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ECATE


"Lo sapevi che hanno sistemato la cuccia del cane proprio di fianco alla tua stanza?"

"Per tutti gli Inferi Than! Vuoi farmi avere un infarto?!" Urlai io.

"Non credo che questo sia fisicamente possibile dato la nostra condizione di divinità." La voce profonda della Morte mi raggiunse dall'oscurità, la sua figura imponente uscì dall'ombra da un angolo della mia stanza e mi si avvicinò.

"Come sei entrato?" Gli chiesi indispettita cercando di allacciare l'accappatoio alla meglio.

Ero incazzata con lui, tanto per cambiare.

"Dalla finestra." Mi rispose con tranquillità. Lo fissai bene, c'era qualcosa di strano nella sua voce anche se il suo aspetto esteriore era il medesimo di sempre.

Indossava ancora gli abiti di quella sera, quindi solo i pantaloni di pelle e quelle maledette cinghie di cuoio.

Dopo averlo squadrato da testa a piedi i miei occhi incontrarono i suoi, uno strano scintillio nei suoi occhi confermò la mia precedente tesi.

"Non mi ricordavo di averla lasciata aperta." Dissi guardinga mentre raggiungevo l'armadio dove avevo sistemato i miei nuovi acquisti, con noncuranza aprii un cassetto, cercando qualcosa di comodo per la notte.

Okay, non mi sarei messa per nulla al mondo alcuni pezzi di lingerie che trovai, per lo meno non davanti a lui.

Bingo!

Trovai la maglietta di Than, quella che avevo già usato in precedenza per dormire, profumava di me e di lui insieme.

Perfetto! Proprio quello di cui non avevo bisogno: un bel promemoria. Quella notte lo avrei sognato di sicuro.

"Non era aperta." Mi rispose lui, ora, la sua voce era più vicina.

Si era avvicinato, alzai lo sguardo e me lo trovai proprio dietro mentre mi osservava nella mia ricerca, gli occhi chiari erano così luminosi da scintillare nella penombra della stanza.

Chiusi di scatto il cassetto dove tenevo le mie mutandine.

Inutile da parte mia fargli vedere indumenti che non mi avrebbe mai visto indosso, non ero propensa a dispensare crudeltà gratuita.

Sono una Dea magnanima.

"Allora è stato uno sforzo inutile da parte tua. Non voglio parlare con te." Gli dissi infilandomi in bagno e chiudendo la porta alle mie spalle.

"Perché?" La sua voce mi arrivò attutita.

Senza perdere tempo mi infilai la maglia e mi diedi una pettinata visto quanto erano scompigliati i capelli.

Dei, il suo profumo era inebriante persino dall'interno del bagno.

Prima di uscire mi appoggiai al lavandino per darmi una calmata.

Calmati dannazione, ignoralo.

"Perché decisamente non ho voglia di passare le prossime due ore ad urlati contro." Gli dissi scocciata uscendo senza degnarlo di troppa attenzione; invece, mi sedetti sul letto appoggiando la schiena al muro.

Il Dio della Morte si mise a camminare nervosamente per la stanza, io attesi che riaggiornasse il sistema di base, lo conoscevo da così tanto da sapere che quell'atteggiamento era solo il preludio di qualche problema.

Tanto valeva mettersi comodi, visto quanto fosse propenso a non ascoltare la mia gentile richiesta di andarsene.

Dopo pochi minuti di silenzio finalmente si fermò e mi fissò intensamente da capo a piedi.

La Strega e La MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora