CAPITOLO 32

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ZULEMA

Le sue labbra si muovono sulle mie fameliche, la tengo stretta a me e in un attimo le lingue si intrecciano volendosi ancora di più.

Riconosco il fatto che è una bella donna da una spiccata intelligenza e avvicinarmi a lei mi ha arricchita come persona, prima che sfociasse in qualcosa di fisico.

Ci mangiamo a vicenda.
Le mani accarezzano possessivamente ed è come se il mio corpo volesse andare oltre ma c'è quel qualcosa dentro di me che si impunta all'ultimo, tiro il freno a questa cosa che sta per degenerare.

"Ferma.. ferma.. Giada" mi stacco da lei scuotendo appena la testa, cerco di riprendere fiato per fare arrivare l'ossigeno al cervello e riuscire a pensare con lucidità "Ti ho chiesto di incontrarmi per parlare"

Lei ridacchia "Tu inviti una donna in un motel per parlare?" La sua mano mi accarezza l'addome, il petto, fa su e giù "Non ci credi nemmeno tu.." cerca di sedurmi con quella cazzo di mano che mi accarezza in un modo provocante.

"Tuo fratello mi ammazzerebbe se sapesse di questo.." le rispondo allontanandomi, staccando le sue mani dal mio corpo ".. è troppo pericoloso farlo così di nascosto.."

Alza lo sguardo al cielo "Hai idea di che cosa farebbe se sapesse che sono attratta da una donna? Non esiste una blasfemia peggiore per la nostra religione.. non importa quanto gli stai a cuore, ti ucciderebbe"

Le prendo il viso tra le mani "Per questo ti ho chiesto più volte di venire con me negli Stati Uniti.. per vivere entrambe la nostra libertà.. e poi poter tornare quando le cose saranno sistemate"

"Non saremmo mai libere.. lui non ci lascerà mai andare via.." le trema la voce perché ha troppa paura, glielo leggo in quello sguardo terrorizzato.

La chiamano la telefono e lei va in agitazione, non sento la comunicazione dall'altra parte ma posso intuire facilmente il contenuto dalla sua risposta "Sono qui, al mercato.. posso rientrare tra un'ora.. okay, ho capito.. dieci minuti e ci sono" chiude il telefono e mi guarda, con ancora più paura "Non possiamo continuare così, Zulema.. tu lo sai quanto ti voglio ma stiamo correndo un enorme rischio"

Sto per risponderle quando bussano alla porta, sento una a voce femminile parlare in arabo, interrompendoci "Resta in silenzio, per favore.." le chiedo non capendo che sta succedendo.

Così apro la porta e mai nella vita mi sarei aspettata di trovare quello sguardo smeraldo puntare nel mio.

Resto senza parole, potrebbe essere tranquillamente un frutto dalla mia immaginazione eppure è qui.

Lei.

Due mesi.
Un'eternità è passata dall'ultima volta che ho incrociato questo sguardo e fin troppe cose sono accadute nel frattempo che mi hanno trasformata in una persona spero migliore ma al contempo molto diversa da quella che ero.

Il volto semicoperto dal velo bianco ma riconoscerei quello sguardo espressivo ovunque e, per qualche ragione, l'emozione che trasmette è rabbia pura.

Quegli occhi.

Anche lei resta interdetta forse per un paio di istanti.

Mi parla in arabo, cosa che non credevo neppure fosse in grado di fare, con un tono autoritario mi dice "Il pagamento di questa camera risulta non eseguito, la prego di venire a controllare" si inventa una scusa per farmi uscire dalla stanza.

"Grazie" rispondo, guardo Giada e le dico "Devo andare.. tu devi chiuderti qui e non devi aprire a nessuno. Hai capito? A nessuno. Finché non torno"

Lei annuisce ed esco dalla stanza, raggiungo Macarena in corridoio.

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora