- Capitolo 19 -

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Mi svegliai il mattino presto. Molte persone si affollarono nella mia stanza quando ancora non era sorto il sole.
Grazie all'aiuto di due donne riuscii a indossare il complicato kimono e poi mi truccarono il volto. Un leggero trucco e un delicato disegno rosso sulla fronte. Mi sistemarono i lunghi capelli in un'acconciatura perfetta.
Mi guardai allo specchio, gli occhi ambra risaltavano su quel tripudio di bianco e rosso. Se non fosse per quello che stava per accadere avrei avuto un grande sorriso in volto.
Presi la maschera e me la misi in volto. Quella era la fine...
Non mi sarei tolta quella maschera fino alla fine della giornata e sarebbe stata davvero la fine della mia libertà.
Presi il grande cappello e lo indossai. Il lungo velo trasparente mi ricadeva intorno muovendosi a ogni mio passo.

Padre: Impeccabile.
Il festival delle lanterne era un momento gioioso, tutto il quartiere era stato addobbato con lanterne di carta rosse e teloni che svettavano da una parte all'altra della strada.
Era un'antica tradizione che era sopravvissuta tra le famiglie di kitsune. Una festa in onore delle leggendarie kitsune di molti secoli prima. Una volta erano una semplice leggenda, ora che erano realtà si ricordavano i vecchi tempi.
Ogni famiglia partecipava a questo evento e un membro per ognuna girava per il quartiere con i vestiti delle leggende per donare piccole campanelline decorate.
E durante questa festa tutti erano tenuti ad indossare delle maschere da kitsune e nessuno poteva toglierle se non a fine serata.
I kitsune rappresentanti per le loro famiglie avevano anche un altro importante compito. Cercare e scegliere un erabareshi mono, un qualcuno a cui il kitsune avrebbe tolto la maschera e scelto come il suo compagno per la serata.
Una volta era visto come una dichiarazione d'amore, ora era un semplice augurio di buona fortuna ma comunque questo era un qualcosa di speciale.
Avevo già partecipato a questo festival come rappresentante della mia famiglia ma era sempre stato un momento gioioso perché ero libera di fare quello che volevo ma ora, era quasi un obbligo partecipare.
Sospirai triste prendendo un cestino pieno di campanellini e mettendomelo sottobraccio.
Mi misi sul volto un finto sorriso uscendo di casa camminando lenta per le vie del quartiere. Era appena sorta l'alba e nessuno era ancora in giro.
Incrociai le altre kitsune e abbassai il capo in segno di saluto. Sembravano felici e divertite per l'inizio della festa.
Poi finalmente la gente iniziò ad arrivare. Un sacco di persone con vestiti tradizionali affollarono le strade, tutti con una maschera per coprire i loro volti.
Diedi piccoli campanellini a ogni persona che si avvicinò a me. E così, dopo poche ore, un dolce scampanellio si diffuse per le strade di tutto il quartiere.
Ogni famiglia aveva un suono diverso e tutte insieme producevano una melodia unica ogni secondo.
Mi aggirai per le strade con un sorriso sul volto triste. Fino a che non lo vidi.
Vidi i suoi occhi ambra dietro una maschera delicata. Hawks era seduto sul cornicione di un alto palazzo che osservava la festa sotto di sé.
I nostri sguardi si incrociarono per un secondo e sentii mancarmi il fiato. Quei giorni passati senza sapere nulla di lui scomparvero come neve al sole.
Un attimo dopo scese dal palazzo avvicinandosi verso di me.
Ero felice di rivederlo? Ma ero anche arrabbiata con lui per non essersi fatto sentire, anche se in parte era colpa mia...
Non sapevo cosa pensare fino a quando non me lo ritrovai davanti.

In your eyes  -  Hawks x OCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora