ZULEMA
L'elicottero atterra accatto l'accampamento militare, scendiamo con i borsoni e immediatamente l'aria calda del deserto mi colpisce in pieno viso.
Le eliche muovono la sabbia alzando un terribile polverone e facendo un fracasso incredibile.
Corriamo in direzione del tendone per allontanarci dall' elicottero che si rialza immediatamente in volo.
Passiamo accanto ad un militare di guardia che appena ci vede mi dice "Adoro il tramonto invernale dal molo di santa Monica"
Ci blocchiamo di colpo perché riconosciamo la frase in codice della nostra agenzia per poterci riconoscere quando siamo in incognito.
Lo guardo sospettosa perché sono sicura di non aver mai visto il suo volto prima "Mio padre la mattina di Natale mi portava sempre là per guardare" rispondo in codice.
"Agente Zahir?" Mi chiede per conferma e solo così so per certo che stava aspettando noi.
"Lei chi è?" Chiedo a mia volta senza smentire o confermare nulla.
Mi tende la mano che stringo prontamente "Sergente Makar, forze speciali afghane" si presenta e poi ci dice "Non parlate con nessuno alla base. Né con la CIA né con l'intelligence militare"
Aggrotto la fronte, non è questo ciò che dice il protocollo militare "E lei con quale autorità si sta rivolgendo a noi?"
"Owen Grant.." risponde diretto.
Alzo un sopracciglio sorpresa "Il Segretario?"
"In persona" conferma.
"Dove si trova?" Chiede Saray porgendo effettivamente una domanda lecita.
Lui ci guarda, siamo vestite come due civili "Intanto dovete cambiare i vestiti e dopo dovete venire con me"
Scuoto la testa, tutto ciò è strano e ambiguo "Dovremmo prima essere istruite e lei dice che alla base non possiamo parlare con nessuno? Ma che diavolo sta succedendo!"
Lui sorride "Benvenute in Afghanistan, Agenti!"
Eseguiamo le direttive pur rimanendo coscienti del fatto che niente di questo è normale.
Indossiamo le divise dell'esercito militare americano.
Sono anni che non indosso questi vestiti, afferro l'elemetto e il fucile, ero un marine. Lo sono ancora. Conosco la guerra perché ho combattuto con il mio plotone e mi sono sempre occupata dei feriti. Questa parte di me non è morta ma l'avevo accantonata.
È strano risentirla svegliarsi dentro di me.Saliamo su una jeep e il sergente Makar guida fino a un piccolo paesino "Dove siamo?" Chiede Saray mentre mi guardo intorno.
"Aspettate qui" risponde spegnendo il motore e scendendo dal veicolo.
Ci lascia da sole.
Osservo l'esterno e vedo le donne vestite con il burqa camminare timidamente lungo la strada.Questo invece non mi ricorda il militare ma casa anche se l'Egitto non è mai stata casa mia.
La mia infanzia."Potrebbe essere una trappola.." propongo imbracciando il fucile così come fa lei seduta dietro.
"Zulema.." mi richiama indicando una figura maschile dal volto coperto.
Si toglie il velo solo a due metri dal veicolo "È Grant.." sale a bordo e noi ci rilassiamo, ma solo fino ad un certo punto perché io gli dico "Pensavamo che la squadra di Macarena fosse dispersa nel deserto"
Lui non risponde alla mia velata provocazione "Qualcun altro a parte il sergente Makar sa che siete qui?"
"Perché nessuno ci ha istruiti?" Chiedo a mia volta stando sempre sulla difensiva.
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Calibro 9
FanfictionMacarena e la sua squadra della L.A.P.D. devono affrontare una nuova minaccia. Intrighi, cambiamenti e ostacoli si porranno sul cammino che giungeranno ad una semplice conclusione: L'uomo organizza, la vita sceglie. ____________________________ ECCO...