Prima prova di Soul Interaction: Chain! che ho abbandonato. Quando arriverà il suo momento, la cancellerò. La rielaborazione dell'opera si trova sul mio profilo.
Sempre più velocemente veniva sottratta la vita agli esseri viventi presenti nella torre. I guerrieri ancora si trovavano nel primo piano e, partiti da 50, adesso se ne riuscivano a contare 10. I demoni erano diminuiti fino a rimanerne 30. Colei che aveva contribuito maggiormente allo sterminio era proprio Ren. Herega anche aveva ucciso un buon quantitativo di demoni, ma aveva deciso di moderarsi poiché a ogni morte il suo stato di inquietudine aumentava per un motivo sconosciuto. Insieme a Ren, il più produttivo fu un altro guerriero armato di lancia, il suo nome era Mishiter. Solo loro tre avevano ucciso circa 250 demoni. Intanto che Ren e Mishiter uccidevano i rimanenti, Herega si avvicinò a Eavelin.
"Ehi, Eve, tu-tutto bene?" "Perché?" "..." "Io non sono pronta per questo" "Cosa stai dicendo? Non ti ricordi quanto ci siamo allenati?" "Sì, ma è veramente troppo. Scusa Herega, non ce la faccio" "Cosa vorresti fare? Non possiamo uscire di qui se non superiamo il decimo piano" "Non lo so".
Il giovane dai capelli rossi tese la mano alla sua amica, tirandola su. Sistematosi l'abito e ripreso il controllo completo del suo corpo si mise davanti alla ragazza.
"Da adesso ti proteggo io. Stai dietro di me".
Un forte rumore metallico si fece sentire nella sala. I demoni erano stati sterminati completamente. Si sentiva adesso un forte tremore sul pavimento, come fosse un terremoto. La luce sparì per un secondo e la scossa terminò. Tornata la luce, i demoni erano riapparsi.
Nuovamente Ren si gettò alla carica contro i diavoli, lo stesso fece Mishiter. Herega, invece, si pose di fianco all'amica per proteggerla. Dopo ogni ferita mortale inflitta al nemico, il giovane si stringeva il petto e, mettendosi un po' chinato, si copriva l'occhio sinistro, tuttavia continuava a combattere.
"Giovane, per qual motivo ti rassegni alla fatica ogni volta che uccidi un demonio?" Chiese uno, "Non è nulla, tranquillo" Rispose Herega, "Se lasciamo morir anche te, possiamo concluder qua il nostro ciclo di vita. Il motivo per cui giaci fermo di fronte a questa ragazza e non ti armi per battagliare di tua spontanea volontà sarebbe?" "Io... Qual è il tuo nome?" "Essyl. Puoi chiamarmi così" "D'accordo Essyl. Da dove vieni?" "Che domanda bizzarra. Come mai chiederlo in tal momento?" "Hai un modo di parlare molto raffinato. Magari posso collegarlo al tuo luogo di appartenenza" "Che giovane interessante.Comunque sia, provengo da Shiitia, ma non tutti i suoi abitanti parlano poco volgarmente. Semplicemente ho un elevato rango sociale; l'arte della parola è indispensabile a tali livelli" "Capisco, scusatemi per la mia incomprensione. Cosa volete da me?" "Tu... Hai un buonissimo potenziale, se rimani nelle retrovie non riusciremo a uccidere molti demòni, ergo per noi sarà la fine" "Volete che mi butti in mezzo alla mischia?" "Esattamente" "Ne sarei lieto, ma ho una mia amica da proteggere" "Come mai ha intrapreso un rischio così alto se non è pronta?" "Ecco... Ha solo bisogno di ambientarsi un po'. Per adesso posso pensarci io. Voi invece come mai avete deciso di entrare qui?" "Oh, che domande. Volevo dilettarmi un pochino" "Se voi siete così convinti delle vostre capacità non avete bisogno del mio aiuto" "Non ho mai detto di essere all'altezza di ciò. Dimmi caro, lo hai forse pensato?" "Ma allora perché rischiare la propria vita!?" "Giovane, pensi davvero che la vita abbia un senso? Pensi che se oggi vivi e domani perisci cambi qualcosa? La vita è solo questo. Se non vuoi essere schiavo di essa, allora vivila come vuoi" "Ma come posso viverla se la metto a repentaglio allo stesso momento?" "Dimmi, giovane, secondo te, ora stai vivendo?" "Io... Ahhh! Se i demoni continuano a morire così velocemente la mia mente non reggerà" "Tutto bene... Il tuo nome?" "Herega, Herega Lygarwen" "Ti senti bene Signorino Lygarwen?" "No, ho un problema. Però non sono in grado di risolverlo, nessuno lo è. Ma ho fatto una promessa alla mia amica, e non la infrangerò per nulla al mondo".
Nel frattempo, Eavelin era rimasta con un volto timido e gli occhi chiusi dietro il giovane, con le mani poggiate sulle spalle. Ren e Mishiter, invece, avevano ucciso 70 demoni complessivamente e non accennavano a fermarsi.
"Dimmi Herega... Sei sicuro che quello che stiamo facendo sia la strada giusta?" "Che intendi dire Eve?" "Pensi davvero che sia questo il nostro destino? Morire in una torre? O se vivremo qui, morire da qualche altra parte?" "Non moriremo Eve. Io non mi pentirò mai di averti portata con me. Quando avremo terminato la nostra avventura... Avremo dei bellissimi ricordi insieme e un sacco di nuovi amici con cui condividere il resto delle nostre vite" "E se non ci fosse un resto alle nostre vite?" "Non dirlo neanche per scherzo, otterremo ciò che desideriamo".
"Ehi, sterminatrice" "Puoi chiamarmi Ren" "Ren... Io mi chiamo Mishiter. [...] Come mai sei così accanita contro i demoni?" "Non sono affari che ti riguardano" "Non hai voglia di parlare? Non pensi anche tu che uccidere demoni a ripetizione sia noioso? Da dove vieni?" "Da un inferno" "Peggio di questo?" "Se tu avessi vissuto ciò che ho vissuto io, a quest'ora non saresti vivo" "Capisco. È da tanto che ti porti dietro questo rancore?" "Smetti di parlarne come se niente fosse"
Qualche lacrima cominciò ad annebbiare la vista della ragazza, che stava mandando avanti la strage: "Si fottano tutti i deboli, a vivere non sono coloro che ne hanno voglia, ma i forti. Tutto ciò che ho da dimostrare, è che non morirò né qui né ora".
Mishiter sogghignò, e si fermò a guardare la ragazza uccidere altri demoni.
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"Quella ragazza... Chissà cosa le passa per la testa. Non deve essere stato facile per lei passare l'intera infanzia nell'isola dei ladri. Cosa sta facendo Herega? Perché è fermo lì? D'altronde meglio. Non deve morire, altrimenti... Devo stare più attento. Siamo rimasti solo in 7, e da quel che mi è parso di sentire quel certo Essyl non è all'altezza degli altri. Dal piano 7 in poi sarà un problema".
