SAY YOU WON'T LET GO ~ UKATAKE

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Canzone di: James Arthur
Fonte dell'immagine: Pinterest

ATTENZIONE: CI SARÀ UNA PICCOLA SCENA SMUT, MOLTO SOFT, RICHIESTA DA CHI MI HA COMMISSIONATO LA STORIA

I met you in the dark, you lit me up

Buio, era tutto buio.

Ma forse era normale, dato che il ragazzo teneva la testa china, nascosta dietro le gambe, lo sguardo puntato in basso, con gli occhi chiusi.

Si sentiva male, non riusciva neanche ad alzarsi; quella sera aveva davvero esagerato...

Ma era un po' che gli succedeva, non riusciva a trovare un motivo per fare niente, non si divertiva a fare niente; bere era l'unico modo che pensava potesse aiutarlo... Ma in quel momento, stava proprio male.

Non poteva neanche chiamare qualcuno per farsi portare a casa... Era davvero messo male.

- Va tutto bene?-. Il ragazzo sentì una mano posarsi sulla sua spalla ed alzò la testa, lievemente confuso.

Impiegò un attimo a mettere a fuoco l'immagine che aveva davanti: un ragazzo dai capelli mori, con un paio di occhiali in volto, e l'aria preoccupata.

- Si- mormorò, senza riuscire a distogliere lo sguardo.

Forse perché si trovava quasi sotto il lampione ma... Gli sembrava che quel ragazzo fosse illuminato da una strana luce.

Il moro lo fissó per un attimo, prima di sedersi di fianco a lui.

- Ubriacarsi va bene ma... Devi essere certo di riuscire a tornare a casa poi. Aspetto qui con te finché non ti sentirai meglio- dichiaró.

Il biondo lo osservò: sembrava così piccolino in confronto a lui, e anche imbarazzato... Ma aveva una voce decisa.

- Non sei obbligato- mormorò.

- Non riuscirei a lasciarti qui da solo. E poi... So come ci si sente- sussurró il moro, distogliendo appena lo sguardo.

Il biondo lo fissò per un attimo, prima di allungare la mano verso di lui.

Il moro lo guardò per un attimo, confuso.

- Mi chiamo Keishin Ukai- si presentò il biondo.

Il moro gli fece un piccolo sorriso, prima di stringergli la mano.

- Ittetsu Takaeda-.



















You made me feel as though I was enough

- È inutile, non ce la farò mai- il moro continuó a girare per il suo soggiorno, cercando di allacciarsi la cravatta, ma aveva le mani troppo tremanti per farcela.

- Perché sei così nervoso? È un colloquio- fece notare Keishin, seduto sulla poltrona ad osservarlo, con un'espressione a metà tra preoccupato e divertito.

- Appunto, è un colloquio!-.

- Ittetsu- Keishin si alzò e poggiò le mani sulle spalle del moro - ti sei laureato con il massimo dei voti, e sei stato chiamato per almeno una decina di colloqui appena hai messo piede fuori dall'università. Andrai alla grande- dichiaró.

SONG FOR 2DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora