Capitolo 22
L'uomo in bianco era rimasto sorpreso; per come la vedeva lui le capacità di Fo Shou, anche se non sufficienti per uccidere Feng Xiao, avrebbero comunque dovuto tenerlo a bada per un bel po'. Ecco che invece si scopriva che la fama del combattente numero uno dei Göktürks era solo una vana parola: non erano passate nemmeno due ore e Feng Xiao li aveva già raggiunti!
<< Lord Feng, le tue arti marziali rasentano l'eccellenza! Hai davvero superato le mie aspettative >> disse.
<< Sono certo che non è mai stata tua intenzione andare molto lontano >> rispose Feng Xiao << Di tutte le persone che erano presenti questa sera solo tu resti un mistero. Non prenderesti in considerazione l'idea di presentarti prima di andartene? >>
<< I nomi sono solo un qualcosa con cui essere chiamati; dopo cent'anni al massimo tutti torniamo ad essere polvere e terra. Lord Feng non c'è motivo per cui tu sia così insistente >> rispose l'uomo in bianco.
<< Chi parla così di solito è una persona che si preoccupa per la propria dignità. Ti vesti interamente di bianco ma hai certamente dei subordinati che indagano sugli altri scavando nel loro passato per trovare difetti nascosti. Non credo proprio che tu possa essere così puro ed elegante come appari esteriormente >> lo redarguì Feng Xiao.
<< Non mi interessa il tuo giudizio sulla mia persona, soprattutto quando hai avvelenato e costretto al tuo fianco il Maestro Cui; e nonostante questo sembra che lui speri ancora in un tuo salvataggio! È davvero possibile che a questo mondo esistano persone a cui piace essere torturate? >> rispose l'altro.
Cui Buqu non poté tacere << Non amo essere torturato ma so che mi conviene maggiormente essere nelle mani di Feng Xiao rispetto alle tue >>
L'uomo in bianco sembrò offeso da quelle parole << A parte l'essere stato rude quando ti ho trascinato via, quando non ti ho trattato con cura? >>
<< Feng Xiao opera in base ai suoi obiettivi e conosce i limiti oltre i quali non deve spingersi ma tu....non dai alcun valore alla vita degli altri >> rispose Cui Buqu.
<< Ququ è così raro sentirti mentre mi fai complimenti di fronte agli altri! Il mio cuore è veramente stupito ....>> quando la parola veramente fu pronunciata , l'ombra di Feng Xiao sembrò scomparire per riapparire immediatamente a fianco degli altri due.
Tuttavia i riflessi dell'uomo in bianco furono molto rapidi: si mosse all'indietro spingendo Cui Buqu in avanti , con l'intenzione di usarlo per bloccare gli attacchi di Feng Xiao.
Non poteva immaginare che Feng Xiao non aveva alcuna intenzione di colpirgli i punti vitali; l'uomo si limitò ad allungare una mano verso la sua testa: l'uomo in bianco fu colto di sorpresa mentre il cappello volava via e la sua testa restava nuda, esposta ai venti freddi che vorticavano sopra di essa.
Cui Buqu tossì due volte, non cercando nemmeno di nascondere la sua risata.
Feng Xiao rise ancora più forte di lui. << Sembrerebbe che al giorno d'oggi i monaci non siano più quelli di una volta; invece di restare nei loro templi vengono a combattere per il possesso di una giada. Per chi lavori? Lascia che lo illumini sulle giuste vie del taoismo >>
La luna si rifletteva sulla testa calva e lucente dell'uomo in bianco. Feng Xiao non poteva fare a meno di paragonarlo ad un uovo sodo senza guscio.
Sentendo Cui Buqu tossire, Feng Xiao si rese conto che stava effettivamente cercando di nascondere la sua risatina; lui e quell'uomo malaticcia erano davvero perfettamente sincronizzati.
Quando si ritrovò così esposto lo sguardo dell'uomo in bianco si rabbuiò per un attimo ma subito fu sostituito da una calma apparente << Sono solo un vagabondo senza padrone >> disse.
<< Oh! >> rispose Feng Xiao << Sei un monaco ma non puoi definirti un uomo di chiesa...a questo punto mi chiedo se tu stia dicendo la verità sulla tua identità o stia solo fingendo di essere un prete. Sono dell'umore adatto per riportarti indietro e sottoporti ad un interrogatorio >>
Mentre parlava allungò una mano per afferrarlo ma quest'ultimo fu incredibilmente veloce e si mosse all'indietro coprendo una distanza di una decina di passi o poco più.
Feng Xiao non si fermò, saltò in aria apparentemente non disposto ad arrendersi fino a quando non avrebbe catturato l'uomo. L'uomo in bianco corrugò le sopracciglia; non era contrario a scontrarsi in combattimento con Feng Xiao ma in quel momento non voleva perdere tempo ed era ancora più riluttante nel voler usare le sue abilità per evitare di essere riconosciuto. Spinse implacabilmente Cui Buqu in avanti, verso Feng Xiao e fece un balzo in aria con l'intenzione di andarsene ma proprio in quel momento un'ombra nera scese dal cielo con una spada lunga e tintinnante protesa verso di lui.
La luce della luna era così luminosa e il cielo senza nuvole che bastò uno sguardo al viso del nuovo arrivato perché l'uomo in bianco lo riconoscesse immediatamente: era colui che era stato tenuto in ostaggio da Gao Ning poco prima, Pei Jingzhe!
Feng Xiao da solo era un combattente già abbastanza impegnativo e ora si stava aggiungendo anche quest'uomo; anche se non era abbastanza forte da essere considerato un vero avversario per lui, avere una mosca che gli ronzava continuamente vicino all'orecchio poteva essere un fastidio. L'uomo in bianco aveva ormai capito che quel giorno non sarebbe stato in grado di restituire ciò che cercava al suo padrone; proprio mentre evitava la lama della spada, usando un ramo come trampolino di lancio, rimbalzò su un tetto e se ne andò.
Pei Jingzhe avrebbe voluto inseguirlo ma era già sparito.
<< Lascialo andare >> gli disse Feng Xiao.
Pei Jingzhe scese dall'albero su cui era balzato e disse in tono colpevole << Mi scuso, è un mio errore se Gao Ning non è stato catturato >>
<< Le sue arti marziali sono più in alto delle tue; mi hai comunque risparmiato la fatica di venire a salvarti. Dovrei ringraziarti >> rispose semplicemente Feng Xiao.
Pei Jingzhe non riusciva a capire se il suo signore lo stesse lodando o ridicolizzando. Dopo un po' disse << Io...io...ringrazio il mio signore per la lode? >>
Cui Buqu intervenne << Ti sta prendendo in giro. Davvero credevi ti stesse lodando? >>
Pei Jingzhe rimase in silenzio.
<< Questo ragazzo è un po' sciocco, mi scuso per lui >> disse a quel punto Feng Xiao.
<< Ci sono abituato >> rimarcò ancora Cui Buqu.
Pei Jingzhe non disse nulla in merito, ma la sua bocca era contratta. Poi chiese << Mio Signore, quel monaco...hai bisogno che indaghiamo sulla sua identità? >>
Feng Xiao si rivolse a Cui Buqu << Il Maestro Cui dovrebbe già sapere chi è >>
<< Ho la mia ipotesi ma non sono sicuro sia lui >>
<< Parla e mostracela >> lo spronò Feng Xiao.
<< Il monaco Yu Xiu >> rispose Cui Buqu.
Pei Jingzhe si sentiva smarrito, e ora chi era quello? Provò a cercare quel nome nella sua mente ma non conosceva nessuno nel Jianghu che l'avesse.
<< È un maestro dell'intelletto, raramente vaga per il Jianghu. Il più delle volte è al servizio di reali, rimanendo nelle retrovie per elaborare piani e strategie >> spiegò Cui Buqu.
Quando sentì la parola "reali", Pei Jingzhe sentì come se qualcosa gli fosse scattato dentro ma non osò aprire bocca.
Tuttavia Feng Xiao lo fece per lui << Il principe Jin >> e non era una domanda ma direttamente la risposta.
Cui Buqu annuì << È corretto >>
Il principe Jin Yang Guang era il secondo figlio dell'attuale imperatore. Lui e il principe ereditario Yang Yong avevano la stessa madre, ovvero l'Imperatrice Dugu. Aveva un carattere frizzante e propositivo, rispetto al fratello maggiore più taciturno e solitario. Similmente a come si fa con i bambini che piangono più spesso a cui vengono date delle caramelle per blandirli, Yan Guang aveva guadagnato maggiormente il favore dei suoi genitori rispetto Yang Yong, e questo a corte, non era un mistero per nessuno.
Pei Jingzhe aveva sentito dire che l'Imperatore, nella sua volontà di unire le dinastie del nord e del sud, aveva nominato uomini capaci come il suo Comandante per poter dare al principe JIn il comando della spedizione. Chi avrebbe più potuto insinuare che quel giovane fosse solo un bambino cattivo troppo viziato dai suoi genitori, quando avesse accumulato conquiste sul campo di battaglia, superando persino il principe ereditario?
Se Yu Xiu stava lavorando come stratega per il principe Jin, era sicuramente destinato a diventare uno dei futuri ministri del paese.
Pei Jingzhe inspirò profondamente. Non temeva Yu Xiu, ma l'uomo che si celava dietro di lui.
<< Ma se lavora per il Principe Jin come poteva non sapere che la Casata della Lame si sta occupando della questione? Perché interferire? >>
<< Naturalmente perché vuole la giada >> disse Feng Xiao.
<< La vuole per ...il suo padrone? Il Principe JIn? >> chiese ancora Pei Jingzhe.
<< Uhm >> rispose Feng Xiao << Ora come ora la perdita della giada è imputabile al fatto che la Casata delle Lame ha fallito nel suo compito. Chiunque riuscirà a recuperarla avrà il riguardo dell'Imperatore e dell'Imperatrice. Non è strano che il principe Jin voglia interferire. Anche l'Ufficio Zuoyue del Maestro Cui non ha potuto evitare di mettersi in mezzo, non è vero? >>
Cui Buqu << Non ho idea di cosa tu stia parlando >>.
Feng Xiao << Non stai mentendo in modo abbastanza convincente >>
<< Allora la prossima volta farò meglio >> Cui Buqu dopo aver detto queste parole fece un'espressione leggermente scioccata << Di cosa stai parlando? Quale Ufficio Zuoyue? Non capisco!>>
Feng Xiao annuì con la testa << Il tono è ancora fuori posto ma la tua espressione è migliorata >>
Pei Jingzhe <<...>>
Cui Buqu << Ho fame! >>
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Quindi adesso oltre alla Casata delle Lame che rappresenta l'Imperatore e l'Ufficio Zuoyue che rappresenta l'Imperatrice, scopriamo che un altro membro della famiglia reale cerca la giada per i proprio scopi, il principe JIn. C'è da perderci la testa!I crediti per l'immagine di inizio capitolo
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Peerless (Wúshuāng) di Meng Xi Shi (Traduzione italiana)
AventuraQuesta è la traduzione della novel bl dell'autrice Meng Xi Shi, autrice anche di "Thousand Autmns"(i due romanzi possono essere letti in modo indipendente, i protagonisti si muovono all'interno dello stesso universo creato dall'autrice) TRAMA: Nel...