27 • Anfer

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"Interessante. Nemmeno una delle mie tattiche migliori ha funzionato"
"Notevole, eh?" Fece Herega.

Anfer si avvicinò nuovamente all'avversario con la spada, Herega la bloccò con la sua, e stordito, il giovane riuscì a colpire nello stomaco Anfer. Egli si riprese subito, e cominciò a correre intorno a Herega, eludendo la sua vista. Nel mentre che l'immagine del maestro che correva rimaneva perpetua, Herega saltò, e Anfer lo prese di sorpresa con un calcio, facendolo cadere a terra, gli montò sopra e cominciò a riempirlo di pugni sul volto, si fermò quando Herega prese la spada dell'avversario con una catena cercando di colpirlo. Egli schivò.

"È difficile colpirti ripetutamente. Ne hai sempre una per fermarmi. Se riesci a fermare questo attacco riconoscerò la tua vittoria".

Anfer impugnò la sua lama con entrambe le mani. Puntandola verso l'avversario. Fece un respiro con la bocca molto lungo, e a occhi chiusi si avvicinò a Herega, senza colpirlo, gli spuntò dietro in una frazione di secondo. Il ragazzo rimase immobilizzato. Anfer ritornò di fronte a lui e gli diede un calcio sul mento, facendolo prima salire e poi cadere. Nel frattempo ricreò la prima illusione, lasciandolo a terra ancora per un po'. Riaprì gli occhi ed espirò tutta l'aria che aveva inspirato prima. Herega vide la sagoma di Anfer diventare dorata in uno spazio che sembrava l'universo.

 Herega vide la sagoma di Anfer diventare dorata in uno spazio che sembrava l'universo

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Poi anche esso divenne dorato

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Poi anche esso divenne dorato.

Herega provò ogni tipo di sensazione, una più forte dell'altra, tutte molto confuse, rapide, lente, scoordinate

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Herega provò ogni tipo di sensazione, una più forte dell'altra, tutte molto confuse, rapide, lente, scoordinate. Non ci si poteva capire nulla, tant'è che svenì.

Un'altra fiamma, però, raggiunse il corpo di Herega, riuscendo nuovamente a fargli riacquisire conoscenza.

"Questo colpo prosciuga tutto il mio mana e quello dell'avversario. Essendo che non sono uno stregone non ne risento, ma tu, che sei uno stregone, come hai fatto a riprendere conoscenza?" Disse Anfer,
"Prima di esser colpito, ho lanciato una fiamma stracolma di mana, appena me lo hai sottratto mi è venuta incontro, così sono riuscito a riacquisirlo. Devo confessarti che di questa mossa mi aveva avvertito l'altro maestro, così ho saputo contrattaccare"
"Hai fatto bene, hai studiato il tuo avversario. Dato che sei riuscito a sopportare il colpo ti riconosco la vittoria".

Sebbene l'amicizia non necessiti di formalità, di fronte a un duello talmente emozionante da parte di Herega; Ren e Eavelin non seppero far altro che applaudire.

"Maestro, non la reputo una vera e propria vittoria, e comprendo di non essere ancora pronto per entrare nella torre. Continuerò ad allenarmi, e così scoprirò cosa sto cercando veramente" Disse Herega.
"Bravo Herega. Ben detto. Tornate ad allenarvi, e dimostrate di essere all'altezza di quella torre".

Da quando i tre erano giunti in quel Dojo, passarono in totale 3 settimane. Avevano passato tutti i giorni, almeno per 4 ore al giorno ad allenarsi. Perfezionarono ognuno la propria abilità con la propria arma, Eavelin con la Katana, Ren con i suoi pugnali ed Herega con la sua Spada di Mana. Sotto richiesta, si avvalsero della possibilità di sostenere un esame scritto e orale sui demoni, per fare mente locale sulle loro conoscenze, lo passarono tutti e tre con il massimo dei voti, senza sbagliare una domanda. Continuavano inoltre a rispettare la dieta che aveva consigliato Anfer a loro e, così, riuscirono ad avere un controllo maggiore del movimento dei loro corpi, sentendosi più padroni di esso; inoltre crebbero anche fisicamente, nessuno dei tre aveva massa muscolare adatta a ciò che puntavano di fare, però riuscirono a costruirsi un buon corpo robusto per i loro obiettivi.
In breve tempo superarono le aspettative del maestro e, sebbene non riuscendosi mai, cominciarono ad avvicinarsi sempre di più a tenergli testa durante i combattimenti, solo una volta Herega fu quasi capace di sconfiggerlo, ma il maestro rimontò all'ultimo. Lo stesso Anfer non aveva mai messo tutta la sua potenza in alcuno scontro, altrimenti avrebbe finito per ucciderli dopo pochi secondi, ma si capacitò della forza che avevano acquisito, impegnandosi sempre di più in ognuno degli scontri. Dopotutto egli aveva, quasi completamente, raggiunto il suo livello massimo, infatti, pochissime persone in tutta Rinji avrebbero potuto fronteggiare un'orda di demoni tanto numerosa come quella che potrebbe affrontare Anfer.
In pratica, egli capì che tutti e tre i suoi discepoli avevano un potenziale maggiore del suo. In fin dei conti egli aveva 27 anni, ben 12 in più dei suoi discepoli, ed essi già cominciavano ad avvicinarsi al suo livello.

Dopotutto egli non era nato per combattere. Nacque da una famiglia nobile a Flu, la città tra Triosa e Nustia. Già da piccolo ebbe un'istruzione avanzata, che plasmò un forte intelletto; era uno dei pochi, facenti parte dei nobili, che voleva anche avere amici di rango inferiore, credeva nella parità dei diritti, ma Flu non lo consentiva e, spesso, erano gli stessi ragazzi di rango inferiore a rifiutarlo, perché avevano una brutta impressione dei nobili, d'altronde, come biasimarli. Verso l'età di 15 anni si innamorò perdutamente di una ragazza plebea. Purtroppo, i suoi genitori fecero un torto a un nobile, ed egli li spinse alla morte, presto la ragazza si suicidò. Anfer giurò di diventare abbastanza forte per abbattere la nobiltà di Flu, e ricostruire la società come avrebbe voluto lui. Entrò a far parte anche dell'alleanza di Triosa, di cui il simbolo è riportato sulla sua divisa. L'alleanza avrebbe promesso un buon allenamento a egli, e così fu, divenne forte com'è tutt'ora, ma scoperti i loro piani, decise di lasciarla. Capendo di non essere in grado di far nulla per Flu, decise di trasferirsi a Rinji, una città più tranquilla e pacifica, dove avrebbe incontrato Rokai, il suo maestro. Che riuscì a riaprigli la mente. Decise quindi di aprire un Dojo con il suo mentore, dove avrebbe allenato persone con un obiettivo da inseguire, come Herega. Vedere che la sua vita non era stata sprecata, ma che era stata utile a uno qualunque dei suoi discepoli lo spinsero a non mollare o perdere la speranza, e chissà, forse un giorno riuscirà a dare un senso alla morte della sua amata.

Pietra Miliare - Sic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora