Se sono famosi, allora sicuramente li avrò visti o sentiti da qualche parte.
Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare. Non c'è proprio nulla che sblocchi i miei ricordi.
Ho bisogno di concentrarmi. Entro in una stanzetta adiacente alla sala prove dove i ragazzi stanno ora effettuando alcuni esercizi di cardio.
Sembra un piccolo salotto con un comodo divano, la macchinetta del caffè, un distributore di snack e un tavolo imbandito con tanti tipi di bevande e bicchieri di plastica impilati a torre.
Mi metto comoda sul divano e mi massaggio le tempie per scaricare il sovraccarico di pensieri.
Avrei voglia di andare di là e mettermi ad urlare finquando tutti mi sentono!
Questa situazione mi provoca un mare di emozioni, tutte ovviamente negative. Se vogliamo, l'unica nota positiva è l'aver incontrato Jimin che, non so ancora per quale motivo, mi affascina.
La porta della saletta si apre e due dei ragazzi fanno il loro ingresso, si tratta del loro leader e quello che, a me, ricorda tanto Kirin per come si stiracchia spesso e approfitta di ogni attimo buono per riposare.
Giusto per confermare il mio pensiero subito punta al divano, sdraiandosi e restando ignaro di aver poggiato la testa sulle mie gambe.-Come ti sembra Nam?-.
-Diamogli tempo Yoongi-,.risponde il leader versandosi del succo nel bicchiere per poi continuare.
-Stiamogli vicino, essere stato aggredito da quel gruppo di ragazzi è stato traumatico. Tu sai quanto possono essere pericolosi i sasaeng e spietati gli haters-.
La loro conversazione ha attirato completamente la mia attenzione e per un momento mi ha fatto dimenticare i miei problemi.
Stavo facendo due più due, penso proprio stessero parlando di Jimin. Allora...è per quello che era in ospedale?
Mi sforzo di non pensare al peggio, ma a volte la mia fantasia non ha proprio limiti.
Questo pensiero mi rattrista non poco.
La porta si apre ancora e ad entrare questa volta è proprio il diretto interessato. Non posso evitare di guardarlo con sguardo triste. Se mi avesse visto avrebbe pensato che lo stessi compatendo e sicuramente non lo avrebbe apprezzato.-Oh, siete qui?-
-Si stiamo facendo una pausa. Un po' di succo?-, chiede quello chiamato Nam.
Jimin si siede sul bracciolo del divano e accetta il succo d'arancia che gli viene offerto.
Non posso far altro che osservarlo per capirlo, per sapere, per conoscerlo.
Osservo ogni suo movimento, sguardo, sorriso. A cosa stai pensando? Che cosa ti è successo Jimin?I ragazzi vengono riuniti da quello riconosco essere l'uomo con cui era in ospedale Jimin e che, a questo punto, penso sia il loro manager.
Viene dato loro una lista di impegni sia di gruppo, sia individuali.Mi sento stanca, come se stessi perdendo le energie e sento la necessità di stare sdraiata sul un morbido, comodo, caldo letto. Chiudo gli occhi e... Quando li riapro mi ritrovo nella camera da letto di Jimin.
Sbatto due, tre volte gli occhi. Ma come...?? Posso, quindi, teletrasportarmi?
Eccitata dalla scoperta, ci voglio riprovare subito, chiudo gli occhi e penso ad un luogo, magari, sì, proprio l'ospedale. Mi concentro, chiudo gli occhi e... via!
Riapro gli occhi e... nulla non mi sono mossa, sono ancora nella camera di Jimin.
Ci provo ancora e ancora, ma senza successo.
Devo capire come fare, ma ora mi sento estremamente stanca, ho proprio bisogno di riposare un attimo.
Scendo al piano di sotto e subito, miagolando, Kirin mi viene vicina per le coccole.
Mi sistemo sul divano e pigramente faccio dei grattini alla morbida palla di pelo, fin quando non mi addormento.Il rumore della porta che si apre, mi sveglia.
Dopo quella che mi è sembrata un'eternità, Jimin è tornato.
Mi stiracchio e gli vado incontro sorridente, ma, come spesso ultimamente succede, così com'è nato, il sorriso si spegne facendo sciemare piano piano anche la mia convinzione che lui possa vedermi o sentirmi.
Resto semplicemente lì ad osservarlo.Jimin, però sembra avere qualcosa che non va.
Sta osservando con curiosità il bicchiere che quella mattina stessa ero riuscita a muovere.-Sei stata tu?-, chiede rivolto verso Kirin che risponde con un "miao" per poi leccarsi la zampina.
No Jimin, sono stata io. Ti prego... accorgiti di me!
Jimin fa un giro di perlustrazione per tutta la casa e accertatosi che non vi fosse nessun intruso, va alla porta e cambia il codice d'accesso.
Una volta chiusa la porta si poggia con la schiena contro di essa e lentamente scivola giù, fino a terra, portandosi le mani fra i capelli.
Fa dei respiri profondi quasi per calmarsi.
Credo stia avendo un attacco di panico e purtroppo, nelle mie condizioni attuali, non posso essere d'aiuto.
Mi avvicino e mi accuccio accanto a lui. Istintivamente porto la mia mano sulla sua testa e chiudo gli occhi posso immaginare come si sente in questo momento.
Dopo qualche istante si alza e si dirige al piano di sopra. Lo seguo. Dire che sono preoccupata è poco. E se per caso gli sfiorasse l'idea di farsi del male? Cosa potrei fare?
Arrivato in bagno estrae da un pensile un barattolo, prende una delle pasticche al suo interno e la manda giù. Si sciacqua il viso, bagnando involontariamente anche i capelli che gli ricadono sulla fronte.
Noto che le sue mani tremano appena.
Anche Kirin ha notato che il suo padrone non sta bene e rimane curiosa a fissarlo sulla porta accanto a me.-Vedrai, starà bene.-, dico più a me stessa che alla gattina.
-Miao-, mi risponde lei quasi a volermi dare ragione.
Lo vedo venirmi incontro per dirigersi in camera da letto, se all'ultimo non mi fossi spostata di sicuro mi avrebbe trapassata. Chi sa cosa sarebbe successo?Jimin dà un calcio ad un puff morbido che poco prima si trovava in un angolo della camera, poi si mette seduto sul bordo del letto tenendosi la testa tra le mani.
Cosa ti è successo Jiminie?
STAI LEGGENDO
La ragazza fantasma - Can I exist? ||PJM FF||
FanfictionHo aperto gli occhi e mi sono trovata in un pronto soccorso di un ospedale, poi ho incontrato il suo sguardo e ho voluto solo seguirlo. Con il tempo mi sono innamorata di lui e ho desiderato con tutta l'anima che la mia condizione potesse cambiare...