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Presi al volo il giubbotto, il cappellino e la mascherina. Dopo aver pigiato il tasto per chiamare l'ascensore non fui capace di aspettare oltre e scelsi di scendere velocemente le scale, sentivo il cuore battere a mille contro la gabbia toracica.

Mentre percorrevo le strade di Seoul alla volta dell'ospedale la mia euforia scemò leggermente e alcuni dubbi strisciarono sinuosi nella mia mente. C'era sempre la possibilità che non fosse lei... Cosa avrei fatto una volta trovata?
E se fosse in situazioni critiche? Ero pronto a perderla ancora?
Un miscuglio di emozioni furono le mie compagne di viaggio.

Parcheggiai e con mani tremanti slacciai la cintura di sicurezza, indossai cappello e mascherina, ero impaziente e spaventato.

Presi un gran respiro e senza dare troppo nell'occhio andai in direzione dello studio del dottor Cha.

-Buongiorno ragazzo!-

-Buon giorno dottore, posso vederla?-

-Jimin...-, prese un respiro - Forse c'è qualcosa che devi sapere prima...-

Lo guardai soppesando le sue parole, cosa dovrei sapere?
Volevo solo sapere se lei era lì.

-Voglio vederla, che piano? Che stanza?-

-È al decimo piano, in rianimazione, non volevo dirtelo cosi ma è in coma Jimin... da tanto, troppo tempo... mi dispiace-.

Non dissi nulla, semplicemente mi voltai per andare da lei.

-Jimin! Fermo, non potrai entrare lì se non sei un familiare!-

L'avvertimento del dottore era ormai un suono lontano che le mie orecchie si rifiutarono di sentire.

Purtroppo però come aveva detto il dottore l'infermiere di turno non mi fece entrare nel reparto dicendomi che non ero sulla lista di persone autorizzate.
Soohyun poteva essere dietro quella porta.
Per la frustrazione battei i pugli sul muro facendo incavolare davvero il tizio che ora mi sta chiedendo, non più con le buone, di andare via.

Fortunatamente arrivò in mio aiuto il dottor Cha che disse all'uomo di garantire per me e di potermi far salutare per un attimo la mia amica.

Le porte automatiche si aprirono e io con passo esitante mi diressi nella direzione della stanza 207.
Tolsi il cappello e la mascherina ed iniziai, passo dopo passo a camminare.
Percorrevo quel lungo corridoio carico di tristezza, infatti, dai vetri vedevo una madre accarezzare la mano inerme del proprio figlio, un marito bagnare con una pezzuola la fronte della propria moglie...
Chiusi per un attimo gli occhi e decisi di guardare avanti, troppa sofferenza, ma anche molta speranza credo fosse l'unica emozione a permettere loro di andare avanti, ma questo forse l'avrei capito più tardi.

Ecco, ci siamo 204, 205, 206 e... 207.
Esitai un attimo prima di guardare attraverso il vetro, non sapevo cosa avrei visto e volevo prepararmi.

Una ragazza dai lunghi capelli neri giaceva inerme su un letto, attaccata ad un respiratore, piena di tubi e fili.
Appoggiai entrambe le mani sul vetro che mi permetteva di vederla e piansi.
Alla fine l'avevo trovata, adesso ero pronto a sapere cosa le fosse successo e non avrei permesso a nessuno di portarmela via.
Lei deve tornare da me e come le avevo promesso non la lascerò andare via.

-Per ora basta così Jimin, l'orario delle visite è finito, vieni con me nel mio studio-, il dottore mi raggiunse e mi condusse fuori, anche se non avrei mai più voluto lasciarla.

-È lei. Posso entrare un attimo?-

-Domani. Vieni alla fine del mio turno, sul tardi, sarà comodo anche per te non pensi?-.

Annuii. Sì, sarei andato da lei tutti giorni e avrei cercato di svegliarla, forse avendomi accanto sarei riuscito a riportarla da me.

Giunti nello studio mi accomodai sulla sedia pronto ad ascoltare quanto il dottore aveva da dirmi.

La ragazza fantasma - Can I exist?       ||PJM FF||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora