Ti ho chiesto di spaventare Gao Yi, non me!

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Capitolo 52

La notte era fredda e la nebbia si infittiva mentre i morti piangevano.
In bilico tra sonno e sogno, ogni avventore della locanda aveva potuto sentire quel lamento che si era avvicinato cavalcando il vento freddo, fluttuando nelle stanze fino alle loro orecchie, costringendoli a restare svegli e lontano dai loro sogni.
Questo almeno fino a che Feng Xiao non aveva cominciato a gridare! Non solo gli umani, ma anche i fantasmi sarebbero rimasti muti, spaventati da quelle urla.
Cui Buqu non era un fantasma e anzi condivideva la stessa stanza con Feng Xiao, ragion per cui fu costretto a svegliarsi completamente.
Dato che non era in perfetta salute il suo battito cardiaco era piuttosto accelerato da sveglio e anche in quel momento non faceva eccezione.
Feng Xiao girò la testa verso di lui e con tono innocente disse << Ti sei svegliato? Mi dispiace davvero; stavo gridando verso l'esterno, torna pure a dormire >>
L'uomo era convinto che a quelle parole Cui Buqu si sarebbe infuriato, ma dopo qualche minuto l'altro era ancora seduto sul letto mentre fissava distrattamente il vuoto con lo sguardo vacuo dal sonno.
Feng Xiao si chiese se potesse essersi spaventato a causa delle sue grida, per cui gli si avvicinò e afferratolo per il mento, gli girò la testa per poterlo guardare in viso.
Ormai aveva famigliarità con le modalità con Cui Buqu si alzava dal letto e sapeva che il tempo che avrebbe impiegato a riprendersi dipendeva da quanto fosse riuscito a dormire e riposarsi: i cerchi scuri sotto gli occhi in quel momento indicavano che non aveva dormito abbastanza e quindi si trovava nel momento più debole e in cui era più facile maltrattarlo.
Il cuore di Feng Xiao ne fu deliziato e toccandogli la testa disse con voce gentile << Mio buon figlio, svegliati! È ora di andare a vedere il fantasma! >>
A quel punto Cui Buqu finalmente si riprese del tutto e allontanò la mano di Feng Xiao con uno schiaffo per poi sospirare << Non vedremo nessun fantasma, ma forse potremo diventarlo! >>
Chiunque avesse sentito quella frase non avrebbe capito a cosa si riferiva ma Feng Xiao lo sapeva bene e annuì.
<< Potrebbe essere che qualcuno ha pensato ad un piano simile al nostro? >>
Cui Buqu non gli rispose ma chiese invece << Ti ricordi che appena arrivati in questa locanda, la guida Cheng Cheng ci disse che era infestata e che era stato ritrovato un cadavere nel pozzo? >>
<< Ho indagato su questa storia; pare che sul fondo del pozzo ci fossero effettivamente dei resti umani, ma non si sa a chi appartenessero né da quanto fossero lì; non è possibile capire se quella persona fosse già morta o sia deceduta dopo esservi stata gettata dentro, erano passati troppi anni e nessuno era interessato a verificarlo, quindi i resti vennero sepolti frettolosamente >> rispose Feng Xiao.
Cui Buqu si strofinò delicatamente gli occhi come a voler portare via la stanchezza.
<< In effetti Cheng Cheng quando menzionò il pozzo aveva sul viso un'espressione scioccata e paurosa; tutti coloro che ne hanno parlato sembravano sempre pieni di paura >> continuò Feng Xiao.
<< Il pozzo, Cheng Cheng, Li Fei, il terzo responsabile, Duan Qigu...c'è un collegamento tra tutto questo? >> si domandò Cui Buqu.
<< Li Fei e il terzo responsabile facevano entrambi parte del gruppo di Xing Mao, quindi non sono di certo collegati con Duan Qigu >> ragionò Feng Xiao.
<< Tuttavia il terzo responsabile e Yu Xiu hanno complottato nell'ombra per uccidere Duan Qigu e questo era sicuramente fuori dal controllo di Xing Mao, quindi se anche altre persone tra queste avessero delle relazioni tra loro di cui non siamo a conoscenza, non dovrebbe stupirci >> concluse Cui Buqu.
Comunque alla fine Cui Buqu non era stato l'unico ad essersi svegliato a causa delle grida di Feng Xiao; chi era che aveva così poca cortesia da rendere quella notte turbolenta e rumorosa?
Alcuni coraggiosi avevano indossato il loro cappotto ed erano andati al pozzo per dare un'occhiata, altri, seduti al tavolo a bere un tè che ormai si era raffreddato, restavano lì con l'aria del tutto indisturbata.
<< Il mio abbigliamento attuale è sufficiente per sembrare un vero fantasma? >> chiese Feng Xiao, mettendo in mostra il travestimento che Qiao Xian gli aveva preparato.
I suoi capelli erano sciolti e lunghe ciocche gli ricadevano sulle spalle, sul corpo indossava solo un vestito sottile, come se fosse del tutto immune al freddo; alla luce delle candele il suo bel viso emanava una luce delicata ed era assolutamente perfetto.
Cui Buqu lo guardò ancora un po', dopo di che disse << Aggiungi ancora un po' di cipria bianca, così sembrerai ancora più convincente >>
Feng Xiao rise << Hai ragione, fammi prendere ancora un po' di quella polvere >>
Si alzò dirigendosi verso la porta, ma prima di arrivarvi si voltò indietro, come se gli fosse venuto in mente qualcosa. << Quella sera, quando ho incontrato Yu Xiu nel corridoio, ho visto in quale camera era alloggiato. Ora sono quasi certo che se ne sia andato >>
Le sopracciglia di Cui Buqu si aggrottarono. Yu Xiu era davvero simile ad un fantasma, capace di far perdere le sue tracce inaspettatamente. Se c'era una persona al mondo così astuta e in grado di nascondersi allo sguardo di Cui Buqu quello era proprio Yu Xiu.
Visto che il caso della giada del Lago del Paradiso era stato risolto ci si sarebbe aspettato che l'uomo tornasse nella capitale al fianco del Principe Jin; eppure non solo era andato nella direzione opposta ma aveva persino cospirato con il terzo responsabile per uccidere Duan Qigu.
Eppure sembrava proprio che Duan Qigu non conoscesse Yu Xiu, quindi che relazione c'era fra quei due? Quale era l'obiettivo di quella mossa?
Le dicerie sulla locanda infestata avevano qualcosa a che fare con lui?
Se non era opera di Yu Xiu, chi c'era allora dietro a tutto questo?
Era chiaro che la piccola città di Qiemo nascondeva dei segreti, rimasti sepolti per anni, che ora sembravano emergere tutti assieme.
Adesso che anche lui e Feng Xiao si erano buttati nella mischia gli spettatori di quegli eventi erano aumentati.
Mentre pensava a queste cose, Cui Buqu scostò le coperte e tirò fuori le gambe dal letto per mettersi le scarpe; all'improvviso un colpo di vento fece stridere la finestra che si spalancò di botto. Le candele tremolarono per poi spegnersi mentre la luna fuori dalla finestra illuminava metà del suo volto.
<< Qu...qu...>>
Cui Buqu rimase inespressivo ma dentro di sé pensò: "Ti ho chiesto di spaventare Gao Yi ,non me!"

Duan Qigu sedeva con davanti a sé una bottiglia di vino.
Una volta rubava cavalli; per dirlo in modo chiaro una volta era un ladro.
Gli artisti marziali si divertivano a dire che i sentimenti di odio e gentilezza si affogavano nel vino, ma Duan Qigu odiava bere; aveva la sensazione che alterasse la mente al punto che se uno fosse stato sul punto di morire non se ne sarebbe nemmeno accorto.
Da giovane aveva avuto alcuni complici delle sue scorribande che erano morti in quel modo e da allora non aveva più toccato vino.
Eppure quel giorno si sentiva talmente turbato che aveva già bevuto vari bicchieri di vino per cercare di allontanare le mille preoccupazioni che gli giravano per la testa.
Da quando non possedeva nulla ad ora, dove aveva tutto, aveva perso e guadagnato molto: tanti amici ma anche tanti nemici, molti dei quali avrebbero voluto vederlo morto! Ma di quelli si beffava perché non valevano nemmeno la pena di essere menzionati.
Tuttavia ora era diverso.
La sua amata concubina entrò nella stanza portando tra le mani una pentola con una zuppa di zucchero ghiacciato a ananas; vide Duan Qigu seduto al tavolo con aria pensierosa come se avesse qualcosa in testa che non riusciva a dimenticare.
<< Mio signore...>> usò appositamente un tono basso e seduttivo; normalmente quando Duan Qigu sentiva la sua voce, sorrideva e si alzava in piedi; tuttavia in quel momento sembrò non accorgersi nemmeno della sua presenza e non si mosse.
La donna, dispiaciuta, andò a posare la pentola sul tavolo. L'argilla a contatto del legno fece un rumore sordo, non forte ma che fece vacillare leggermente Duan Qigu, come se si fosse spaventato. Quando spostò lo sguardo sul viso della sua concubina la sua espressione si fece tesa e si appoggiò all'indietro con la schiena.
La concubina era sorpresa, non lo aveva mai visto in quelle condizioni; un attimo dopo sentiì un dolore allo stomaco e qualcosa le balenò davanti agli occhi; si rese poi conto che Duan Qigu l'aveva presa a calci , facendola volare contro la porta; la donna la sfondò e cadde a terra gravemente ferita. Sputò sangue dalla bocca mentre, con il viso ancora pieno di paura, perdeva conoscenza dal dolore.
Le guardie che sostavano fuori rimasero tutte scioccate e si chiesero cosa fosse accaduto nella stanza; quando si precipitarono dentro videro Duan Qigu era seduto e sembrava in perfetto stato di salute, se non fosse che il suo viso era di colore verde e il suo respiro affannoso.
<< Maestro? >> lo chiamarono circospetti
<< Andate via, non c'è nulla da vedere qui >> Duan Qigu agitò una mano << Portatela via! >> ordinò
Dopo poco anche la moglie di Duan Qigu si precipitò a vedere cosa fosse accaduto, immaginando che la concubina avesse fatto qualcosa per far arrabbiare Duan Qigu.
Sapeva che quella donna era molto amata e che lei stessa non era stata mai guardata da lui allo stesso modo, ragione per cui, anche se era un po' preoccupata non poté impedire al suo cuore di provare una fitta di felicità.
Duan Qigu però non era interessato a quelle questioni di donne; disse alcune parole alla moglie per farla allontanare e non chiese l'intervento dell'altra sua concubina; semplicemente si alzò in piedi e si diresse verso i giardini per cercare di alleviare lo stress.
La notte si allungava, lunga e silenziosa, ma appena lui mise piede in giardino questo prese ad illuminarsi grazie alle lanterne che vennero accese nell'intero perimetro. Questo dimostrava la ricchezza della sua famiglia.
Dopo che ebbe camminato per un po' si sentì più calmo ma il suo umore non era ancora del tutto buono. Non aveva detto a nessuno che, poco prima, quando aveva alzato lo sguardo sulla sua concubina, il viso che aveva visto non era stato il suo ma un altro.
Forse era semplicemente troppo stanco.
Quando la sua mente riandò alla morte del terzo responsabile e a quel Yan Xuexing nominato dal discepolo della setta Qiyue, le sue sopracciglia di aggrottarono lentamente.
<< Duan.....Qigu.....>> una voce arrivò alle sue orecchie. Il tono era simile a quello emesso da una donna che si trovava costretta da qualche parte. Come se fosse morta ma costringesse i suoi occhi ad aprirsi per guardarlo, imprecando dalle profondità dell'inferno, mentre il sangue le colava dall'angolo delle labbra, macchiandole i denti.
<< Chi sei? Vieni fuori e smettila di fingerti un fantasma! >> gridò con rabbia Duan Qigu.
Dietro di lui venivano due servi che si scambiarono un'occhiata, incerti su cosa fare.
Non capivano a chi si rivolgesse il loro signore, loro non avevano sentito nulla.

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Ecco un nuovo capitolo di Peerles; la situazione si fa sempre più misteriosa!


Peerless (Wúshuāng) di Meng Xi Shi (Traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora