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Bene credo che adesso sia abbastanza tranquillo per poter provare a parlare con lui.

-Scusa...?-

Dico piano avvicinandomi nuovamente al letto, dal quale poco prima ero letteralmente balzata via.
Visto che non mi risponde, mi schiarisco la voce e ritento: -Ehm, scusa...?-.
Ora gli sono vicinissima, noto che ha gli occhi chiusi, così mi avvicino ulteriormente e istintivamente gli picchietto sulla spalla.
Jimin si copre meglio e si gira dalla parte opposta in cui mi trovo.
Possibile si sia addormentato di già?
Per non lasciare nulla al caso, faccio il giro del letto e lo osservo.

-Yah! Non fare il fintotonto e aiutami!-

Il suo respiro lento e regolare mi dice che sta davvero dormendo.
Pazienza, dovrò aspettare domani per ritentare...

Mi siedo sul letto e raccolgo le ginocchia al petto. Questa situazione mi fa tirare di matto! Ho bisogno di risposte, di capirci qualcosa. Mi sono messa a seguire lui, ma ora ho bisogno di fare il punto della situazione e cercare altre opzioni qualora questa risulti essere sterile.
Perchè ero in ospedale? Perché la gente sembra non vedermi? Sono morta? Quindi, ora, sono un fantasma?
La cosa tragica è che non ricordo assolutamente nulla di tutto ciò che è accaduto prima di ritrovarmi al pronto soccorso.
Ho una famiglia? Dei fratelli o sorelle? Degli amici? Mancherò a qualcuno? Qualcuno starà piangendo la mia morte? Ho un ragazzo? Chi e com'ero io quando ero in vita? Cosa mi piaceva?
Di solito i morti ricordano i loro cari, vegliano su di loro, allora perchè io non ricordo nulla? Cosa è andato storto?
Dovrei ritornare in quell'ospedale, sono determinata a capire cosa mi è successo.
Il guaio è, che concentrata a seguire l'unica persona che sembrerebbe potermi vedere e sentire, non ho fatto proprio caso a che ospedale fosse...
Sono proprio stanca di arrovellarmi il cervello. Sento le palpebre farsi pesanti, possibile che anche i fantasmi abbiano sonno?
Un poco per volta scivolo sempre di più fino a finire sdraiata sul letto di Jimin.
Cedendo alla stanchezza e avendo finito le energie, mi addormento.

Una sveglia suona ripetutamente infastidendomi.

-Dai mamma, ancora cinque minuti...!-

Mormoro ancora con gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.
Quando provo ad aprirli una luce fortissima mi investe. Accidenti Jimin, perchè ti sei scordato di attivare gli oscuranti?
Jimin, giusto, ora tutto mi ritorna alla mente, la realtà dei fatti torna a colpirmi con forza.
Arrivati a questo punto credo ci sia solo una cosa da fare, resterò con lui, magari tornerà in quell'ospedale.
Sembra proprio che questo ragazzo, in un modo o nell'altro, sia la risposta a tutti i miei problemi.
Ancora stesa sul letto mi volto di fianco.
Omo! Mi sono ritrovata il suo viso perfetto a pochissimi centimetri dal mio, arrossisco. Non faccio in tempo a reagire in nessun modo che, trapassandomi, il suo braccio si poggia là dove dovrebbe esserci il mio fianco. Spalanco gli occhi per la sorpresa e ancora l'imbarazzo. Trattengo il respiro e non oso muovermi dalla mia posizione. Se fosse possibile il cuore mi batterebbe a mille.
Jimin apre i suoi occhi scuri e li punta dritti nei miei. Mi fissa per qualche secondo e poi sul suo volto si allarga un sorriso.
È la prima volta che lo vedo sorridere ed è un peccato che non lo faccia tanto spesso.
Mentre sorride i suoi occhi sembrano sparire.

-B...buongiorno-, dico.

-Miaooooo- mi risponde Kirin che fa capolino da dietro Jimin.

-Buongiorno a te Kirin- dice il biondo rivolgendosi al gatto, senza dar segno minimamente di aver fatto caso a me. Alzandosi lascia morire ogni mia speranza e il sorriso sulle mie labbra.

Frustrata, sbuffo e sbatto i piedi sul materasso. Una volta calmata decido di scendere al piano di sotto, dove Kirin mi viene in contro ai piedi dalla scala, sicuramente in attesa di altre coccole.

- Hey Kirin, bella, che cosa guardi lì?-

Alzo lo sguardo su Jimin che sta posando a terra una ciotola con dei croccantini al suo interno e osserva la sua gatta con un misto di curiosità e timore.
Così Kirin è una lei. E pensare che automaticamente avevo pensato fosse un lui. Sorrido, adesso capisco perchè le piace tanto la compagnia del biondo.
Decido di sedermi sullo sgabello dell'isola e non avendo da fare altro che aspettare, faccio "compagnia" a Jimin mentre fa colazione.
Non capisco se mi ignori intenzionalmente, facendo finta di nulla o sono io ad essermi illusa di tutto, convincendomi, pur di appigliarmi a qualcosa, che dopo tutto qualcuno potesse vedermi e sentirmi.
Devo trovare un modo per comunicare con lui in modo da non essere più ignorata.

Jimin si alza, mette la tazza nel lavabo, prende un bicchiere d'acqua dal rubinetto e da un contenitore prende una pillola.
La guarda ed è come se non volesse prenderla, poi, prima di ripensarci, velocemente la inghiotte bevendo un sorso d'acqua.

Fa il giro dell' isola per dirigersi verso le scale, ma si ferma per un istante e seguendo il suo sguardo perplesso vedo che è rivolto a Kirin che con la zampetta gioca con i lacci delle mie tennis, che ovviamente lui non vede.
Scuote la testa e sale al piano di sopra.

Cosa posso fare Kirin? Tu puoi aiutarmi?
Sconsolata poggio la testa sul bancone e lascio le braccia ciondolare nel vuoto.
Guardo il bicchiere che ha lasciato Jimin e inavvertitamente inizio a giocarci con il dito per la noia.
In un primo momento neanche me ne rendo conto, ma resto sorpresa quando vedo che sono riuscita a muoverlo, se pur di poco.
Un sorriso da orecchio ad orecchio si allarga sul mio volto. Subito ci riprovo cercando di spostarlo ancora, ma non ci riesco. Come diamine ho fatto?
Presa dall'entusiasmo non mi sono minimamente accorta che Jimin è andato verso l'ingresso. Indossa la giacca di pelle, che un attimo prima era appesa all'attaccapanni, infila gli occhiali da sole, cappellino nero e mascherina dello stesso colore ed infine prende una chiave ed esce di casa.

Wait!...E se andasse in ospedale?
Devo seguirlo.

La ragazza fantasma - Can I exist?       ||PJM FF||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora