- Capitolo 18 -

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Passò tutta l'ultima settimana di libertà senza che sentissi nuovamente Hawks. Non scrisse un solo messaggio e non lo vidi durante i suoi soliti giri di pattuglia. Sembrava scomparso nel nulla dopo quella notte.
Volevo contattarlo io per prima, più di una volta, ma ogni volta rimanevo con il telefono aperto sulla sua chat e non riuscivo a digitare nulla.
Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Forse si era solo tirato indietro?
Una di quelle mattine vidi anche la sua piccola piuma volare via dalla ghirlanda dove era rimasta incastrata fino a quel momento.
Sembrava essere sparito completamente...
E per la stoccata finale, mio padre ritornò a casa. Prima o poi sarebbe dovuto succedere ma in quel momento fu un macigno.
Domestica: Vostro padre vi attende in soggiorno.
Mi presi il mio tempo per scendere, non avevo voglia di vederlo e poi avevo l'umore sotto ai piedi.

Padre: Siediti, dobbiamo parlare di cose serie.
Feci come mi era stato ordinato ma lo ascoltai passivamente, non volevo neanche essere lì.

Padre: È finito il tempo di giocare. Da domani inizieranno le cose serie. Per cominciare, sarai a capo della sezione sviluppo, devi prenderti delle responsabilità serie nell'azienda se un giorno vorrai prendere il mio posto.

Come se io volessi prendere il tuo posto...
Padre: Oltretutto si avvicina il festival delle lanterne ed è ora di rendere le cose ufficiali.
Da una porta laterale entrò Xiao Fu e un altro uomo, probabilmente suo padre. Xiao Fu si sedette accanto a me e l'altro uomo accanto a mio padre.

Padre: Sai bene di cosa parlo, Xiao Fu sarà il tuo erabareshi mono. Non ammetto repliche.
Mi tremarono le labbra, non potevo dire nulla e non potevo fare nulla. Quello era il primo passo verso una vita che avrei odiato.

Padre: Siamo stati chiari?

Alyhane: C'è altro padre?

Padre: Ci siamo capiti?
Alyhane: Sì.
Lo sguardo di Xiao Fu aveva un ghigno divertito mentre l'altro uomo sorseggiava lento una tazza di thè.
Mi alzai e me ne andai velocemente da quella stanza.
Chiusi la porta della mia camera con un grande tonfo sprofondando sul pavimento mentre le lacrime continuavano a scendere dalle mie guance senza freno.
Al festival mancavano pochi giorni e quelli sarebbero stati davvero gli ultimi giorni di libertà. E libertà era una parola grossa visto che mi erano state addossate nuove responsabilità.
Sarei voluta fuggire da quella casa, da quella vita, ma dove? Dove sarei potuta fuggire? Ovunque mi fossi nascosta mio padre mi avrebbe ritrovata e anche solo lui non mi avesse cercato, la mia vita sarebbe stato un inferno in terra.
Non c'era altra soluzione che accettare quietamente il destino che mi era stato imposto, forse un giorno ne sarei anche stata contenta. Ma a quel pensiero mi tornò in mente Hawks, i suoi grandi occhi ambra sempre alla ricerca della libertà. Lui che poteva volare via con le sue grandi ali in qualche secondo.
Sprofondai nelle ginocchia continuando a piangere.

Un paio di giorni dopo un manichino comparve nella mia stanza. Un lungo e tradizionale kimono bianco e rosso era appoggiato sulle sue spalle. Aveva piccoli intarsi oro sulle maniche e su tutto il bordo con un grande cappello a cui era drappeggiato un velo leggero.
In una piccola scatola appoggiata sul tavolo era stata messa anche la maschera. Bianca con rifiniture rosse, in tinta con il vestito e un piccolo campanello sul lato.
La presi in mano guardandola con attenzione. Era bellissima certo ma era anche la fine della mia libertà.


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erabareshi mono: tradotto, "The chosen one" 

In your eyes  -  Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora