CAPITOLO 44

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MACARENA

Ho lasciato la mia veste di moglie Zahir e sono tornata quella di prima.

Bussano alla porta della mia stanza d'albergo e Susie Que in persona mi sorride.

Non sapeva che la aspettassi io perciò mi dice "Non è il mio cliente abituale ma sono pronta.."

"Sì.. probabilmente preferisce le more.." commento io facendola entrare, lei si sistema sul letto e mi guarda"..sfortunatamente non è quello che credi.." metto la mano in tasca e mi avvicino tanto da andarle davanti "..sono qui per fare il mio lavoro.."

Lei non è di certo una stupida "..Una sbirra" fa per alzarsi e andarsene ma non glielo permetto, bloccandolole la strada.

"Siediti!" Ringhio decisa e lei esegue il comando.

"Non ho fatto niente di male! Non può arrestarmi!" Inizia a protesta senza sapere nemmeno perché siamo qui.

"Perché non lo fai decidere a me?" Le chiedo retorica "Sai che questo albergo ha telecamere ad ogni angolo che registrano in ogni momento?" Le chiedo seria "E una di queste ha ripreso una conversazione interessante fra te e una cliente di questo albergo.. prima che il dottore morisse.." lei sbianca, l'ho appena messa all'angolo e non so descrivere la soddisfazione"..tu puoi negare ma mi sono fatta un'idea di che cosa sia successo.." la incenerisco con lo sguardo, senza alcuna pietà "..il problema è che nella mia versione tu finisci in prigione per omicidio"

Lei balbetta appena "..Io l'ho fatto solo ubriacare.."

Un sorriso compare sul mio volto.. ho appena fornito a Zulema la prova che serviva per poter accedere al corpo.

ZULEMA

"Perfetto, Maca.. sei fantastica" chiudo la comunicazione ed entro nell'ufficio del medico legale come se fosse mio.

Lui, che è seduto alla sua scrivania, non appena mi vede si alza e tira fuori il cellulare.

"Ehi Doc!" Lo saluto mentre lui compone un numero di telefono "Chiama il sindaco per le chiavi della città? Di solito le danno a chi fa del bene per la comunità.." ironizzo con arroganza.

Lui non mi dà ascolto enparla al telefono"Salve, posso chiamare con il Capitano del Distretto? Aspetto.."

"Sa qual'è il bello di essere me?" Chiedo con sfrontatezza "Le conoscenze.." tiro fuori anche io il mio cellulare "..ho tantissime conoscenze.. fotografi, giornalisti, reporters.."

"Mi farà un intervista?" Mi chiede facendo il furbo, non sa ancora che ne se pentirà amaramente.

"Oh no.." fingo di comporre un numero e appoggio il cellulare all'orecchio "..voglio solo invitarli a stare un po' qui con noi.. girare qualcosa! Sì, tra circa trenta minuti il suo ufficio sarà invaso da paparazzi in cerca di uno scoop.. ed è buffo perché non sembra uno che ama stare sotto i riflettori.." lo prendo anche in giro e lui sembra vacillare, il mio sorriso svanisce e divento seria "..soprattutto se potrebbe essere arrestato per intralcio alla giustizia.." lo vedo raggelare "..una macchia per il resto della sua vita"

Nel suo sguardo vedo vacillare ancora l'idea di farmela pagare ma alla fine vinco "D'accordo.. ha vinto"

Gli faccio l'occhiolino e mettiamo via entrambi i nostri telefoni "Sapevo che saremmo andati d'accordo.."

Entro nella cella frigorifera e indosso subito i guanti di lattice che vedo appoggiati sul ripiano, il corpo della vittima è ancora steso sul tavolo.

Prendo un bisturi e applico un'incisione sottocutanea all'altezza del collo e inizio a controllare l'interno.

Calibro 9Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora