CAPITOLO 8

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"Non c'era acqua nei polmoni"

Guardiamo entrambe Paul che sta leggendo il referto del medico legale.

"Perciò non è affogato" traggo le conclusioni da me.

"No" mi risponde lui, dal fascicolo tira fuori una fotografia ravvicinata del viso della vittima e ce la mostra "È morto asfissiato ma spesso i segni sul corpo sono simili.."

"Sono lividi?" Gli chiede Maca osservando gli evidenti segni violacei sulla pelle bianchissima.

Mi avvicino per osservare meglio la fotografia "Come se qualcuno avesse voluto tappargli naso e bocca esercitando una certa forza.. è stato un omicidio" le dico spostando infine lo sguardo nel suo.

Lei sembra seguire il mio ragionamento, occhi negli occhi mi dice "Poi è stato messo nella vasca e l'assassino ha preso quello che credevo fosse un foglio bianco per scrivere una lettera d'addio"

"Ma perché ucciderlo così? Per farlo sembrare un suicidio?" Mi chiede lei.

La risposta mi sembra abbastanza chiara "Per coprire l'omicidio"

"O forse c'è altro.. qualcosa di più grave che ha a che fare con gli esplosivi" propone lei tornando a guardare la fotografia, riporta lo sguardo nel mio "Zulema, dobbiamo trovare quel laboratorio"

Dobbiamo. Noi.

Riccia corre da noi con una serie di fogli in mano "Credo di averlo trovato!" L'attenzione ricade immediatamente su Kabila che, senza aspettare ulteriori domande, si appresta a dirci "Nel portafoglio di Drake c'era una tessera della metro e sono riuscita a risalire ai suoi spostamenti.. prendeva sempre il treno da una fermata vicino al negozio di magia fino al capolinea nel Bronx"

Paul si intromette per rivolgersi a Maca "Prendiamo i giubbotti e setacciamo il quartiere come i vecchi tempi?"

"Non sarà necessario" lo interrompe Riccia, infastidita di essere stata interrotta da questo damerino uscito dal nulla "Ricordate la recente interruzione di corrente? Lui ha preso un taxi e sono riuscita a scoprire dove si è fatto lasciare quel giorno"

Maca sorride scaltra "Sei fantastica Kabila.. dammi l'indirizzo"

"Te l'ho già girato sul cellulare" le risponde Riccia gongolando.

Maca non guarda nessuno, inizia a camminare in direzione dell'uscita e solo alla fine dice "Forza, Zahir, seguimi"

Guardo Paul che resta nuovamente in panchina e mi limito solamente a fargli l'occhiolino.

Gongolo come una pazza.

Ha scelto di nuovo me.

Saliamo entrambe in auto e lei sfreccia fuori dal garage, immergendosi sulla principale "Questo caso ti fa riemergere i ricordi del tuo passato?"

La mia domanda sembra non darle troppo fastidio ma sicuramente non se lo aspettava "Qualcuno" è la sua unica risposta.

Decido di non insistere, forse non vuole rivangare troppo il passato e non c'è persona che può capirla più di me.

Parcheggia l'auto in un posto parecchio isolato "Siamo arrivate"

Scendiamo e mi guardo intorno "Questi capannoni fuori città sembrano abbandonati.." ragiono ad alta voce "..e da parecchio"

"Mai credere a quello che vedi" risponde osservando per terra "Qui ci sono delle impronte di scarpe e sono fresche"

Entrambe tiriamo fuori le armi e le teniamo in pugno "Vanno in direzione di quel muro di mattoni"

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora