- Capitolo 42 -

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Ero sospesa nel vuoto. Non morta ma neanche viva, incapace di poter fare qualsiasi cosa.
C'era una calma surreale in quel momento.
Poi ad un tratto sentii mancarmi il respiro. Lentamente sentivo i polmoni bruciarmi fino a non sopportarne più la sensazione. Il mio corpo ebbe qualche spasmo e mi ritrovai stesa a terra, completamente senza fiato, il cuore in gola.
Non riuscivo a muovere un muscolo, non riuscivo ad avere un pensiero razionale. Ogni fibra del mio corpo sembrava spezzarsi e un dolore straziante mi attanagliò completamente.
E poi, di punto in bianco, tornai nel limbo di poco prima. Mi sentivo estremamente leggera e intorno a me ritornò quella calma surreale.
Non sapevo cosa stesse succedendo al di fuori di quel mondo, non sentivo o vedevo nulla. Non avevo neanche la minima sensazione.
Ma qualcosa non andava, i miei pensieri si facevano sempre più confusi, le sensazioni che provavo sempre più affievolite.
La campanellina che avevo al collo tintinnò lievemente. Afferrai la collanina, la piccola piuma scarlatta e il campanellino argenteo.

Keigo...
I miei pensieri volarono subito verso di lui. Involontariamente ripensai a tutti i momenti che avevamo trascorso insieme, dal nostro primo incontro in quel magazzino fino all'ultimo.
Sentivo le lacrime agli occhi ripensando a lui.
Keigo... L'uomo che mi aveva fatto conoscere la libertà.
Lo vidi davanti a me. Il suo sguardo sorridente, i suoi capelli arruffati, quel comportamento sempre spavaldo e gli occhi... Quegli occhi ambra in cui potevo rivedere me stessa, lo stesso desiderio di libertà che bruciava in me e che eravamo riusciti ad ottenere.
Sorrisi mentre le lacrime iniziarono a scendermi per le guance.
Strinsi con più forza il pendente, il mio ultimo pensiero rivolto a lui, incapace di fare qualsiasi altra cosa e poi chiusi gli occhi.
Keigo...

[Hawks POV]

Corsi velocemente all'ultimo piano dell'edificio dove Endeavor aveva il suo ufficio.
Quando spalancai la porta lo trovai davanti a un grande tavolo con altri Hero a discutere.
Hawks: Endeavor!
Mi intromisi nella loro riunione senza molte storie. Era passata quasi una settimana e di Aly non si avevano notizie. A nessuno sembrava importare particolarmente la questione, ma per me era la cosa più importante.
Endeavor: Non ora Hawks.

Hawks: No, ora!
Sbattei i palmi sul grande tavolo facendolo traballare.
Hawks: Non abbiamo notizie di Alyhane da quasi una settimana e voi siete qua a scegliere quale pianta stia meglio nella hall?

Jeanist: Hawks, calmati, stavamo facendo rapporto appunto su questo.
Hawks: Non chiedermi di calmarmi! Aly è stata rapita una settimana fa e nessuno ha più sue notizie. No che non sono calmo!
Edeavor: Non possiamo fare nulla se non sappiamo dove si trova.

Hawks: E allora troviamola!

Jeanist: È come scomparsa nel vuoto.
Battei nuovamente i pugni sul tavolo frustrato, consapevole di non poter fare nulla.
Keigo...
Una voce mi riscosse. Avrei riconosciuto quella voce tra mille.

Hawks: Avete sentito?!

Jeanist: Sentito cosa?

Keigo...
Nuovamente sentii invocare il mio nome, ma com'era possibile?
Ad un tratto, proprio al centro del tavolo, una leggera increspatura fendette l'aria e un flebile fumo azzurro comparì dal nulla. Velocemente si formò una sagoma.
Era lei, era Alyhane!

Hawks: Aly!
Ma lei non sembrava sentirmi. Era seduta a terra e aveva lo sguardo basso rivolto al ciondolo che aveva al collo. Ci giocava con le dita guardandolo con un sorriso. Mi sembrava sentire le sue dita scorrere sulla piuma mentre il campanellino argenteo tintinnava leggero. Da quando aveva aggiunto un campanellino?
Jeanist: Come... com'è possibile?
D'improvviso lei si fermò tenendo stretto il ciondolo e alzò lo sguardo. I nostri occhi si incontrarono e tutto sembrò fermarsi.
Alzò una mano nella mia direzione invocando ancora il mio nome. La sua voce velata di tristezza. Una lacrima solitaria le solcava la guancia mentre aveva un sorriso in volto.

Keigo...
Lasciò andare il ciondolo che cadde sul tavolo con un leggero scampanellio.
La sua figura si fece sempre più trasparente fino a scomparire in una nuvoletta azzurra.

Hawks: No!!
Ma era troppo tardi, com'era apparsa, scomparve, nel nulla.
Il ciondolo sul tavolo rimase immobile ma nel momento che mi allungai per prenderlo questo si mosse iniziando a fluttuare nell'aria. La piccola piuma che indicava una direzione precisa mentre il suono dolce del campanello mi invitava a seguirlo.

In your eyes  -  Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora