03 • Dall'inizio

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Herega capì in che modo Eavelin raggiunse quelle conclusioni, ma non potevano comunque essere considerate veritiere, tuttavia egli non avrebbe saputo far di meglio, perciò decise di fidarsi.

"Quindi, in realtà, dovremmo percorre 9 diversi percorsi? Non è così?
"Si Herega, è così"
[...]
Passarono un paio di secondi in silenzio,
"Beh, che aspettiamo? Forza Eve, andiamo!"
"Calmati. Non sai nemmeno dove andare..."
"Perché tu lo sapresti?"
"Speravo me lo chiedessi"
Eavelin tirò fuori il libro:
"Guarda qui, proprio nell'ultima pagina, c'è una mappa, con 9 x rosse e una viola al centro"

""Perché tu lo sapresti?""Speravo me lo chiedessi"Eavelin tirò fuori il libro:"Guarda qui, proprio nell'ultima pagina, c'è una mappa, con 9 x rosse e una viola al centro"

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"Il centro non può che essere la grotta, le x indicheranno i 9 luoghi con i quali ricostruire l'anima"
"Eve ma sei un genio"
"Mph... grazie"
"Allora da quale vogliamo cominciare?"
"Non saprei... Forse quello che sembra meno pericoloso?"
"Potresti avere ragione. Che ne pensi allora dell'isola?
"Si, non mi sembra male"
"Ci basta solo scoprire in che città sta, dopodiché andremo l-"
"Herega? Herega tutto bene?"
Tra sé e sé: "Di nuovo questa strana sensazione di svenimento, ma perché?"
[...]
"Eavelin, cos'è successo?"
"Di che parli?"
"Io... No-non lo so... Dove si trova l'isola?"
"Perché ti comporti così? Mi hai appena detto che si trova a Triosa"
"A Triosa eh? Io non l'ho mai detto"
"Herega per favore smettila, non sei divertente"
"Ma i-io non ho mai-"
"Herega? Herega tutto bene?
"Eavelin, cos'è successo?"
"Di che parli?"
"Io... No-non lo so... Dove si trova l'isola?"
"Perché ti comporti così? Mi hai appena detto che si trova a Triosa"
"A Triosa eh? Io non... Aspetta, non lo avevi appena detto?"
"Detto cosa?"
"Che l'isola si trova a Triosa?"
"No, lo hai detto tu"

Herega si mise una mano sulla fronte e strinse i denti socchiudendo l'occhio non coperto. Cominciò a pensare così intensamente che si dimenticò anche che cosa stesse succedendo. Forse era stato lui stesso a voler scordare cosa fosse successo.

"Va bene Eve, allora partiamo per Triosa!"
"Sicuro? Non mi sembri lucido di mente, forse serve un altro paio di giorni per farti riprendere?"
"Tranquilla E-"
"No! Non sto tranquilla Herega! Ti rendi conto di come ti stai comportando? Non stai per niente bene!"
"No! Sto benissimo è solo che quan-" "di nuovo questa sensazione?"
[...]
"No! Non sto tranquilla Herega! Ti rendi conto di come ti stai comportando? Non stai per niente bene?
[...]
Tra sé e sé "sono sicuro che se continuo così non andrò lontano, forse meglio assecondarla"
"Sì, forse hai ragione Eve. Dammi un solo giorno e prometto che mi riprendo, sono ancora un po' scosso dal tutto, mi capisci? Non è vero?"
"Promettimelo"
"L'ho appena fatto"
"Promettimelo"
"Promesso"
Tra le lacrime, Eavelin, accennò un sorriso verso Herega, il quale ricambiò.

Passarono un paio d'ore, ognuno era ormai alla propria casa, ed era giunto per Herega il momento di decidere ciò che doveva essere fatto.

"Non capisco, perché solo io riesco a percepire determinate cose? E perché dopo improvvisi attacchi di svenimento ci riescono anche gli altri?
Ho davvero detto io a Eve che l'isola si trova a Triosa? È frutto dello stesso problema della percezione? A cosa è dovuto?"

Ancora una volta nella mente di Herega cominciavano ad accumularsi tante domande che erano quasi impossibili da essere ragionate insieme, e quindi, ancora una volta, decise di lasciar stare.
Era però giunto il momento di avvertire la madre e la sorella che sarebbe partito, e che per un po' non avrebbe fatto ritorno.

"Mamma, devo parlarti. Ho deciso che andrò a scoprire. Fuori da qui. Insieme a Eavelin. Mi dispiace lasciarvi sole, starò fuori abbastanza, prenditi cura di Lytsu. Anche da parte mia".

La madre, seppur con il capo chinato, ascoltò con attenzione le parole di Herega, che subito dopo la frase se ne andò . Non avrebbe aspettato una risposta dalla madre, e non perché avrebbe avuto paura che non gliela desse, ma poiché, essendo in quello stato, non avrebbe pensato di avere una risposta, e se l'avesse avuta, avrebbe di sicuro preferito non sentirla. Dopo tutto Herega aveva scordato il significato di "Famiglia".

Per Eavelin la situazione fu diversa. Purtroppo, già da prima del compimento dei 5 anni, perse entrambi i genitori poiché definiti "eretici" dai maggiori di Shiitia, il suo paese natale. Fu affidata a un lavoratore di ferro, che stancato, decise di venderla a un ragazzo di Nustia. Forse durò un anno il viaggio, poiché il carro trainato da cavalli non era così veloce, e poiché il cocchiere fece un gran numero di soste, alcune durate intere settimane.
Appena arrivata a Nustia, il ragazzo che l'aveva acquistato non fu trovato, e perciò fu affidata a un orfanotrofio della città. Successivamente fu adottata da un lavoratore di maglia, dove ancora adesso lavora per guadagnarsi da vivere. Viene trattata come una figlia dal lavoratore, non fu però difficile allontanarsi da lui.

Il passato di Eavelin, per quanto brutale, riuscì a plasmare una ragazza formidabile, e che sicuramente era pronta per un viaggio del genere.
Preparati due zaini, uno per ognuno, decisero di affittare una carrozza per arrivare fino a Triosa, non trovarono però un cocchiere, e perciò Herega dovette improvvisarsi come tale.
Salirono quindi sul cocchio, uno a guidare e l'altra a osservare il circostante, per garantire maggiore sicurezza.
Solo a quel punto Eavelin notò un particolare che prima non era presente. A Herega erano cresciuti i capelli, e neanche di poco!

"Herega, co-come hai fatto a farti crescere i capelli così velocemente?"
"Ma di cosa stai parlando?"
Tra sé e sé: "C'entrerà sicuramente quell'incontro, basta girarci intorno, devo dirglielo"
"Eve, devi sapere ch-"
Ebbe di nuovo quella strana sensazione di svenimento.
[...]
"Herega tranquillo, so che sei stanco, riposati, ci penso io al cavallo".
"Ma, cosa? Perché i miei capelli sono così lunghi?"
"Di cosa parli? Sono sempre stati così lunghi"
Tra sé e sé: "Ho capito. Non posso parlarne. Sento che non andrà bene, devo parlare, in fretta"
"Non lo so, non mi ricordavo mi arrivassero fino ai fianchi, sarà stata una mia strana impressione"
"Va bene allora. Partiamo".

Pietra Miliare - Sic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora