CAPITOLO 43

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Mi ha appena detto che mi ama?

Non lo so. Me lo sto chiedendo.

E nel momento in cui lo faccio il mio cellulare inizia a squillare sul tavolo e il nome di Saray sul display mi suggerisce che è lavoro "Il cellulare.." spengo la chiamata e mi rivolgo alla coppia "..mi dispiace tanto, è stato davvero molto piacevole, ma credo di aver preso troppo sole e mi sento così stanca.."

"Sì.. forse è meglio andare" mi appoggia Zulema.

"Grazie per la cena ragazzi" rispondono loro e ci salutiamo calorosamente come dei buoni amici.

ZULEMA

Le ho detto che la amo.

Mi è sfuggito nel momento in cui ho deciso di dire la verita, ogni parola è uscita come se fosse legata all'altra.

Era il cuore che ne parlava, avrà un prezzo il peso delle parole che ehi detto.

Parole.. che sento vere fin dentro le ossa.

"Saray mi ha scritto che ha scoperto che lui una settimana fa ha accettato un posto a Portland.." mi dice mentre percorriamo i corridoi verso le nostre stanze.

"Quindi.. escludiamo il dottore, non aveva grossi motivi per ucciderlo.." rispondo io tornando a pensare al lavoro.

"Già.. sì ero sicura che fosse stato lui.. acerrimi nemici, voleva il suo posto.." aggiunge lei massaggiandosi la nuca, è stanza e probabilmente lo sono anche io.

"E adesso.. senza prove concrete.. non avrò mai la chance di vedere il corpo.." penso a voce alta fermandomi proprio davanti alle nostre stanze.

Lei sembra preoccupata e con un faccino da bimba mortificata mi dice "Mi dispiace, Zulema, scusami.. mi sembra di averti delusa.."

Scuoto la testa "Oh no.. tu non mi hai delusa.." questo caso potrebbe finire ora, rimanere irrisolto, e non mi importerebbe più di tanto, non ora che sto pensando a lei "..magari.. dormiamo un po' e domani vediamo.."

"Sì, okay.. facciamo così.. ci vediamo domani.." annuisce e tira fuori la chiave elettronica dell'Asia stanza.

"A domani.." rispondo facendo lo stesso.

"A domani.." ripete lei cercato di entrare nella sua stanza ma per qualche ragione, forse il destino, la chiave non funziona nonostante i suoi continui tentativi "..oh.."

"Aspetta, a me succede spesso.." mi avvicino a lei con l'intenzione di aiutarla.

Cerco di prenderle la chiave "Lascia.. non ce n'è bisogno davvero.. non ti preoccupare, c'è la faccio.." insiste ma alla fine ho la meglio, riesco a prendere la sua chiave dalle sua mani e faccio dei tentativi.

"Basta solo.." la muovo all'interno della fessura e la luce verde che compare mi permette di abbassare la maniglia, le apro la porta "..ecco fatto.."

Lei ridacchia teneramente "Sono imbranata" mi sfila le sue chiavi dalle mani ma resta sulla soglia a guardarmi. Mi chiedo che cosa sta aspettando ad entrare.

"No.. sono io che ho il tocco magico" mi pavoneggio arrogantemente mentre la osservo.

"Sì, credo di sì.." ride ancora e suoi occhi incontrano i miei, è spaventosamente intensa "..proprio un tocco magico.." mi fa eco.

Lei mi guarda e io guardo lei, che è meravigliosa.

Mi avvicino, complice il vino e la stanchezza, e lei sembra avvicinarsi a me quasi per magnetismo più che per reale intenzione.

Le sfioro il viso con la mano mentre la tensione si fa più densa fra di noi, il cuore inizia a battere impazzito tanto che potrei avere un attacco cardiaco ma per qualche ragione sembra giusto.

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora