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ECATE


Non ero mai stata sull'Olimpo, quindi non avevo la più pallida idea di come doveva essere, ma camminare su una cazzo di nuvola bianca e rosa era un buon indizio su come fosse e più precisamente di dove mi trovassi.

I passi sicuri della Dea su quel manto bianco in qualche modo riuscirono ad intimorirmi, anche se non mi pentivo di nulla e se fossi tornata indietro avrei dato una bella lezione a quelle due teste di cazzo da capo.

Una parte della mia mente iniziava a pensare che l'unica soluzione alla mia confusione, ai miei sentimenti e sì, anche, alla mia sanità mentale fosse non scegliere proprio nessuno.

Forse non proprio nessuno, per una volta avrei scelto me, sarei tornata alla mia casetta negli Inferi, ai miei compiti, alla mia routine felice anche se noiosa.

Un mezzo sorriso a quella prospettiva si aprii sul mio viso.

Assorta com'ero nei miei pensieri non mi ero resa conto del cambiamento di paesaggio. Il cielo splendeva di una calda luce calda, le nuvole si erano diradate lasciandoci camminare su finissimo marmo bianco candido, immense colonne spuntavano qua e là, alla base di queste vi erano posizionati dei bracieri dorati.

Deglutii una volta arrivata ad una scalinata, fissai la cima e il palazzo, nonostante venissi dagli Inferi, il palazzo di Ade fosse stato costruito appositamente per intimorire chiunque, quella costruzione bianca e splendente mi faceva davvero inquietare fin nelle ossa. Il profumo di dalie era intriso nell'aria frizzante, quello schifo mi faceva prudere il naso e il tepore mi metteva i brividi.

Storsi il naso, adesso comprendevo perché molti degli olimpi erano andati ad abitare sulla Terra, quel posto non sembrava accogliente né tantomeno confortevole, nonostante la magnificenza.

Una volta saliti i gradini ed entrati in quella dimora fissai le ombre dei bracieri al limitare delle pareti, le fiamme si muovevano morbide e non sembravano produrre alcun rumore, il soffitto a volta era completamente dipinto, non sembrava rimasto nemmeno un centimetro disponibile. Mi soffermai sul dipinto di Zeus intento a sconfiggere Crono e i Titani, la figura dopo era la cacciata negli Inferi di Ade, il Dio dei Morti era stato raffigurato come un'ombra scura con occhi rossi, la sua sottomissione al potere indiscusso di Zeus era palese, il protagonista di quelle scene era indiscussamente l'oramai ex-re dell'Olimpo. Strano da parte di Era aver tenuto invariati quelle scene.

Se Ade fosse venuto a conoscenza di quell'affresco sarebbe stata la fine.

Sorrisi alla prospettiva del mio ritorno in cui avrei fatto accidentalmente accenno a quel dettaglio.

Superammo l'immenso trono dorato intarsiato, al fianco di questo vi era una macchia quadrata più piccola e scura. Lo fissai per qualche secondo prima di rendermi conto che prima vi era stato una seconda seduta e che era stata rimossa.

La Dea aveva deciso di regnare da sola.

Un brivido più forte mi fece istintivamente portare le mani alle braccia per cancellare una sensazione negativa crescente, questa sembrava non voler lasciare la mia pelle da quando avevo messo piede in quel luogo.

"Da questa parte Dea della Magia." Mi disse Era riscuotendomi dallo stato di torpore nella quale ero piombata. Senza farmelo ripetere due volte, la seguii per i corridoi del suo palazzo, fino a quando non giungemmo in una stanzetta con divanetti in velluto.

Non mi feci ingannare dall'atmosfera rilassata di quel posto, dopotutto ero lì per ricevere la mia punizione per aver trasgredito alle regole che lei stessa ci aveva imposto.

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