Pietra Miliare - Sic.

07 • Il custode

Giorno 2

"Ragazza, non ho ancora chiesto il tuo nome, come ti chiami?"
"Eavelin, Eavelin Hereza"
"Va bene Eavelin. A breve il custode dell'isola giungerà sul palco che si trova di fronte alla piazza, quindi dobbiamo farci trovare pronti per i clienti che verranno. Entro 10 minuti ti voglio pronta, mi raccomando"
"Certo. Nessun problema"

Tra sé e sé: "Non so se mentre lavoro riuscirò a estrapolare qualche informazione. Meglio darmi da fare"

Intanto Eavelin si avvicinò al bagno. In modo da essere pronta non appena il suo turno di lavoro fosse cominciato. Si guardò quindi allo specchio:

"Ah-ahi! Ancora questa sensazione... È successo di nuovo, appena ho rivisto la ferita. Non sembra nemmeno migliorata da ieri, anzi... Almeno non è insopportabile come prima.
[...]
Devo pensare a cosa fare. Forse potrei ricavare qualche informazione dal custode. Ma che tipo di informazione? Se ci parlassi io direttamente? No, impossibile, non me lo lascerebbero fare. Devo inventarmi qualcosa. Meglio tornare di là adesso, il discorso sta per cominciare"

"Eavelin vieni. Tu lavorerai al bancone di fuori. Servi i clienti con ciò che desiderano"
"Va bene"

Tra sé e sé: "Uh, perfetto. Questo bancone si affaccia precisamente sul palco della piazza. Potrò sentire ciò che vuole dire senza distrarmi eccessivamente"

Passarono circa 5 minuti, e finalmente il custode fu accompagnato sul palco. Cominciò quindi a parlare tra gli applausi della folla:

"Cari cittadini. Sono io, il custode dell'isola che vi parla. Oggi siamo riuniti qui per un motivo assai importante, per celebrare la nascita del sommo. Adesso ch-"

Una freccia velocissima e repentina si scagliò dal cielo sulla testa del custode. Uccidendolo sul colpo. I cittadini rimasero scandalizzati.

"Cos'è successo?"
"Chi ha scoccato quella freccia?"
"Il custode starà bene?"
"Chiamate aiuto!"

Era ormai scoppiato il Chaos nella piazza. Non ci si poteva nemmeno più orientare. Ma il colpo di stato sembrava cessato, all'autore interessava solo del custode probabilmente.

Tra sé e sé: "Che disastro. Non sono riuscita a sentire nulla. E poi chi è questo sommo che si celebra oggi? Probabilmente non la otterremo così l'informazione"

"Capo, mi dispiace per quel che è successo"
"È un disastro! Non solo abbiamo perso tutti i clienti, ma è anche morto il custode! Ci sarà lutto nazionale per almeno 1 settimana"
"Cosa posso fare?"
"Io non lo so. Se ti fa piacere comunque, puoi rimanere a lavorare qui per i prossimi giorni. Ma non so quanta gente verrà considerando quanto è successo"
"In realtà non ho un posto dove stare, mi piacerebbe rimanere qui. Grazie".

Eavelin non riuscì a sentire cosa ebbe da dire il custode, rimase intanto a lavorare nella taverna per avere un posto dove stare. Lo stesso giorno, al contrario di quanto ci si aspettasse, ci fu lo stesso numero di clienti degli altri giorni, perciò Eavelin lavorò lo stesso quel giorno, ma fino a sera tardi, poiché, a causa dell'accaduto, aveva cominciato a lavorare dalle 4. Nel mentre che sparecchiava sentì parlare delle persone a uno dei tavoli:

"Pazzesco, vero?" Disse uno di loro,
"Già. Non è passato nemmeno un giorno ed è già stata messa una taglia sulla testa dell'assassino, ma nemmeno si sa chi è" replicò l'altro,
"In cosa consiste la ricompensa?"
"Non ne ho idea. Ma so che è un oggetto molto raro, forse unico"
"E perché dovrebbero dare una cosa unica come ricompensa?"
"Non saprei. Forse perché anche il custode era unico"
"Scusate ragazzi" si intromise Eavelin "potreste spiegarmi in cosa consiste questa taglia?"
"In pratica bisogna trovare l'assassino del custode, portarglielo preferibilmente vivo, e poi si otterrà la ricompensa. Vedendo il tuo bel viso delicato ti consiglio di starne fuori. Dopotutto chi non si immischia campa cent'anni."
"Va bene, grazie ragazzi"

Tra sé e sé: "Dovrei aspettare Herega per trovare questo tipo? Non lo so. Probabilmente non me lo perdonerebbe mai se andassi senza di lui, ci tiene davvero alla mia salute, ma non ho tempo da perdere, dopotutto abbiamo solo un mese di tempo. Aspetterò domani, il giorno dell'incontro, per andare con Herega e spiegargli tutto. Nel mentre continuerò a lavorare qui. Se non lo troverò andrò da sola, altrimenti andremo insieme. Spero tanto di riuscire ad incontrarlo domani. Forse potrei raccogliere informazioni senza entrare nell'atto pratico, o forse no, è stato questo il mio piano fino a ora e non è andato per niente bene".

Eavelin tornò a lavorare alla taverna, nella speranza che Herega si facesse vivo il giorno dopo.

Proprio quest'ultimo, nel frattempo, era in barca con il vecchio per arrivare al porto dell'isola.
"Senti vecchio, mi lascerai nello stesso posto dove hai lasciato Eve, vero?"
"Ahahah. Non ti devi preoccupare, so che riuscirai a trovarla.
[...]
Lasciati fare una domanda, come mai avete deciso di intraprendere questo viaggio?"
"È una lunga storia. Riassumendola: ho incontrato una strana entità in una caverna di Nustia, il mio paese natale, quella mi ha fornito un libro, nel quale devo mettere tutte le informazioni per ricostruire me stesso"
"Te stesso hai detto? Ahahahah. Quindi sei stato tu?"
"Sono stato io a fare cosa?"
"Mi dispiace, ma questo non posso proprio dirtelo, lo scoprirai. Forse domani, forse tra 10 anni, o anche 20"
"Va bene, ho capito, è inutile parlare con te"
"Senti, io lo so"
"Sai cosa?"
"Tutto ciò che senti. I turbamenti, le persone e gli oggetti che riesci a vedere mentre la tua amica e le altre persone no"
Herega scoppiò in lacrime, lacrime silenziose e malinconiche. Al solo pensiero di non essere più solo gli si rallegrava di gioia il cuore:
"Davvero sai tutto questo? Non p-posso crederci. Non sai quanto mi sono sentito solo in tutto questo tempo. Tutto il tempo passato con Eavelin in realtà ha solo peggiorato la mia solitudine"
Continuava a piangere a dirotto mentre il vecchio lo osservava sorridendo
"Capisco che ti faccia piacere parlare con me. Ma noi potremmo rivederci solo quando tornerò a prenderti, e dopo di quello mai più"
"G-grazie di tutto. Non ti scorderò mai"
"Vedi solo di fare la scelta giusta..."