42. Insieme

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Potrebbe davvero abituarsi a girare senza vestiti con lui dentro la loro casa. L'asciugamano era stato abbandonato sulla soglia della camera da letto, quasi fosse vietato, varcata quella porta, indossare qualsiasi tipo di vestiario. Per questo ora si studiano come due animali in pieno periodo di cacciagione, sfidandosi nel vedere a chi per primo sarebbe toccata l'iniziale mossa.

Si erano parlati a cuore aperto, sono tornati nudi ed ecco interfacciarsi tra di loro di nuovo il bisogno come una voce sibilante, bassa ma strisciante così a lungo da non poter essere ignorata. Che cosa faranno? Non spetta che ai loro istinti scoprirlo e a loro stessi di lasciarsi andare.

Vale si avvicina alla scrivania della stanza, pronta ad avanzare una considerazione sulle fotografie del loro matrimonio che vi aveva ritrovato ancora racchiuse nella loro pellicola, ma non appena prova a rivolgersi nella sua direzione ecco che scopre di avere il marito alle proprie spalle, in attesa di un suo piccolo segnale.

Rimane senza fiato, bloccata nel vederlo tanto vicino a sé e così pronto, immobile, dinanzi a parole che non sembrano in grado di fuoriuscire.

«Scusami, troppo vicino? Rimedio subito» la prende in giro, retrocedendo di qualche passo con un impertinente sorriso sul volto.

Vale lo fissa sorridente ma si domanda quanto a lungo possa resistere con questa tensione tra di loro che sembra risalire drasticamente.
Scivola persino con lo sguardo lungo il suo corpo, giudicando da sola l'entità del danno che ha apportato e andandone fiera.

«Sembra che tu voglia starmi molto più vicino, piuttosto.»

Diego fa un sorriso spontaneo, quasi infantile a suo modo. Nemmeno tenta di mascherarlo, limitandosi a stringersi nelle spalle.

«Stai camminando nuda nella mia stanza, reagisco solo di conseguenza.»

Vale non può fare a meno di provare una dose di allegria e passione dinanzi a parole simili dette con una tale semplicità. Suo marito ha confessato le proprie emozioni spontaneamente, non vede perché lei non possa fare lo stesso.

«E' da te che è difficile staccare gli occhi, sai?»

«Credi davvero? Io preferisco te.»

Questo battibecco la diverte parecchio ma l'onestà le gratta il fondo della gola, costringendola a parlare.

«Ho immaginato per molto tempo come potessi essere... mi è mancato non poterti toccare.»

L'uomo si ferma al centro della stanza, fissandola con amore e aprendo appena le braccia.

«Sono tutto tuo.»

«Davvero?»

Glielo dimostra con facilità, andandole incontro. Fermatosi dinanzi a lei, la fissa in attesa della sua successiva mossa e l'altra non esita. Sollevando una mano sfiora una delle molte gocce d'acqua rimaste pendenti lungo il suo corpo statuario, privandola della vita per poter beneficiare del contatto con la sua pelle. Aveva notato da tempo l'elevata sopportazione di suo marito alle basse temperature ma ora, all'idea che il freddo della notte abbinato al ricordo della doccia calda possa dargli fastidio, solo per un attimo viene raggiunta dal desiderio di accostarsi a lui e tenerlo stretto. Riscaldarlo con il suo corpo e beneficiare della morbida frizione tra di loro ma poi quell'ipotesi viene sostituita da una ben più succulenta. Lasciarlo rabbrividire, vederlo vestirsi di pelle d'oca, le appare come un ipotesi più affascinante essendo avvinghiata all'idea di riscaldarlo poco a poco, con maestria puramente femminile. Sì, l'idea la strega al punto tale da rendere più leggera la pressione del proprio tocco, facendolo terminare in un piccolo graffio delle unghie, mentre suo marito dall'alto la osserva con la consapevolezza di chi sa che un piano è in atto.

Marchiati dal peccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora