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Ormai è la mattina di domenica sei marzo, i giorni qui a Londra erano quasi giunti al termine mi ero divertita un casino con i papaya boys e Luisa, arrivata a casa mi aspettava la casa vuota visto che i ragazzi erano ancora dalle loro famiglie cosa giusta visto che tra esattamente dodici giorni sarebbe iniziato il campionato, proprio in Bahrain dove con quella pista ho un rapporto speciale infatti era un delle mie preferite.

Ora ero in macchina con Luisa al mio fianco, Lando che guidava e Oscar seduto sul sedile del passeggiero mi hanno voluto accompagnare anche se erano le tre del mattino quindi in Italia le quattro <<Devi proprio andare>> Luisa cattura la mia attenzione mentre stavo guardando fuori dal finestrino <<Si, devo aiutare mio zio>> la guardo triste <<Una volta però dovete venire in Italia anche voi>> così da cambiare un pò

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Saluto in lontananza i ragazzi mentre mi dirigo al gate del mio aereo <<Buongiorno>> mi saluta l'hostess prima di timbrarmi il biglietto che era valido non come mi prendeva in giro Lando che pensava che lo avessi falso infatti ha voluto aspettare che entrassi mentre Oscar era un morto vivente talmente aveva sonno <<Faccia buon viaggio>> gli sorrido e mi incammino verso l'aereo ovviamente dopo aver salutato con la mano Lando, Luisa e Oscar, sono una delle prime a salire, Il mio posto era il 71 verso il corridoio per fortuna non dal finestrino.

Mi sistemo e aspetto che l'aereo parte il mio piano è quello di dormire per poi arrivare a casa e continuare a dormire, sarei atterrata in un altro aeroporto ovvero quello di Bologna poco lontano da casa mia dove un taxi mi ci avrebbe portato.

Sull'aereo c'era la wifi quindi scrivo a Charles cosa che abbiamo fatto per tutti i giorni come anche le lunghissime chiamate prima di andare a dormire dove ci raccontavamo tutto, siamo andati molto meglio che la prima volta. Partiamo aspetto di essere in rotta Italia e mi addormento senza problemi anche se il volo durava solo un oretta forse per quello ero più tranquilla.

Mancavano cinque minuti all'atterraggio e Charles non mi aveva ancora risposto e devo dire che questa cosa l'ho un pò patita, gli avevo appena detto che stavo per atterrare e che domani ci saremmo rivisti, solo che non ho pensato che erano le due di notte quindi la gente normale dorme che stupida Emily che stupida dopo essermi ricordata l'ora eravamo atterrati, mi sgancio e piano piano si inizia a scendere dall'aereo. Il telefono si illumina "Ciao Petite atterrata?" era Charles cosa ci faceva sveglio alle tre? "Ciao Charles sto cercando la valigia qua a Bologna, cosa ci fai sveglio" era strana questa cosa no? "Allenamento mattutino" ora si spiega tutto Andrea lo voleva morto. Vengo interrotta appena vedo la mia valigia rossa <<Eccola>> esclamo da sola. Afferro il manico della mia valigia e mi incammino verso il parcheggio dove mi stava aspettando il taxi.

Vedo l'autista con il cartello con sopra scritto Emily quindi mi avvicino <<Buongiorno signorina Binotto>> ovviamente era l'autista della scuderia quindi mi conosceva <<Mi dia pure la valigia>> dice avvicinandosi per prenderla <<No no stia tranquillo>> ci incamminiamo verso la sua macchina nera, attorno ad essa c'erano alcuni fan, avendo sopra il cruscotto lo stemma Ferrari <<Emily Emily, possiamo fare una foto>> mi richiama un ragazzo mettendo il telefono vicino a me <<Certo anche se sarò in delle condizioni pietose>> sorrido mentre lui scatta delle foto, ne faccio alcune per poi salire in macchina. Non parlo di solito con l'autista e lui  non parla tanto nemmeno a me <<Le posso dire una cosa in confidenza>> dice mentre siamo fermi a un semaforo rosso <<Certo e se vuole mi dia del tù>> non mi piaceva parlare con la gente dando del Lei, se la conoscevo da tanto e posso assicurare che è un autista della Ferrari da tanto <<Bene quindi, ti volevo dire che siete completamente diverse>> lo guardo confuso <<Tu e tua sorella, l'altro giorno la sono venuta a prendere e c'erano dei fan dalla macchina li ha mandati via in malo modo mentre Lei li ha accolti e voglio dire solo le tre del mattino>> elaboro un secondo <<Mia sorella?>> chiedo confusa mettendo da parte il complimento che mi aveva appena rivolto <<Si è da suo padre però l'ho portata in un albergo non molto distante da Maranello>> faccio un sospiro di solievo <<Grazie al cielo>> pensa se entravo e me la ritrovavo in casa madres de dios cosa avrei fatto, poi ero da sola non c'era ne Charles e ne Carlos.

Vita e destino//Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora