30 Dicembre 1970, Vezza D'Alba (Langhe), Piemonte.
Le aveva scattato una fotografia. E poi un'altra. E poi un'altra ancora. Gliene aveva scattata una mentre facevano l'amore, facendola scoppiare a ridere e poi riempiendola di malizia all'idea di come sarebbe uscita. La seconda mentre era fuori in giardino, seminuda, a spostare le piante da sempre nella sua stanza ma che a lei, apparentemente, sembravano in uno stato sofferente e bisognoso di luce naturale diretta da diversi giorni ormai. La terza l'aveva scattata lei a lui, dicendogli che ne voleva una tutta per sé, così da averlo anche quando lui non c'era. Sarebbe stata "quasi meglio della collana". Gliel'aveva concesso.
Ora la quarta scatta nella chiusura dell'obiettivo mentre sono tornati in vasca insieme.
«Mi piace fare il bagno con te, lo riempi di bolle» commenta lei, riponendo la macchinetta a terra dopo essersi sporta di lato.
«Tu non lo fai mai?»
«Non mi do mai il tempo di aspettare.»
«Dovresti imparare, invece. La vita offre così pochi lussi che è consigliabile coglierli tutti.»
«E tu li cogli, non è vero?» Domanda, inclinando la testa all'indietro per vedere la sua faccia.
«Uno per uno.»
La bacia. Quasi le fanno male le labbra da tutti i baci che si sono scambiati. Ringrazia che sia rimasto superficiale.Questo pensiero la riconnette a tutti i dolori che ha lungo il corpo e la conduce ad affondare sempre di più nella vasca, valutando attraverso piccoli spiragli di libertà dalle nuvole di sapone lo stato del proprio corpo senza che Diego possa accorgersene.
Con piacere nota che suo marito sta diventando più passionale nel rivendicarla e ricorda che anche lei non si è affatto risparmiata. Addirittura si era dimenticata di non sporgersi tanto in alto con i succhiotti ed era finita a lasciargliene uno al di sopra dell'ipotetico colletto di qualsiasi sua camicia. L'idea di vederlo tornare a lavoro con quel timbro le fa mordere un labbro.«Questa deve essere davvero la pace dei sensi» lo avverte dire, il che la riporta alla realtà.
«È la nostra luna di miele, non lo ricordi?»
«È vero... dove ti sarebbe piaciuto andare?»
«In Bielorussia o nella Finlandia del nord.»
Diego scoppia a ridere pochi secondi dopo.
«Saremo morti dal freddo! Davvero la nostra luna di miele l'avresti passata con milioni di vestiti addosso, senza la voglia di spogliarsi?»
«Sono posti che mi piacciono, perché, tu dove saresti andato?»
«In Libia... in Australia, oppure nella California...»
«Giochi solo per opposti, nemmeno ti interessano.»
«Vale, se solo avessimo rispettato l'ordine di tutte le tappe e non fosse capitata la presenza di mio fratello nelle nostre vite allora ti giuro che ti avrei portato nel posto più caldo del mondo solo per vederti spogliare. Ti adoravo già allora, figurarsi adesso.»
Vale arrossisce e distoglie lo sguardo provocando la sua curiosità.
«Che cosa c'è?»
«Avevo capito male.»
«Che cosa avevi capito?»
«"Ti amavo già allora".»
È imbarazzata nel confessarlo, ma questo è ciò che ha sentito ed una parte di lei pare vantarsene.
«Vuoi che lo dica?» Sussurra lui, accarezzandole dolcemente la testa ed il declino di capelli.
«No, non devi.»
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Marchiati dal peccato
Romance*Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Italia, 1970, Piemonte. Valeria Greco era sempre stata una ragazza molto forte, combattiva e brillante, finché il suo cuore non era stato traumatizzato dalla malvagità di un uomo e costretto a muta...