L'uomo organizza, la vita sceglie.
Me lo diceva sempre mio padre fin da quando ero una bambina.
Mi diceva che, per quanto potessi organizzarmi nel più piccolo e insignificante dettaglio, la vita ha il coltello dalla parte del manico.Sceglie lei.
È come giocare una partita a poker con il banco..
Gioca pure la partita al meglio delle tue possibilità ma il gioco lo ha in mano qualcun altro.
L'imprevisto. La variabile x.
Si insinua e stravolge all'improvviso ogni piano.
Io ne sono una maledetto esempio vivente di come le cose possono cambiare, precipitare oserei dire, con una velocità disarmante.
Eppure mi hanno addestrata bene.
Saltavo gli ostacoli che la vita mi poneva davanti ad occhi chiusi, non importa quanto fossero alti e complessi, io li superavo.
Sono brava a superarli, la migliore.
Per questo, so fare il mio lavoro.Ma la vita ti fotte.
Il banco vince, sempre.E nel giro di un soffio di vento di tramontana mi sono ritrovata con tutte le mie cicatrici che mai riusciranno a guarire.
La vita a volte ti dà l'illusione di avere il comando perché c'è stato un tempo in cui tutto era facile, quasi divertente, e stimolante.
Un passato breve ma mi dà l'impressione che sia passata un'eternità.
Eravamo una squadra, lo siamo ancora, ma in modo totalmente diverso.
Perché abbiamo perso, io ho perso, e questo ti cambia nel profondo.
Credevo di avere il controllo ma, come ho detto, era soltanto una mia stupida illusione.
Perché a volte non puoi prevedere l'inevitabile e nemmeno riuscire a ostacolare una tempesta.
Siamo state travolte in pieno, tutta la squadra ne ha risentito ed io porto il peso dei sensi di colpa sulle mie spalle.
Perché sono il capo.
Comando io.
È mia la responsabilità dei miei uomini e di quello che gli capita.
È colpa mia.Il sole splende in un cielo sereno blu cobalto sopra la mia testa.
Trovo ironico che sia una giornata così bella in un momento così triste.
Il cimitero militare dalle tombe bianco candido tutte rigorosamente uguali è parzialmente affollato da un gruppo ristretto di amici, la famiglia e i cari.
I maggiori esponenti del corpo di polizia di Los Angeles sono accanto a me, tra i quali c'è anche la mia squadra, o quella che ne rimane.
Osservo i visi conosciuti, sfigurati dalle lacrime, bianche anche loro in tinta perfetta con le numerose lapidi.
Ognuna di loro ha una storia, breve o lunga, a volte fin troppo breve.
Sono i caduti.
Colleghi e amici.
Morti per qualcosa di più, qualcosa di importante.Ma a mio parere, un pensiero egoistico che non mi permetterei mai di esternare, non qui e non oggi almeno, nessuna idea è sufficentemente rilevante da poter giustificare un numero così elevato di perdite.
La bara di mogano è davanti a me, l'hanno ricoperta di rose bianche.
La nostra bandiera a stelle e strisce sventola a mezz'asta qui accanto, per rispetto al caduto.
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Calibro 9
FanfictionMacarena e la sua squadra della L.A.P.D. devono affrontare una nuova minaccia. Intrighi, cambiamenti e ostacoli si porranno sul cammino che giungeranno ad una semplice conclusione: L'uomo organizza, la vita sceglie. ____________________________ ECCO...