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Erano le sette del mattino e sento una sveglia suonare mi sveglio di colpo <<Cazzo  ci siamo addormentati>> dice Oscar <<Che ore sono>> gli dico mentre mi alzo dal divano <<Tu sveglia gli altri>> entro in camera e vedo che non era una sveglia ma una chiamata da parte di Charles <<Rispondo dopo che poi gli spiego>> torno in camera <<Sta mattina si fa colazione in macchina>> c'era ancora Carlos che dormiva in piedi mentre Luisa era corsa in bagno a prepararsi.

Io mi ero preparata con un goccio di mascara e una coda alta esco dalla camera da letto <<Ehi Ariana Grande>> mi dice Carlos <<Bella addormentata buongiorno>> diciamo che il rapporto tra me e Carlos era strano a volte ci auguriamo le peggio cose altre non ci parliamo altre ancora non riusciamo a smettere di ridere o di parlare.

Dopo neanche trenta minuti eravamo in macchina prima di ritornare a Londra e salutarli partiamo e mando un messaggio a Charles "Grazie Charles che mi hai chiamato perchè sennò non ci saremmo mai svegliati, essendo che eravamo già in ritardo non ho fatto in tempo a risponderti scusaaa"    Lui mi risponde "ma come avete fatto a non mettere una sveglia" solo che io patendo la macchina gli rispondo "Ti racconto dopo sennò vomito per fino l'anima"  e mi manda le faccine che ridono. non commento.

In seguito a qualche violazione dei limiti di velocità arriviamo di corsa all'aeroporto prendiamo le valigie dal cofano e  corriamo verso il gate del nostro volo prima di salire mi giro e guardo per qualche secondo Oscar per poi lasciare li la valigia e correre ad abbracciarlo <<Grazie di tutto Oscar ci vediamo non ti libererei di me facilmente>> gli rivolgo un ultimo sguardo e me ne torno vicino a Carlos <<Siamo pronte a partire?>>> dice spingendo la mia valigia verso di me <<Si ora si>> rivolgo ancora uno sguardo indietro <<Ti ricordo che era la ragazza di suo fratello non la sua amante>> in questi giorni gli avevo raccontato della foto, aveva ragione ma Oscar era mio amico solo quello <<Carlos stai tranquillo è solo un mio amico e questa cosa l'ho subito messa in chiaro>> .

Saliamo sull'aereo e con la mia solita ansia mi addormento per fortuna che il volo durava solo due ore, sul monitor davanti al mio sedile avevo impostato la rotta del volo perchè così quando mi svegliavo vedevo dove eravamo invece Carlos si guardava una serie spagnola che parlava di un crimine da quello che mi ha spiegato.

Arriviamo a Milano Malpensa ringrazio il cielo che siamo atterrati sani e salvi e dopo qualche foto con dei fan sempre gentilissimi mi hanno anche chiesto se volevo lasciare la Ferrari per andare da Oscar alla McLaren appena ho sentito la domanda sono scoppiata a ridere e ho risposto a tutti la stessa cosa "Sai smettere di amare il rosso è difficile come cambiare il colore a San Valentino" chi voleva capire capiva diciamo i più grandi mentre i più piccolini rimanevano li senza dirmi nulla.

Ci è venuto a prendere l'autista dal Ferrari Village che ci avrebbe portato direttamente lì il viaggio sarebbe durato due ore e mezza  non si parla tanto ma Carlos si imbatte in un post dove eravamo stati taggati <<Guarda cosa hanno scritto "Emily Binotto possibile spostamento in McLaren? lei risponde chiaramente Sao smettere di amare il rosso è difficile come cambiare il colore a San Valentino, Emily è nata in Ferrari e ama la Ferrari e poi qual'è il primo colore che ricorda San Valentino? il rosso come la nostra Ferrari bel gioco di parole!" Da quanto tu hai l'anima del poeta?>> mi chiede impazzendo <<Viene naturale poi ti pare che vado il McLaren sto bene in Ferrari, poi per la scuderia non sono nulla come potrei servire alla McLaren?>> lui mi guarda male facendomi realizzare <<Noo non intendevo questo>> lui continua a guardarmi male <<Saresti una bella distrazione eh>> scoppia a ridere.

Arriviamo finalmente a Maranello dove mio padre e mio zio ci stavano aspettando  scendo velocemente dalla macchina per salutarli abbraccio prima mio padre e subito dopo mio zio e poi arriva Carlos che a differenza mia li saluta con una bella stretta di mano <<Come sono andati questi giorni?>> chiede mio padre invitandoci ad entrare <<Vi abbiamo cambiato stanza e sarete allo stesso piano il quarto>> noi annuiamo e facciamo il check in <<Vi aspetto alle sei nel mio studio che organizziamo i tre giorni>> ci incamminiamo verso l'ascensore  e scrivo a Charles "Siamo arrivati poi verso le sei dobbiamo essere nello studio di mio padre non per metterti ansia :)"  Vedo che non mi risponde ma se stava guidando non volevo averso poi sulla coscienza <<La mia è la 107>> poi io gli giro la mia chiave per fargli leggere che la mia è la 108 <<Diciamo che siamo molto lontani>> inseriamo le carte un rapido saluto ed entriamo, le parete erano rosse chissà perchè e a differenza di quella che avevo prima questa aveva il balcone che dava sulla strada ancora una breve occhiata alla stanza e mi butto sul letto anche se non ero stanca 

Vita e destino//Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora