Capitolo 53
I lamenti non si interruppero solo perché Duan Qigu aveva gridato; la voce continuò a gemere, piangere e sembrava reale e irreale allo stesso tempo. Inizialmente sembrava provenire dal davanti, poi da sinistra, poi da destra...come se fosse in qualsiasi luogo e in qualsiasi direzione. La cosa più strana era che solo lui sembrava poterla udire, entrambi i suoi servi erano spaventati e non capivano con chi il loro padrone stesse parlando.
C'era qualcosa che non andava! Sicuramente c'era qualcosa che non andava! Era chiaro che qualcuno stava appositamente impersonando un fantasma!
Duan Qigu si continse a calmarsi, respirando profondamente per rallentare il battito accelerato del cuore nel petto. La sua ragione era stata attaccata da un incendio che aveva minacciato di divampare ma al momento sembrava domato. Tuttavia il suo umore non era migliorato, anzi, i suoi occhi si iniettarono di sangue come se il fuoco fosse scoppiato dietro ad essi.
<< Per favore, non c'è alcun bisogno di usare un metodo così codardo e un travestimento scherzoso, mostrati e basta! Quale tra i migliori artisti marziali è venuto fino a qui per vedermi? >> disse con voce profonda.
Duan Qigu..ti ricordi...mi devi una vita...
<< Sono molte le persone a cui devo qualcosa ma a nessuno è concesso di saltare la fila e reclamare per primo >> Duan Qigu rise freddamente; nonostante gli abiti lussuosi che indossava si poteva ancora intravedere quel suo lato feroce che nascondeva nell'animo da decenni.
Era come se stesse affrontando il nulla e parlasse con se stesso, dato che a parte lui nessuno poteva sentire o vedere qualcosa.
Entrambi i servi si scambiarono uno sguardo perso, sentendo la paura risalire la spina dorsale mentre temevano che il loro padrone fosse caduto in trance.
Ma Duan Qigu era consapevole di essere ben sveglio. Era certo che il cosiddetto "fantasma" fosse qualcuno con incredibili abilità marziali e che stesse usando la sua forza interiore per interferire con il loro senso dell'udito.
Duan Qigu chiuse gli occhi e ascoltò attentamente intorno a sé per un momento; poi fece un salto verso l'alto fino ad atterrare sulla cima dell'osmanto presente nel suo giardino.
Il piccolo albero non era fiorito in quel periodo ma la sua presenza nel giardino di Duan Qigu denotava la ricchezza dell'uomo; le spese necessarie per creare un giardino del genere, dove potessero germogliare e fiorire alberi che normalmente non si trovavano al di fuori del Jianghu,
erano persino maggiori di quelle che venivano sostenute nei manieri più lussuosi della corte imperiale.
L'albero di osmanto vacillò leggermente sotto il peso di Duan Qigu.
Se Feng Xiao fosse stato lì avrebbe potuto constatare di persona non solo quanto le sue abilità marziali fossero migliorate, ma anche quanto il suo qinggong avesse raggiunto un livello straordinario; un uomo alto quasi due metri che restava in piedi sopra ad un cespuglio poco più alto di uno, senza che questi oscillasse o minacce di spezzarsi a metà: già solo questa era un'abilità detenuta solo dai migliori al mondo.
Ma quando alzò gli occhi per guardarsi intorno, oltre ad alberi, piante e ai due servi che gli correvano incontro, non vi era nessun altro.
Duan Qigu...vent'anni...sono passati vent'anni...
Si guardò intorno da quella posizione sopraelevata, rifiutandosi di credere che qualcuno sarebbe stato in grado di nascondersi ad una distanza così ravvicinata.
Ovunque vi era silenzio.
Sotto l'albero i servi, incerti sul da farsi, chiesero << Maestro, dobbiamo chiamare qualcuno? >>
Duan Qigu non rispose; rimase in piedi sopra all'albero il tempo necessario a bruciare un bastoncino d'incenso mentre la voce della donna gli riempiva le orecchie, ripetendo insistentemente le parole "vent'anni"
"Vent'anni prima" pensò.
A quel tempo, Duan Qigu era da poco diventato un ladro di cavalli eppure era già una leggenda che si tramandava nelle terre selvagge; desideroso di mostrare il suo valore, anelava solo a salire la scala gerarchica fino a diventare il capo più anziano, capce di aveva ai suoi piedi tutte le donne che potesse desiderare, nonché un infinito tesoro di argento e oro.
Quando il gruppo scendeva dalla montagna per commettere una rapina lui si trovava sempre in prima fila; aveva ricevuto numerose ferite ma ottenuto molti doni e ricompense. Presto prese il posto del terzo capo e rese il suo gruppo di briganti il più potente tra tutti gli altri.
Il suo potere continuò a crescere fino a diventare lentamente il Duan Qigu dei giorni nostri.
Duan Qigu era convinto che dietro ad ogni persona di successo ci fosse una lunga scia di crimini sanguinolenti. Anche chi si rifugiava nei templi, l'imperatore Sui così come quello della dinastia meridionale, tutti avevano le mani macchiate di sangue, altrimenti come avrebbero potuto raggiungere posti così in alto nella società?
Duan Qigu sbuffò una fredda risata. Già allora aveva ucciso molte persone e se i fantasmi fossero esistiti veramente ci sarebbe dovuta essere la fila in attesa di ucciderlo. Come poteva essere che l'unico a presentarsi in tutti quegli anni fosse quella voce femminile che sembrava sbucare dal nulla?
Si sporse un po' dal ramo e saltò giù, alzando contemporaneamente entrambi i polsi. Le foglie si staccarono dal ramo e volarono velocemente in tutte le direzioni come frecce.
I due servi ai piedi dell'albero, impreparati, non ebbero nemmeno il tempo di emettere un grido mentre le foglie, affilate come rasoi, trafiggevano le loro gole; caddero a terra senza vita.
Mentre sotto i loro corpi si formava una pozza di sangue sempre più larga e l'odore acre ne saturava l'aria, il lamento sembrò cessare improvvisamente.
Duan Qigu a quel punto fu certo che era davvero solo qualcuno che si fingeva un fantasma. Con un cenno della mano e l'espressione immutata, fece trascinare via dai suoi uomini i due cadaveri. Non c'era bisogno di aggiungere altro, qualcuno si sarebbe occupato di ripulire per terra e già il giorno dopo, quando fosse tornato nel giardino, la terra sarebbe stata pulita perfettamente come se non vi fosse mai morto nessuno.
Duan Qigu sentì che il suo umore stava lentamente migliorando; la moglie nel frattempo, saputo che aveva ucciso qualcuno, era subito venuta a chiedergliene conto.
Quella donna era stata con lui in tutti i momenti più bui della sua vita e anche se adesso raramente trascorreva la notte con lei, la rispettava, ben consapevole che non era lo stesso tipo di amore che poteva provare per una delle sue amate concubine.
Quando la vide avvicinarsi non la mandò via ma invece si sedettero uno davanti all'altra.
La donna chiese preoccupata << Marito, cosa c'è che non va? Anche se non posso fare nulla per aiutarti puoi confidarti con me e se ciò non bastasse posso offrirti il mio corpo per scacciare i tuoi pensieri >>
Duan Qigu non trasse conforto dalle sue parole, anzi le sue sopracciglia si corrucciarono maggiormente e chiese << Ricordi qualche episodio particolare legato a me che risalga a vent'anni fa? >>
L'espressione della donna si raggelò per un bel po' di tempo prima di rispondere << Ricordo solo che alla fine di quell'anno stavi partendo dicendo che avevi fatto un grosso colpo. Poco dopo sei diventato il terzo capo e da quel momento i nostri giorni sono andati sempre migliorando >>
Duan Qigu riusciva a ricordare solo gli eventi che riguardavano la sua nomina a terzo capo, dato che era stato uno dei momenti più importanti della sua via ed era impossibile dimenticarlo. Tuttavia ogni volta che partiva per una scorribanda sua moglie non lo seguiva mai, quindi le sua conoscenza dei fatti non poteva essere molto approfondita.
La donna aggiunse << Ricordo il giorno in cui sei tornato, non eri mai stato più felice. Quando ti chiesi cosa fosse successo mi hai risposto che avevi gestito con successo un grosso affare ma a parte questo ti sei rifiutato di darmi i particolari. So quale era il tuo "lavoro" a quei tempi e posso solo pregare ogni giorno la dea della misericordia perché ti perdoni per ciò che hai fatto in passato. Sono consapevole che se ti aspetta una punizione, questa toccherà anche a me...>>
Duan Qigu a quelle parole si sentì leggermente turbato e fece per alzarsi e andarsene. Fu a quel punto che sentì la voce del fantasma dire "punizione"; il suo corpo si fermò e il colore lasciò il suo viso.
La moglie di Duan Qigu non si era accorta di nulla e continuava a parlare, divagando e parlando di altre cose data la sua età ormai avanzata:
<< Smettila di parlare! >> le ordinò l'uomo, alzandosi rapidamente in piedi << È tardi, vai a riposarti, rientrerò anche io tra poco >>
<< Marito!! >> la moglie di Duan Qigu non aveva il potere di fermarlo, quindi rimase semplicemente a fissarlo mentre questi si arrotolava le maniche e se ne andava, incerta se avesse detto o fatto qualcosa di sbagliato, dato che solo un minuto prima sembrava stare bene.
Una volta che Duan Qigu fu rientrato nella sua stanza, mandò via tutti e si sdraiò sul letto, fissando con gli occhi spalancati il tessuto lucido del baldacchino sulla sua testa.
Non molto tempo dopo cominciò a scivolare lentamente nel sonno, i suoi occhi si socchiusero e se non ci fosse stato nulla a disturbarlo, in pochi minuti si sarebbe addormentato; ma fu proprio in quel momento che la voce risuonò di nuovo
Duan Qigu....restituiscimi la mia vita....
L'uomo aprì gli occhi immediatamente e si mise a sedere e gridò << Il mio destino è nelle mie mani e nemmeno il Cielo può interferire, per ciò rinuncia ai tuoi propositi; sono passati così tanti anni da quando sei morto che avresti già dovuto attraversare il Ponte Giallo; se rifiuti di scomparire non osare incolparmi se ti distruggerò io stesso e poi non potrai nemmeno reincarnarti quando sarai tu a volerlo!! >>
Aveva gli occhi rossi e gonfi che sembravano schizzargli fuori dalle orbite, mentre digrignava i denti.
Tuttavia la voce sembrò non curarsi di quanto aveva detto e persistette a ripetere, ancora e ancora, delle parole che ora parevano più vicine, ora più lontane:Duan Qigu....dovrai ripagare il sangue con il tuostesso sangue.....
All'improvvisouna folata di vento gelido portò con sé un fetore di sangue e Duan Qigu si reseconto che sembrava provenire dalla zona dello stagno nel giardino.
L'uomo, che non era certo uno sprovveduto, altrimenti sarebbe già incappatonella morte più di una dozzina di volte, chiamò un paio delle guardie di cui sifidava maggiormente e che erano responsabili di presidiare l'esterno delmaniero, e con loro andò a dare un'occhiata.
Man mano che si avvicinavano l'odore di sangue riempiva le loro narici.
<< Maestro, guarda! >> una delle guardie gridò per attirare la suaattenzione.
Duan Qigu vide che nel laghetto vi era un cadavere che galleggiava e quando siavvicinò a sufficienza notò che era il corpo di uno dei servi che aveva uccisoin precedenza.
In preda alla furia urlò << Non ho chiesto che venisse ripulito tutto?>> pensando che i suoi servitori per fare prima avessero gettato nellostagno i corpi invece di portarli via.
Un secondo dopo sentì il gelo assalirlo, come se avesse uno sguardo freddopuntato dietro la sua nuca, tanto che tutti i peli delle sue gambe sirizzarono; era la sensazione tipica di quando il pericolo era in agguato. Senzadire una parola si voltò su se stesso e colpì con la forza concentrata nel suopalmo ma si scontrò con il ..nulla!
La voce gelida della donna gli risuonò di lato all'orecchio
Duan Qigu....
Sembrava provenire proprio dal lato in cui le guardie lo affiancavano.
Duan Qigu nel corso della sua vita aveva percorso molti sentieri oscuri,sfidato onde altissime e venti turbolenti, sfuggendo alla presa della mortemolte volte, eppure in quel momento non poté fare a meno di sentire il morsodella paura farsi strada e avvolgere il suo cuore.
Guardandosi intorno con uno sguardo orribile e spaventoso gridò ancora unavolta << Chi diavolo sei? Mostrati!! >>
Ufficio del Magistrato a Qiemo
Gao Yi aveva allungato una mano per prendere il te che la domestica gli avevaappena versato ma poicè era distratto la tazza gli scivolò dalle mani e caddeper terra. Il liquido caldo schizzò sulle sue vesti e perfino la sua mano sibruciò. Emise un verso di dolore e fece un salto in aria.
La donna implorò pietà ma l'uomo la congedò in fretta senza nemmeno chiederledi raccogliere da terra i pezzi rotti.
Con attenzione tirò fuori il guscio di tartaruga per la divinazione ma noniniziò a recitare le litanie come le volte precedenti, limitandosi a fissarlocon sguardo assente, fino a quando un servitore corse dentro per avvisarlo chevi era un ospite alla porta.
<< Mi rifiuto di vederlo, mi rifiuto! >> rispose Gao Yi conimpazienza.
Nel suo attuale stato mentale come poteva aver voglia di vedere qualcuno?
Il servitore con voce tremante disse << Mio signore, quest'uomo sostienedi essere il nipote del re di Kucha; dice che la scorsa notte ha visto qualcosadi strano nel cielo che puntava proprio in questa direzione! >>
Il cuore di Gao Yi perse un battito << Portolo qui immediatamente!>>
Cui Buqu e Feng Xiao furono rapidamente fatti accomodare.
Quando gli occhi di Cui Buqu incontrarono quelli di Gao Yi la prima cosa chedisse fu << Agente, tra le tue sopracciglia si annida un'energia negativadi un nero profondo. Temo che tu l'abbia presa su di te ieri durante gli eventiaccaduti alla festa>>********************
Eccoci con nuovo capitolo della traduzione! Vi auguro buone feste!
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Peerless (Wúshuāng) di Meng Xi Shi (Traduzione italiana)
PertualanganQuesta è la traduzione della novel bl dell'autrice Meng Xi Shi, autrice anche di "Thousand Autmns"(i due romanzi possono essere letti in modo indipendente, i protagonisti si muovono all'interno dello stesso universo creato dall'autrice) TRAMA: Nel...