e lo dovrebbe ricordare.
«Quella strega ha capito che ci saremmo rivolti al solito negozio di abiti da sposa e si è presentata lì, facendo una scenata.»
Se si è presentata in quel posto è stato nel ricordo dell' umiliazione che le hai fatto provare tu, madre, riflette Diego, rammentando fin troppo di quel pessimo passato.
Sofia Grimaldi aveva costretto Valeria ad entrare in quel negozio tremante, ancora scossa e ferita dalla violenza inflitta da Mattia, per poter scegliere un nuovo abito da sposa.
Il candore del vestito era parso una presa in giro.«Le parlerò» taglia corto lui, tornando al proprio lavoro.
«Per dirle cosa? Nemmeno sai che cosa ha fatto. Possibile tu abbia sempre il desiderio di assolverla da ogni sua colpa, senza remore?»
Diego è costretto a ripristinare l'attenzione verso il disturbo che la madre rappresenta, provando a non mostrarsi infastidito nel rispondere.
«Non la assolvo, sempre, da ogni colpa.»
«Allora un briciolo di cervello ti è rimasto» sputa fuori lei, con una malignità priva di tatto. In Diego, ancora indifferenza. Ha ormai capito quanto la madre vada su di giri nell'assenza emotiva di una risposta. «D'accordo, adesso te lo dico... è entrata nel negozio e dopo una recita teatrale fatta di finte buone maniere ha umiliato Manila Scalzi. Le ha strappato l'abito da sposa e l'ha messa a nudo, di fronte alle commesse. Vuoi sentire altri particolari?»
Diego non è più imperscrutabile e nella stanza cala un silenzio angosciante, pronto ad essere riempito da una lugubre testimonianza.
-
La terra non ha mai tremato tanto forte quanto pare fare l'istante in cui Diego, uscito dal proprio ufficio, percorre il corridoio dirigendosi verso la postazione della moglie. Valeria è incosciente di tutto; sta lavorando diligentemente ed in maniera assorta tanto da sobbalzare non appena la mano del marito si stringe attorno al suo braccio.
«Vieni con me.»
Il tono è perentorio, Valeria non può controbattere ma nello scompenso dato dal ricevere quell'agguato riesce comunque a scorgere, distintamente, la figura di Sofia vicina alla postazione di Emma, avente uno sguardo fiero. L'espressione riporta a Valeria la follia combattiva necessaria per sorriderle, in tutta risposta, mentre i morbidi capelli le vorticano intorno come lunghe alghe scure trainate dal moto marino della corrente. In risposta, Sofia fa regredire la propria, seppure la vera punizione debba ancora arrivare.
Diego sta trainando Valeria verso gli uffici in costruzione del piano, tra teli di plastica e colature pittoriche, ovvero l'unico luogo dove possono essere isolati da tutto il resto, una volta entrati all'interno di una delle molte stanze vuote. Rimasti soli, la presa sul braccio si allenta di colpo tanto da far sorridere Valeria, già sulla strada della rivincita.
«Per un attimo ci ho creduto davvero, sei stato bravo. Tua madre anche pare averci creduto. È stata un'ottima recita.»
«Ma non è una recita. Ce lo siamo detti, no? Basta mentire.»
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Marchiati dal peccato
Romance*Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Italia, 1970, Piemonte. Valeria Greco era sempre stata una ragazza molto forte, combattiva e brillante, finché il suo cuore non era stato traumatizzato dalla malvagità di un uomo e costretto a muta...