CAPITOLO 62

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Quando esco dalla mia stanza mi metto immediatamente al lavoro.

Anche se.. è proprio il lavoro che cerca me.

Tanto che Raul Castro si palesa davanti a me nella hall, dal suo sguardo il bacio ha acceso la sua fame e la sua voglia di andare a caccia.

Esattamente quello che speravo.

"Ho fatto delle ricerche.. sei più di quello che dici di essere" mi dice non appena mi vede.

"Primo.. Buongiorno a lei, Signor Castro" puntualizzo la buona educazione "Secondo.. non credo di aver mai detto chi sono in realtà"

Kabila mi ha costruito una scheda perfetta divisa in due personalità, proprio come lo è lui.

La mia vita alla luce del sole, ovvero una rappresentante farmaceutica.

La mia vita di notte, ovvero la più grande trafficante d'Europa.

Lui mi osserva con quel sorriso scaltro "Buongiorno.. ti trovo oltremodo meravigliosa"

"Molto meglio" convengo sapendo perfettamente che l'abbigliamento scelto avrebbe agevolato il mio compito.

"..vorrei poterti parlare nel mio ufficio" sorrido come se me lo aspettassi "..per affari"

"Le servono dei farmaci? Sta male?" Chiedo fingendomi innocente.

Lui mi affianca e mi accarezza la schiena "Non sono questi gli affari di cui mi sto interessando.." mi sussurra all'orecchio.

Bingo.

Mi scorta nel suo ufficio.
Più ammaliato dal mio sedere che da quello che potrebbe uscire dalla nostra prossima conversazione.

Mi fa entrare per prima mostrando una certa propensione alla galanteria e non rimango affatto sorpresa dall'ostentazione di ricchezza che richiama l'intera stanza.

Non mi faccio sorprendere, non mi sono mai interessati i soldi.

Mi accomodo sul divano nero di pelle, accavallando le gambe tanto che la gonna si alza appena scoprendo la pelle.

Lui è davvero così dannatamente prevedibile.

Mi propone da bere dal carrello bar ed io accetto ma bevo solo un'acqua tonica con ghiaccio dal momento che sono solamente le dieci del mattino.

"Ho i miei informatori.. non voglio girarci troppo intorno e gradirei che non mi prendessi in giro" si rivolge a me serio.

Gli affari per lui sono molto importanti.

Sono diverse le possibilità di risposta ma opto per la franchezza "So perfettamente di cosa ti occupi, Castro.. non mi trovo certo qui perché mi hai ammaliata con la tua capacità di perdere a poker"

Incassa il colpo "Signorina Civantos.. lei è conosciuta come la regina di picche in Spagna.. la sua reputazione la precede e sono lieto di conoscerla ma mi domando.. che cosa vuole da me?"

Sorrido mentre incontro le dita delle mani appoggiate sul mio ventre "Se hai tutte le informazioni, saprai che sono dovuta scappare dall'Europa perché ho l'Interpol e i Servizi alle costole.. gestisco l'intera mia azienda da remoto ma ho bisogno di appoggio in loco.. e da quanto ne so.. anche tu hai diversi problemi con la polizia"

"Niente che non possa gestire" risponde prontamente.

"Non ne dubito.. ma il fatto che tua moglie sia morta in quel tragico incidente poco prima di essere interrogata ufficialmente.. che colpo di fortuna" rispondo ironica mentre lo osservo attentamente. C'è lui dietro, ne sono sicura.

"A volte il destino ruota a nostro favore" controbatte lanciandomi un milione di segnali corporei. Non sa proprio mentire.

Incalzo sempre più sicura di me "Il fatto è che la polizia non crede che sia stato un incidente.. com'è giusto che sia perché di fatto non lo è stato"

Prontamente si avventa e mi afferra forte per la gola stringendo forte la presa, non si può certo dire che non me lo sia meritato "Vuoi ripetere?"

"Che c'è Castro? Mi hai detto di non prenderti in giro.. non crederai che io non sappia che tipo di persona sei" rispondo ridendo appena mentre lo guardo fisso negli occhi.

"E che tipo sono, sentiamo?" Incalza lui.

"Ottieni sempre quello che vuoi, in un modo o nell'altro.. apprezzo un uomo che sa cosa vuole e che se lo prende con la forza" flerto con lui sapendo che non può assolutamente resistermi, sono esattamente il suo tipo. Una donna che sa tenergli così testa di certo non la vede tutti i giorni.

"Da dove cazzo sei uscita tu?" La sua voce si sta incrinando dall'eccitazione.

Sorrido beffarda "Attento Raul.. stai perdendo la tua finezza.."

"Ed è un problema?" Mi chiede stringendo ancora la presa.

Rido "Affatto" lo afferro per la camicia e lo tiro giù.

Le nostre lingue si incontrano in una lotta di supremazia. Lo sto manipolando usando l'arma più potente del mondo: l'eccitazione.

Potrei davvero arrivare fino in fondo e sarebbe la mia marionetta.
Mi accarezza il corpo con prepotenza e voglia mentre le sue labbra scendono sul mio collo. Da come mi tocca so che mi vuole.

Ma.. io purtroppo non sono più gelida come prima e il bacio di ieri sera mi sta causando non pochi problemi. Conflitti interni.

Lo allontano e rido "Calma tigre.. mi sembrava che volessi parlare di affari" mi alzo dal divano lasciandolo a bocca asciutta.

"Sei così noiosa.. quando potremmo rendere la cosa divertente" mi fa notare.

Rido "Non verrò a letto con te finché avremo un rapporto lavorativo attivo.. non mischio lavoro e piacere" preciso decisa e lui deve per l'ennesima volta incassare.

Si siede meglio sul divano e mi guarda mentre torna serio "Che tipo di rapporto lavorativo? Di cosa stiamo parlando nella precisione?"

"Visto che sei controllato.. non puoi svolgere a dovere le tue attività.. ecco perché ti serve qualcuno che lo faccia al posto tuo, usando il proprio nome.. hai bisogno di me.. Come sei messo ad entrate? Avrai registrato qualcosa.." so perfettamente che non me le mostrerà mai ma non mi serve. Ho solo bisogno che si tradisca da solo.

Lui spalanca lo sguardo e poi puntata gli occhi dietro di me in un punto preciso in alto a destra "Non ho mai registrato nulla" mente spudoratamente "Non lascio prove in giro e.. anche se lo facessi.. non le mostrerei alla prima sconosciuta seppur terribilmente sexy che incontro"

Scommetto che quello che cerco è proprio nella libreria alle mie spalle e proprio in quel punto.

Faccio spallucce "Arriverà un carico stasera.. armi pesanti.. ho bisogno dei tuoi migliori uomini per scaricare e distribuire al compratore"

Lui mi osserva guardingo "E cosa ottengo?"

Rido avvicinandomi "La mia immensa gratitudine"

"Non mi interessa una bella scopata.. sto parlando di una percentuale" forse non è così scemo come sembra.

"Il 15%" contratto.

"35%" incalza lui.

"Il 20%.. e non si discute" ringhio.

Lui si alza e mi afferra per i fianchi "Va bene il 20.. e voglio altro"

Mi osserva famelico "Sentiamo"

"I prossimi carichi.. non mi tratterai come un tirapiedi ma come tuo socio.. non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno" mi ringhia ancora.

Rido mentre lo osservo "Vediamo prima come te la caverai stasera.."

Scivolo via dalle sue braccia senza dargli più nulla ed esco dal suo ufficio.

Se tutto va come spero.. stasera ci sarà un'imboscata e questa missione si potrà definire finalmente conclusa.

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora