CAPITOLO 13

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Silenzio.

La mia ultima frase risuona ancora nella stanza e i suoi occhi, così dannatamente indecifrabili, mi fanno uscire fuori di testa.

Abbasso lo sguardo, bagnandomi appena le labbra secche con la lingua.

Mi sento a disagio, vulnerabile e fragile.

Deglutisco a fatica e, senza incontrare più il suo sguardo aggiungo "Me l'hanno uccisa, Maca.. ed io non so nemmeno il perché" abbozzo una risata tirata, amara come questa storia che mi condiziona la vita da cinque anni ".. lavoravo ad un caso, Simons era il principale sospettato.. ma la situazione è degenerata dopo la tragedia, io non ho retto il colpo.." mi passo una mano sulla fronte nervosamente "Sono pulita ora.. e sono un'altra persona.. ne sono fuori.."

"Non sono sicura che tu sia la persona giusta per questo caso" la sua voce esce senza intonazione.

I nervi si tendono come corde di violino all'istante e il mio sguardo, molto più duro, torna immediatamente nel suo "Non spetta a te buttarmi fuori ma a Montgomery"

"E per un assurdo motivo ti sta permettendo di lavorare a questo caso quando è evidente che sei personalmente coinvolta!" Esclama incredula.

"Lui, al contrario di te, ha fiducia in me" le ringhio e non mi interessa che sto parlando con Lei, questa nuova pista è troppo importante e non ho alcuna intenzione di abbandonarla "Non ostacolarmi, Macarena"

Assottiglia lo sguardo "Perché altrimenti?"

"Mi avevi detto di essere onesta con te e mi avresti aiutata" le rinfaccio le sue promesse che adesso mi sembrano vuote.

Lei scuote la testa "Questo è molto di più.. si tratta di tua figlia.. non puoi essere lucida"

"Lascia che lo decida io" le rispondo prontamente e i miei occhi sono nei suoi, fissi e determinato "Maca, ti prego.. lasciami affrontarlo.."

"Sei sicura?" Mi chiede ma so che non è convinta.

Ma so che per il momento chiuderà un occhio "C'è solo un modo per scoprirlo.."

Saray entra lentamente, quasi preoccupandosi di disturbare "Lo abbiamo trovato, è nella sala interrogatori 1"

Annuisco e mi guardo con Maca, nei suoi occhi ho l'assoluta certezza che lo affronteremo insieme.

Pochi istanti più tardi..

Entriamo nella sala.

Io sto zitta, lascio a lei il comando, com'è giusto che sia.

Mi limito ad osservare l'uomo, invecchiato ma spietato esattamente come lo ricordavo, che ho davanti.

Mi guarda a sua volta e capisco subito che si ricorda di me.

Mi siedo davanti a lui.

Questo non è affatto un interrogatorio normale, lo sappiamo tutti.

Si guarda un po' intorno "Avete riverniciato di recente.. è più carino di come lo ricordavo" commenta la stanza prima di riportare lo sguardo nel mio "Tu eri ancora una tossica.. e ti chiedevi ancora se valesse la pena vivere" la mia mascella si contrae in unas morsa di nervoso.

"Ehi! Modera le parole.." risponde aggressiva Maca, difendendomi all'istante.

Lo sguardo di lui, freddo come un serpente, si sposta su di Lei "Ti sei trovata una collega carina.. ma lo sai che le piaci?" Mi chiede prima di riconcentrare lo sguardo su di me "Per questo ti protegge"

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora