CAPITOLO 25

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MACARENA

Entro in un bagno pubblico con l'affanno.

Questa situazione mi sta uccidendo, mi sento persa e continuamente sottopressione.

Non so se sono in grado di gestirla.
Non so se posso riuscirci.

Mi scoppia la testa e mi brucia la gola, gli occhi mi si riempiono di lacrime.

Sono ferita. In ogni senso possibile.

Per fortuna il luogo è isolato così riesco a sfogarmi, posso cedere solo per un secondo, fare crollare la maschera.

Il peso del mondo è sulle mie spalle e mi schiaccia.

Non respiro, non riesco a respirare e tutto quello che vorrei in questo momento è avere un po' di pace.

Mi appoggio al lavello guardandomi allo specchio, sono bianca in viso e sono stanca.

Mi sento stanca.

Ho una pistola nella cintura, le costole mi fanno ancora male e tengo nella mano destra il cellulare di quella ragazza che ho appena ucciso.

Vorrei soltanto essere un'altra persona, avere un'altra vita.
Vorrei stare in un altro posto.

Senza neanche accorgermene mi ritrovo a comporre quel numero di telefono.

Squilla.
Squilla a lungo e penso che forse non risponderà.

Ma poi..

"Pronto?"

La sua voce.
Quella cazzo di voce così snervante, con il tono arrogante e sbruffone.

Vorrei parlare, dire qualcosa, dire che sono io ma non esce nessuna parola.

Ho il respiro accelerato, il cuore mi sale in gola e le guance ormai sono rigate dalle lacrime che silenziosamente continuano a scendere.

Non ce la faccio.

Per mia fortuna, lei è sempre stata intelligente.

"Maca? Maca sei tu?"

Appoggio la schiena contro il muro senza riuscire nemmeno a parlare.

"Maca.. parlami.."

Scuoto la testa, vorrei poterla accontentare ma sono sopraffatta dalle mie stesse emozioni.

"Maca.. Maca.. tu ce la fai.. hai capito?"

Continua a parlare nonostante io non le dia una risposta.

Non so come faccia a capire che sono proprio io, forse non ne è sicura.

"Sei più forte di me, Macarena.. torna in ufficio.. torna da noi.. la risolveremo insieme.. la risolveremo tu ed io.. insieme.. non devi farlo se non te la senti.. la tua vita vale più di questa guerra.. non devi sopportare tutto questo da sola.. perché ci sono io.."

Annuisco come se potesse vedermi.

"Ti prego, Macarena, non devi fare cazzate"

Sorrido alzando lo sguardo al cielo.

"Ti devi ancora fare perdonare per avermi colpita in ascensore.."

Rido "Sarai scema"

"Ti ho fatto ridere.. è quello di cui avevo bisogno"

"Zulema io non tornerò.. finché questa storia non sarà conclusa" mi asciugo le lacrime e ritrovo la forza in me, e solo ora mi rendo conto che lei era l'unica persona in grado di aiutarmi davvero.

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora